giovedì 1 marzo 2012

Il Giorno di Caos

Ventinovesimo Giorno del Secondo mese del Quarto Anno dopo il Decreto  


E il giorno di Caos è giunto.
Cosa mi aspettassi non lo so nemmeno io. Una cosa è certa, l'Armata Grigia ci vuole solo esasperare, perchè questo non è combattere è logorare.
Dalla prime ore della notte, quando la luna era alta nel cielo come delle braccia lunghissime dalle dita inquietanti si sono estese per tutto l'Arcipelago. Non erano visibili, eppure bastava concentrarsi e sapevi che erano lì a ghermirti, a renderti partecipi della loro presenza.
Quando sono andata al Tempio per pregare, come faccio prima di ogni battaglia, con mio sgomento non ho potuto sollevare  l'Aura di Fuoco. Era come se non riuscissi ad essere connessa con lo Spirito.. e mi sono sentita dapprima furibonda in modo selvaggio.. avrei voluto dar fuoco a tutto, poi svuotata, come privata di una parte essenziale di me.
E poi questo senso di oppressione durante il giorno mi diceva che non era finita lì. Non sono sicura, ma è come se mi dicesse che questo è solo il preludio, che tutti i nostri sforzi si concentreranno tra due settimane, il sedicesimo giorno del terzo mese...
Sono così furiosa... non ce la faccio più a vivere nell'attesa.
Perchè non li spazziamo via una volta per tutte?
Non lo so, o meglio lo so, solo che non lo riesco ad accettare. Loro sbucano dal nulla, fanno quello che vogliono, ci chiamano "abomini", ci maledicono, ci sbeffeggiano, restano impuniti, ci attaccano, distorcono la Magia e quando vengono uccisi, loro tornano sempre!!!!
LI ODIO!
ODIO CAOS
ODIO QUELLO CHE CI FANNO...
Odio... non poter reagire come si deve, non mi piace solo difendermi, è un massacro.
Ma sono discorsi che non portano a nulla, e quando con Guido ho cercato di richiamare il mio dono, un'altra sorpresa amara: non potevo.
A questo punto mi domando: se non possiamo nemmeno più difenderci che ci rimane?
Soccombere?
No, questo mai, non riesco nemmeno a pensare ad una cosa del genere. Finchè avrò respiro io non mi arrendo e so che nessuno di noi, a partire da Shandar e Fiamma, per arrivare a Guido e Dyna.. E oggi posso dire anche Liserlee...
Quella maga ha qualcosa che mi fa pensare a me, eppure siamo così diverse. Lei ha il gelo dentro, eppure il suo furore non è diverso dal mio. I suoi occhi mi ricordano la pioggia, come i miei sembrano pura brace, eppure quella luce nello sguardo ci accomuna. Ci siamo allenate assieme, ho visto il suo valore in battaglia e a volte mi sorprende come una Igneis e un Acquean siano così diversamente vicine. Direi quasi che è una sorpresa, oppure io attribuisco troppa importanza al nostro Archetipo. Alla fine siamo persone, non come dicono i seguaci di Caos, abomini perchè mutazioni aberranti...
Che io per certi versi abbia fatto lo stesso errore dei Grigi?
Forse in una minima parte sì, ma ora sto ponendo rimedio alla cosa.
Intanto la mezzanotte è quasi giunta e io sono qui a palazzo sdraiata su un letto che sempre più non sento  mio... quello è lontano, su Morchien.. Tra poco scendo nell'arena e mi alleno un po', appena passa questo senso di oppressione, almeno spero...


giovedì 16 febbraio 2012

Il Seme di Caos

-17°  Giorno del 2° Mese del 4° Anno dopo il Decreto -
Il seme di Caos...
Quel germoglio che subdolo non sai di avere dentro e giorno dopo giorno ti fa star male, poi ti fa fare cose strane fino a perdere completamente la presa sul tuo essere.
Sono giorni che ho paura di mettere letteralmente il naso fuori di casa, perchè ho paura che i miei due "stati" mi rendano troppo imprudente, incauta o adirittura priva di alcuna difesa.
Mentre scrivo sono padrona di me, ma per quanto?
Mi sono trasferita da Vanadiel perchè avevo bisogno di un posto dove sparire e non volevo assolutamente ritrovarmi a commettere un atto imperdonabile come andare negli appartamenti di Shandar e Fiamma, in preda alle mie voglie di gioco.. come una bambina di appena 6 anni.
E poi lui è un Sangue Puro, non un Archetipo, perchè questa schifezza contagia solo gli esseri che mostrano un marcato tocco da parte degli Spiriti... 
DANNAZIONE!!!
CHE SIANO MALEDETTI TUTTI I GRIGI!!!!
Il fatto è che ricordo tutto, e vivo questi momenti con la mia razionalità dietro un vetro,  incapace di prendere il controllo. Osservo il mondo con occhi diversi e, se  la cosa non risultasse davvero un problema, sarebbe quasi buffo. 
Invece altre volte mi spengo letteralmente: è come se il mio corpo divenisse un involucro vuoto e i miei stessi occhi dal colore della lava fossero finestre da cui guardare.
Una sensazione che conoscevo molto bene, ma di cui ero appena cosciente in passato...
Sono stata così per ben un anno, ai miei 17 anni, quando Jaja mi ritrovò sulla Spiaggia di Ulmafor.
Ora è anche peggio. 
Sono completamente cosciente e mi sento così impotente che a volte ho la folle paura di non riuscire a tornare indietro. Mi sento opprimere infatti e vedo acqua ovunque fino a coprire il cielo. Non respiro tant'è vero che quando riemergo da quello stato inerte, torno anche a respirare.
Non si può vivere a questo modo!
Non riesco nemmeno a fare una conversazione decente con Vanadiel!
Un momento prima prendiamo un thè, parliamo tranquillamente, e subito dopo piango o faccio qualche gesto infantile...
E questo quando va bene.
Lo sto mettendo a dura prova. Lui sa che è il seme a farmi agire così, ma la prima volta l'ho visto così preoccupato da volermi portare dai Guaritori.
Mi ha persino regalato un sonaglio realazzito da lui stesso così carino che ho pensato volesse dirmi altro... 
DANNAZINE DUE VOLTE!
Non è vita!
E' una parodia di quello che ho perso: la mia infanzia spezzata dalla schiavitù, la mia adolescenza rubata da quel branco schifoso di schiavisti, anni nell'oblio quando cercavano di mettermi al sicuro. Tutto con Caos sta riemergendo e io mi sento così ARRABBIATA!
In più è morta Mawan.
Che cosa le è successo?
Il seme l'ha colpita e l'ha resa totalmente indifesa? 
Ha commesso qualche imprudenza?
Mi gira la testa e io ho solo voglia di essere tra le braccia del mio uomo, solo che non voglio che mi veda di nuovo preda dei miei deliri.
CHE SCHIFO DI SITUAZIONE!!!!
Ed eccolo il sonno.. altra strana alterazione, ma penso sia dovuta ad una spossatezza mentale che mi porta a non tollerare più la lunga veglia.
Spero solo che questa situazione muti o il Giorno di Caos la vedo dura.
Come faremo a combattere con questa sentenza di morte sulla testa?
Non ne ho la più pallida idea e l'idea di far rivivere la mia morte a Vanadiel acuisce il mio senso di frustrazione fino a farmi provare la voglia irrefrenabile di cercare un Grigio per dargli FUOCO!

domenica 1 gennaio 2012

Decimo Mese Del Terzo Anno Dopo il Decreto

#IL MIO RITORNO
L'ho sfogliato a lungo in questi giorni che sono sempre o quasi a casa di Vanadiel la notte. Il mio diario, le mie confessioni più intime, i miei desideri più nascosti, il mio cuore, la mia anima.. il mio essere.
Se dovessi raccontare quanto mi è accaduto in questi mesi credo che passerei giornate e nottate intere a non staccare la matita dal foglio.
Sono morta.
Ero un'anima.
Sono tornata.
Ero un'Asservita, ovvero una serva dell'Equilibrio, ad uso e consumo dei Guardiani dell'Oltretomba.
Poi Aivod mi ha riscattata e lì è iniziato il mio calvario o la mia ascesa, dipende dai momenti o dalle situazioni: non ricordavo nulla, né il mio nome, né il mio volto, né quello che ero stata. Il Leone mi ha detto come mi chiamavano e che avevo una vita davanti da vivere.
Ma come si fa a guardare al futuro se ti volgi indietro e non c'è nulla?
Ho passato settimane intere a chiedermi cosa avessi costruito, chi ero, mentre vedevo gli amici cercare nei miei occhi quella Haze che la morte aveva strappato loro.
È stata una china impervia e lenta da risalire, con sofferenza mia e di chi mi era vicino.
Ho visto i miei amici pazientare, avere fiducia in me, rispettare quello che era tornato indietro dall'Oltretomba, una me stessa così confusa da non ricordare nemmeno il proprio colore degli occhi. Ma ho visto anche la premura, il timore di aver perso qualcosa, la bontà di non curarsi di altro che della mia tranquillità.
E poi ho visto due occhi caldi e avvolgenti, di un intenso color cioccolata, una voce che mi ha scosso fino a farmi rimanere senza fiato mentre le note infuocate si avvolgevano intorno a me come una intensa protezione.
Vanadiel.
Con il senno di poi, se ripenso a quei momenti in cui a lui pareva di vedere un fantasma, poi un orribile scherzo ai suoi danni, infine l'accettazione di ciò che i suoi sensi percepivano, per lasciarsi infliggere ripetute pugnalate, che lo sgretolavano sempre di più.
Non so chi sei.
Non ti ricordo.
Io stessa non avrei mai preso la cosa bene: io forse avrei addirittura esagerato come sempre, quindi non mi stupisco nè di come ci siamo "presi" nè di come ci siamo "lasciati" al nostro primo incontro.
La fuga mi sembrava l'unica cosa quando lui mi ha chiamata con quel nomignolo, testa di fiamma. La sua voce è diventata un'ossessione piacevole fino ad essere bollente per quel primo bacio che ricordavo esserci dati.
I miei ricordi sono arrivati in blocco, recuperati a scaglioni grazie agli intensi allenamenti con la spada o con l'arco a cui mi sottoponevo concentrandomi talmente tanto da riuscire a dipanare quella cacofonia di suoni, quel maelstrom di immagini, quel caos di emozioni.
Ho ricordato.
Sono tornata.
In parte la stessa di sempre, in parte alterata, in parte evoluta.
La morte ti cambia, si dice.
La morte ti priva di tanto, io rischiavo di perdere di più di una possibilità di essere felice. Rischiavo di non tornare più per davvero.
E ora quando sfoglio questo diario e vedo un buco temporale, vorrei metterci un disegno, una foglia, una pezzo di me, per non dover più sentire il vuoto della memoria, perchè ora finalmente, so chi sono.
E cominciamo dall'inizio: non mi chiamo Haze, ma Neala... Neala Fangor.

giovedì 29 dicembre 2011

Settimo Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#CATENE SPEZZATE
Lascio dei buchi incolmabili in questo periodo, perchè ho lasciato il diario nel luogo più sicuro che conosco: da Vanadiel. Vado poco a casa sua in questi ultimi giorni e non ho ancora colto l'occasione di mostrargli questo quaderno. Lo voglio fare, voglio che lui possa sapere ogni mio pensiero.
Lo amo.
Non c'è nessuna altra ragione per celargli i miei pensieri, i quali vengono letti facilmente dal mio uomo con una facilità che a volte mi sorprende. A volte mi manca il fiato quando mi guarda e mi fa dimenticare il mondo che ci circonda, come l'altro giorno quando è venuto a trovarmi a Palazzo dopo aver trovato la mia lettera. Non mi importa perchè c'ha messo un po': lo conosco, avrà avuto il suo lavoro a cui badare. Van è come me: perde davvero la cognizione di tutto il resto quando lavora. Lo adoro anche per questo.
Eppure lui è venuto e io ne avevo un bisogno disperato.
Ho conosciuto Zeah, la Terran che mi era venuta a cercare dicendo di conoscermi. Non assomiglia a Valadya, eppure ha quella stessa monumentalità da cui spesso traggo enorme tranquillità. Abbiamo parlato e quello che è uscito fuori mi ha lasciata senza fiato.
Schiava.
Io ero una schiava.
Invenduta perchè ferivo ripetutamente i miei probabili padroni.
Le mie mani mi hanna salvata tante di quelle volte, quanto mi hanno messa in enormi guai, come quando ho bruciato la gonna di quella donna snob e spocchiosa che era venuta da Jaja per degli abiti. Un tempo così lontano che mi pare una vita fa e io non sono più quella ragazza che articolava male le parole e si arrabbiava per un nonnulla.
Ero distrutta allora e lo ero anche dopo quello che mi ha detto Zeah. Mi sono sentita sporca, perchè ho visto come trattano le schiave di recente in quella retata su Morchien, e mi ha fatto venire il voltastomaco. Volevo fare come facevo allora, dare fuoco a tutto e veder sparire tutto questo schifo trasformandolo in cenere. Invece ho resistito all'impulso e quando ho visto Vanadiel volevo solo essere abbracciata, solo che lui non mi guardasse come se fossi diversa, come se fossi merce avariata.
Perchè mi sono venuti tutti questi dubbi?
In un momento mi sono chiesta se non fossi destinata a compiacere qualche uomo, com'è probabile, e quindi qualcuno mi abbia "istruito". Ero davvero fuori di me, ma è bastata la presenza di Van e il suo solito modo di punzecchiarmi a farmi capire che niente è cambiato. Lui poi alterna quel suo modo di fare, graffiante e arrogante, con uno avvolgente e sicuro che mi fa sentire sempre protetta.
No, io non sono cambiata: sono quel che sono, con pregi e difetti, costruendomi pezzo per pezzo fino a diventare la donna che sono oggi. Ho  una famiglia, amici che mi danno tutto il calore che torno loro indietro e il mio futuro è incerto solo perchè qualcuno ha deciso che la mia vita da una parte è priva di valore, dall'altra può fare la differenza.
Ho una paura tremenda di lasciare che il mio nemico distrugga tutto quello che mi sono faticosamente costruita intorno o possa far soffrire le persone che amo di più al mondo.
Eppure guardo Vanadiel addormentato al mio fianco e penso che sarà sempre così la mia vita. Non sono nata per essere una docile donna di casa: sono pessima in cucina, pessima nelle faccende domestiche, e pessima come padrona di casa. Per me tutto ha un senso quando impugno Furia di Fuoco, il mio arco. Vanadiel me lo ha dato e ora ho uno strumento perfetto, solo la mia arte deve migliorare fino ai confini e poi oltre. Non importa chi o cosa ero in passato: ho sempre detto che volevo un futuro, mentre ora mi rendo conto che ho un presente tutto da vivere.

2#IL BALLO DELLA MORTE
È successo quello che più temeva Dar.
Mi hanno teso un agguato e se sono viva, forse lo devo a lui e alla mia buona stella.
È successo tutto rapidamente. Come quando si mette nel fuoco un piccolo ramoscello di legno: all'inizio sembra quasi che la fiamma non possa toccarlo, poi inizia la combustione, quasi casuale ed è in un attimo che brucia come se niente potesse e dovesse più arrestarla.
Ero al lago di Chivia dopo aver ricevuto una strana lettera che mi diceva di presentarmi da sola, se volevo delle informazioni necessarie contro il Culto. Il parlare dei monaci di Morchien poi mi ha indotta ad andarci, ma sia io che Dar sapevamo che era una trappola.
Mi aspettavo di tutto, ma non che usassero il kernal allo stato volatile. L'ho respirato anche se per poco e mi sono subito sentita intorpidita e spossata. Una sensazione strana per me, che solitamente sono molto attiva.
Ed è lì che è scattato l'agguato.
Dal lago è sbucata una donna che è atterrata alle mie spalle e io l'unica cosa che le ho chiesto era chi fosse.
La mia morte, mi annunciava. Ma io finchè potrò dire la mia, non mi lascerò mai andare alle (poco) lusinghiere parole della Morte.
Ed ecco che la mia visione mandata da Fuoco il pomeriggio si è concretizzata. Sapevo chi era e la domanda che avevo posto, alla fine era pura retorica.
Due lame per essere agile e sicura, potente e chirurgica, ma io stentavo a tenermi in piedi e mi sembrava solo di annaspare.
Mi ha graffiata il petto con un fendente, con l'altro mirato alla gola, mi ha squarciato dalla mandibola al labbro prima che io cadessi seduta sul pontile, ma il dolore non mi ha tolto del tutto la lucidità quando l'Aquean è andata in affondo per colpirmi al ventre e al cuore, io essendomi distesa ho rotolato sul fianco sinistro. Non pensavo di essere così lenta tanto da essere presa alla spalla e al fianco destro, arrivando a danneggiarmi un rene. Non ricordo di aver provato mai un dolore così intenso, nemmeno quando mi ferì Elemo, visto che svenni nell'impatto della sua freccia.
Queste sono le mie prime vere ferite e ho scoperto che il dolore non rende più forti, ti fa solo capire che diventi sempre più debole se lo lasci agire. Sono mortale, sono vulnerabile, sono inferiore ai miei nemici, ma non sono sconfitta, non ancora. E finche avrò fiato io lotterò.
Arriveranno ancora colpi bassi come il kernal?
Può darsi, Male agisce subdolamente, vuole ottenere il suo vantaggio e non importa a che prezzo. Forse sono ingenua, forse alla fine non ho imparato niente, ma la storia con Phemt, il Culto, la sua morte e poi Kymber.. tutto mi fa capire che avere integrità per me è fondamentale. Non esiste il fine giustifica i mezzi. Io non scenderò mai a loro livello.
Vincerà il Culto?
Può darsi, ma io non avrò perso la stima di me stessa e quella di chi mi ama.
A volte nella vita c'è qualcosa di più importante di se stessi, persino della propria vita.
Sono pronta a morire?
No, non lo sarò mai. Perchè io voglio vivere: il mio futuro è arrivato e porta con sè i miei affetti. La Morte è una possibilità. La Morte viaggia con me sempre. La Morte è quella signora che mi dice che tutto può finire da un momento all'altro.
La paura non è mancanza di coraggio, e quella cosa che ti tiene allerta e non ti fa sottovalutare mai il tuo nemico.

3#L'OMBRA DELLA FIAMMA
Ho freddo..
La mia fiamma brucia, ma è strano, è come se non fosse più interna e non mi scalda.
Vedo tutto nero, sento solo il vuoto attorno a me e un tocco gelido di cose striscianti, ma eteree mi fa sussultare ogni volta. Eppure so di avere gli occhi chiusi, non sento il mio corpo, ma c'è. Non sento niente eppure avverto cose che prima mi erano sconosciute.
Mi raggomitolo su me stessa e allora mi sento vagare come se fossi immersa in un liguido caldo, non avvertendo il mio peso per intero. Eppure so che l'acqua non c'è. Non mi piace, è troppo scuro, è troppo glaciale io voglio il calore, cerco l'intensità del sole, l'impentuosità del fuoco.
Dove sono?
Che mi succede?
Le mie ferite si sono aggravate?
Di nuovo sono caduta preda della mia mente?
Ti prego, no. Non posso di nuovo subire la prigionia. Ma stavolta sento che è peggio. Non avverto il mondo che mi circonda, quando ci provo sento il nulla freddo e scuro, pertanto mi richiudo in me stessa.
Quanto tempo è passato?... Minuti? Giorni? oppure sono ore? Perdo la nozione del tempo, non riesco a capire quanto tempo trascorre.. Mi sento male...
Fuoco aiutami!
Mi sento così sconclusionata che tra poco mi metto ad urlare.
Ho cercato di nuovo di uscire da questo gelo, e mi sono sentita sollevare fino a percepire la luce e così cercavo.. cercavo.. cercavo..
Cosa mi sta succedendo?
Faccio fatica a raccogliere i miei pensieri, li sento sempre un po' troppo lontani per essere avvicinati rapidamente.
Chi sono, mi ha chiesto quell'ombra nera dalla forma vagamente femminile.
Io ho detto di essere una fiamma.. è corretto, lo so, eppure mi sentivo come se mi sfuggisse un concetto semplice.
Ha detto che sono.. un'anima... Un'anima?? Sono morta dunque? Le anime sono negli Inferi.. Io sono negli Inferi? No, io sono viva, sono solo rinchiusa nel mio corpo, devo essermi aggravata. Dar non doveva portarmi a palazzo. Era troppo presto e il priore aveva una faccia preoccupata.
Ma ha parlato di due anime...
Sì, due, erano due.. Ma di che parla???
Come voglio vedere Vanadiel... Mi manca la sua voce...
Mi sento così stanca...
L'oblio mi sta avvolgendo...
la fiamma si sopisce.......

4#NON NE POSSO PIù...
Tutto intorno a me è freddo e scuro.
Sono un'anima tormentata, ecco cosa sono.
La mia agonia ha un nome: Nawam. Quell'Oscura mi è sempre addosso, pare una divinità in questo limbo umido e freddo.
Sono morta.
Sono un'anima.
Non ci sono più...
E poi con me dovrebbe esserci Dyna, l'ho cercata di continuo, ma non l'ho trovata. E ora sono stanca di girare questo non luogo da sola e infreddolita. Sento che la mia fiamma sta gelando, che non riesco più a sentire il calore della vita e questo mi fa paura.
Mi manca così tanto Vanadiel, che a volte mi pare di impazzire. Voglio uscire, voglio tornare ai miei affetti, voglio sentire il sole che mi bacia con calore, che mi accarezza il corpo mentre mi alleno; mi manca ridere con Dyna e ubriacarmi come una bambina con un solo bicchiere, o le chiacchiere seduta per terra davanti al camino con Fiamma, o i miei allenamenti con Arya, le lezioni di vita e sulla spada con Dar; mi manca quel lento movimento roccioso e pesante di Guido o la granitica serenità di Valadya; mi manca il valore della fiamma prediletta, lo sguardo color cenere della mia anima, Deva; sento la mancanza persino di quel sacco di pulci Radis, lui e il suo modo assurdo di rispondere.
E sono stanca di cercare l'uscita e non trovarla. Cerco il Supremo Guardiano e non lo scorgo, al suo posto c'è quella strega di Nawam, uno dei suoi Guardiani.
E' sadica, mi dice cose allucinanti e soprattutto gode del mio strazio, mentre lei si trova perfettamente nel suo elemento. Oggi mi ha chiusa in se stessa, credo... era tutto nero, soffocante e opprimente. Ha amplificato il mio desiderio di uscire tanto da farmi sentire claustrofobica. Per fortuna sono riuscita a liberarmi, ma è come se lei lo sapesse che non poteva far altro. Io non ci capisco nulla: non comprendo perchè devo rimanere qui, che mi è successo. Una battaglia mi ha detto quella lingua velenosa, se c'è Dyna con me, ma non ho idea da quanto manco, e i miei cari? Perchè non sono venuti a farmi visita? Mi sento vorticare sempre più, a volte mi pare di sentirmi sbiadire troppo, come se qualcosa non tornasse indietro quando mi lascio andare in profondità.
Oniceu... mi mancano le nostre chiacchiere, i nostri progetti, il nostro sfidarci.. Mi manca la sua voce, che mi scaldava come la fiamma più intensa.
Oggi avrei tanto voluto il mio arco.. Non ci vedevo più dalla rabbia, continuava a provocarmi con quella sua voce così sinistra. Prima o poi faccio qualcosa di inconsulto...
Voglio uscire..
Voglio tornare..
La mia vita mi manca...

5#INCONTRI TRA LE NEBBIE...
Sono venuti.
Le persone che più contavano nella mia vita mi hanno cercato qui, nelle nebbie eterne dove io mi sto estinguendo piano piano. So che è così, il freddo e la crudeltà della morte mi stanno cancellando e io non posso farci niente... Niente di niente. Qualsiasi cosa dica quel Guardiano dal volto arcigno e così distaccato dall'essere vivente quale egli è, pregare Fuoco non mi aiuta a non lasciare che alcuni ricordi diventino così pallidi fino a scomparire.
...
Lì ho visti tutti lì davanti a me, con quell'aria così affranta e sofferente. Il senso di colpa e la frustrazione per come sono morta è quello che mi ha più colpita. Ma io non ricordo nulla, il mio ultimo istante è la sera prima a palazzo, seduta sulla mia poltrona accanto al camino spento. Il gelo che ricordo è quello solito, prima di una battaglia: la tensione di non sapere cosa ci aspetta davvero e poi la voglia di dire o fare tutto quello che vorresti come un condannato a morte. E io stavolta non sono tornata a guardare la mia stanza a palazzo per dirmi: "Anche questa è andata".
...
Una freccia.
Una sola singola freccia mi ha colpito al cuore e sono morta.
Beh, da una parte è una morte obbligata per un'arciera, dall'altra una vera beffa...
...
L'unica cosa che ho pensato mentre tutti erano venuti a salutarmi per l'ultima volta, è stato: Van non c'è. Lui non è venuto. Ma lo sapevo, non mi sono mai illusa. Nella mia lettera che scrissi.. non mi ricordo... anni? giorni?... beh, gli avevo detto tante cose, tra cui addio, soprattutto quello. Ma in cuor mio speravo di vederlo lì.
...
Non è venuto.
Eppure lo capisco, lo conosco e so che non sarebbe stato da lui.
Finchè penso questo sono forte.
...
Poi accade che sento in me svanire qualcosa, lo cerco e non capisco cos'era, e mi chiedo: e se lo dimentico? No, l'ho già dimenticato e poi lo riagguanto... E se non ricorderò niente di quello che ho vissuto? Mi sono disperata tanto che sono arrivata a pensare che se dimenticherò, vuol dire che non è destino che io torni. Non possono volere che io ricominci sempre da capo, perdersi di nuovo, è la più grande punizione che possa capitarmi. Eppure non posso non pensare che sia volere di Fuoco, che lui voglia mettermi alla prova, che io sia destinata alla sofferenza della Rinascita, una delle sue vie del Suo Culto...
...
Rivedo i loro volti, rigati di lacrime in alcuni casi, velati di profonda tristezza, o semplicemente avvolti dal senso di colpa. Eppure pur non essendoci in me beatitudine, non provo nemmeno rancore. Vorrei aver potuto lasciarmi avvolgere dalle possenti braccia di Guido o sprofondare in Valadya, con la sua calma monumentale, oppure volare nei ghiacci degli occhi di Shandar, o addirittura essere cullata dalla dolcezza infinita di Fiamma, a cui solo ora posso dire davvero di volerle bene dal profondo.
...
Sono così stanca.. infinitamente stanca...
...
Ora torno all'oblio.. e mi lascio sempre più andare in esso.
...
Sono stanca.. tanto stanca..
...

lunedì 26 dicembre 2011

Quarto, Quinto e Sesto Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1# QUANDO UNO PIù UNO FA UNO
Se non fosse per Vanadiel in questi giorni non so nemmeno se avrei osato mangiare qualcosa.
Continuo a stare a casa sua, come se il mondo esterno fosse un luogo improvvisamente talmente inospitale da essere stato sommerso dalle mie stesse lacrime e io in mezzo all'acqua sono come una fiamma spenta. Non esisto...
Ho provato ad andare su Gloria per pregare, mi ci ha spinto proprio lui, e per fortuna ho visto Deva. Lei è tutto quel calore femminile che mi manca, come Vanadiel è quel calore maschile che mi fa sentire unica. Due cose diverse, ma che mi completano e di cui non posso fare a meno. Non più...
Sono stata contenta che abbia voluto che prensenziassi anche io al rituale di Tempo per Phoenix: ora lo vedrò crescere talmente in fretta che mi mancherà il respiro. Vedere Phemt così diverso, totalmente innamorato di suo figlio non ha potuto far altro che riaprire in maniera piuttosto brutale quella ferita che pensavo avesse cominciato a rimarginarsi. Potevo essere madre, ma lui non avrebbe mai guardato con tanto amore e orgoglio nostro figlio e questo sì che mi avrebbe portato ad odiarlo.
Deva ha capito e il suo sguardo diceva tutto senza una sola parola.
Ecco perchè mi sento capita da lei come da nessuna altra donna: un'amica, una sorella, la fiamma eterea con cui mescolare la mia vampa piccola e fragile, quanto impetuosa e travolgente.
E poi c'è Vanadiel.
E' tutto così semplice quando c'è lui: spesso mi trovo in balia di un'emozione così grande che a volte mi chiedo se quell'uomo non senta il mio cuore che batte come un forsennato. Abbiamo un modo tutto nostro di parlarci: credo che da fuori possa sembrare indecifrabile o si travisi completamente.
Eppure parliamo la stessa lingua.
Ci abbiamo messo un po', ci sono stati momenti difficili dove abbiamo imparato a prendere le misure e trovato un piano comune su cui confrontarci per poi scoprire che quel bacio a Nardean voleva dire molto di più.
E ora siamo al punto che nessuno dei due desidera altro che guardare negli occhi dell'altro il mondo riflesso.
Io poi più di ogni altra cosa ora ho bisogno di un filtro e Vanadiel mi da la protezione che cerco: non mi ha detto parole che volevo sentirmi dire o forse si, ma sa anche come arrivare alla mia anima e indurmi a riflettere senza sentire il peso della costrizione.
Con me non usa mai parole come "sei in errore" o "questo non si fa", ma mi induce a guardare le cose con più distacco dopo che ho sfuriato a modo mio. Dovrei imparare a farlo da sola, e forse è quello che lui si aspetta da me un giorno.
Entrambi sappiamo cosa c'è tra di noi: niente piccoli sotterfugi, niente parole a metà solo un  lungo silenzio che travolge, mente, anima e corpo... Eppure quel silenzio è caldo, pieno di colori e di rumori così vitali che mi ci perdo.
Si, il dolore per la morte di Dar a volte mi sembra infinito, e quando penso di non farcela è lì che arriva Vanadiel e mi sostiene fino a quando non torno a respirare e il miei passi attraverso tutta questa sofferenza si fanno più sicuri.

Questo per me vuol dire solo che io non sono più sola.

2#DOPO TANTO TEMPO
Un mese e mezzo di silenzio.
Un mese e mezzo in cui è capitato di tutto.
Un mese e mezzo in cui io mi sono chiusa in me stessa.
Un mese e mezzo che guardo il mio mondo cadere a pezzi da una parte, arricchirsi dall'altra, continuare con grande eccitazione nel suo nucleo.
Quante volte ho guardato questo mio quaderno, lo aprivo e poi lo sbattevo al muro. Non volevo mettere nero su bianco le mie paure, il mio dolore, la mia più grande gioia, la mia forza, la mia speranza... Volevo solo allenarmi, andare di ronda e vedere gente. Ultimamente la solitudine mi spaventa... Non ero legata a nessuno un tempo, ora quei legami mi fanno soffrire a volte, altre mi esaltano, altre mi fanno guardare dentro e mi scaldano, altre ancora mi fanno crescere, altri mi fanno sentire ben accetta.
Vorrei tornare sola?
Vorrei tornare ad essere una randagia che si trincerava dietro un atteggiamento spavaldo solo per non far vedere le proprie cicatrici?
Vorrei tornare a quando non sapevo difendermi se non nascondendomi dal mondo?
No.
Ho arricchito la mia vita, pur soffrendo di più.
Ho capito tante cose in un anno.
Ho amato, mi sono disperata, ho perso un dono prezioso, ho scoperto me stessa, ho trovato una famiglia, ho provato disprezzo per qualcuno e lo strazio infinito di vedere morire sotto i miei occhi qualcuno che per me era importante. 
E mi sono anche sbagliata.
Mai preteso di sapere tutto e di essere giusta, ma stavolta ho capito di aver preso un granchio.
Guardo a questo mese e mi sento come se avessi fatto un ampio balzo in avanti.
Non sono più la stessa Haze, la ragazzina che guarda gli altri e si domanda quando avrò anche io il mio premio.
Io sono il mio premio e tutto quello che si lega a me è la cornice perfetta.
Ho compreso anche che nella mia vita il dolore ci sarà sempre, ma non posso lasciarmi abbattere e demolire ogni volta. Ho trovato in me quella furia che pensavo non sarei mai riuscita ad esprimere. Pensavo che avrei odiato, invece ho solo voglia di mettere a posto le cose.
Deva mi manca da morire, sento un vuoto pari a quello che provavo quando è morto Shandar... Vorrei tanto vederla, ma lei ha chiesto solo di Kyran. Io farei lo stesso al posto suo, mi sono detta. Sapere che è morta a causa dei Cultisti , mi ha fatto sentire tanto in colpa, perchè non le ho mai detto che cercano un Igneis e forse hanno pensato di eliminare una testimone scomoda e forse un problema in più.
Sarebbe andata su Ulmetor lo stesso?
Me lo sono chiesto di continuo, poi parlando con Dar ho capito che se ci è andata lo ha fatto in nome di Fuoco, quindi sì, avrebbe comunque adempiuto al suo destino.
E io? sarei tanto devota allo stesso modo?
Forse mi sarei comportata come lei o forse avrei chiesto aiuto... Ora così non solo ha lasciato il Culto della Fiamma senza la sua guida, ma soprattutto ha lasciato Arya e Phoenix.
Phoenix... Phemt...
Il mio istinto mi dice che lui sa qualcosa, perchè se no perchè puntare il dito contro un eccellente capro espiatorio? Per un solo momento ho visto la sua autentica preoccupazione per Deva.
E io che pensavo l'amasse per davvero...
Sono davvero combattuta. Gli credo e nello stesso tempo sento una stonatura.
E poi c'è Kymber...
Pare essersi  calmata, ma quegli occhi blu mi dicono che è solo una facciata. Come io ho imparato a placare la mia irruenza, lei ha imparato a nascondersi tra le pieghe di quelle fiamme scure. Mi fa ribrezzo vedere come ha distorto Fuoco, come ha corrotto la sua fiamma e tutto per cosa? Per Phemt, per compiacerlo e per rendersi perfetta ai suoi occhi?
Ripete di vedere solo l'uomo, di scindere il marchio dall'essere umano. Io non ci riesco, io vedo solo corruzione nel Falco, pura e oscena distorsione. Non lo odio perchè non sono come lui, perchè odiare è facile, perchè l'odio è la sconfitta che giunge infame e vigliacca alle spalle.
Odiarlo?
No, lo disprezzo, perchè lui è il marchio e il marchio è lui.
E poi c'è quel suo atteggiamento così ambiguo nei confronti di quell'Aurean.. Nomockinaor. Io davvero non la comprendo più, ma chiessenefrega! Non mi fido di lei nemmeno contro i Grigi. Una donna che un tempo era l'orgoglio degli Ellèsar, poi della Casata Aurenes, seguace di Bene e poi arma fedele di quello che un tempo era chiamato Esercito e ora è solo la Guardia di Corte, come può essere cambiata tanto? Eppure lo ha fatto e questo solo per ottenere cosa?
Mi piacerebbe tanto saperlo.
Se la sento ripetere poi che è amica di Fiamma, mi faccio due risate. Non una volta è andata a Corte a vedere come stava quando era morto Shandar e sa riempirsi la bocca di belle parole e grande impegno solo perchè vuole qualcos'altro. Se alle parole non seguono i fatti, le chiacchiere stanno a zero.
Fare fessa me con quella ridicola storia con Phemt, il mentire spudoramente a tutti noi, tradire l'arcipelago perchè non vede oltre il suo naso... Che razza di persona è una donna del genere?
Ero amareggiata, ma ora mi sono lasciata certi sentimenti alle spalle. Non ho più voglia di cercare di capire chi è contorto.
Ho capito questo grazie a Vanadiel, così come ho compreso che non si può cambiare le persone: esse scelgono di percorrere certe strade con tutte le conseguenze che ne comportano.
Ho capito che voglio lottare davvero solo per chi vuole essere salvato.
Ed ora ho nuovi compiti che derivano anche dal mio avanzamento di grado: Veterana dei Tiratori della Guardia di Corte. Ho tanta soddisfazione per questo primo traguardo, perchè è come se alle belle parole ci fosse un seguito concreto.
Uno dei miei nuovi compiti è addestrare la nuova recluta, Valadya. Quella donna mi ricorda tanto Dyna e Guido messi assieme. Credo sia più grande di me, eppure mi sento così a  mio agio con lei. Mi piace il suo modo pacato e diretto, quasi granitico. Ha le sue idee e non ha paura mai di manifestare il suo pensiero: è una persona limpida.
E infine devo pensare ad Arya. Deva mi ha chiesto di starle vicina. Non sono preoccupata, ma certo un pensiero ce l'ho. La vedo mutare come fanno le nuvole in cielo: assume forme inquetanti a volte, altre sono chiare e solari. Sta crescendo e non voglio farle alcuna pressione. Voglio solo farle capire che su di me può contare, anche se non la vedremo mai allo stesso modo su alcune cose o... persone.
Sono stanca...
Gli allenamenti, l'addestramento, quello che capita nell'arcipelago.. Tutto sfinisce persino  una Igneis che non dorme mai come me.

Etoso en swoatna.
Il nuovo saluto della Guardia di Corte.

3#AMARTI è...(Poesiasenzametrica)
Correre di notte con una chiave che apre una sola serratura al Tramonto;
Perdersi in un caldo sorriso avvolta da parole impertinenti;
Sfiorare con mano i tuoi sentimenti e sentirli anche con l'anima;
Tendere un ricciolo di fuoco e sentirgli dire il tuo nome;
Abbracciare un albero con l'affanno del momento con il mondo che si dimentica di noi;
Correre a perdifiato ridendo e nello stesso tempo con la paura di vivere;
Lasciarsi asciugare le lacrime dalla tua mano per scoprire che non fuggi via;
Scaldarsi al fuoco in una notte umida di vegetazione per soccombere ad un impeto;
Crescere come un incendio che crea e distrugge nello stesso insano momento;
Volare con ali di fuoco sull'onda di un emozione che ci spaventa entrambi;
Desiderare di mettere radici non in un posto, ma nell'anima dell'altro;
Prendersi in giro solo con il battito del proprio cuore;
Ritrovarsi a vivere una realtà da sogno incommensurabile;

Sapere che mente, cuore e anima mi appartegono ancora, ma che vibrano solo perchè nella  mia vita sono intrecciate alle tue idee, al tuo sentimento, al tuo essere.

4#UN'ONDATA DI DOLORE

Lui non importa.
Importa come è arrivato sulla spiaggia di Ulmafor.
Non ci credevo, lo guardavo ferito e dicevo cosa non va? Cosa c'è?
Il mare ha restituito un suo boccone indigesto eppure io ero frastornata.
Perchè sono così caparbia?
Perchè non ho lasciato perdere?
Perchè ho fatto di tutto per afferrare qualcosa che non dovevo.. non potevo.. non volevo ricordare?
L'inizio della mia vita solitaria.
Sola e abbandonata, neanche il mare mi aveva voluto, neanche lui.
Così gli Spiriti mi hanno risparmiata, lasciandomi per chissà quanto tempo in acqua e ora io il mare lo odio!
LO ODIO!
L O   O D I O!!!!
Non mi hai concesso di sparire, di portare con me chissà cosa, un segreto, una vita squallida, una tristezza troppo grande?
Non lo so...
E stanotte ho ricordato il respiro pieno di sabbia, la bocca che sapeva di sale, quanto buciava la gola, le labbra intorpidite, il corpo pesante e ridotto ad una pelle grigia e raggrinzita. Non ero ferita, ma lo sguardo era di vetro. Io non ricordavo molto, ma stasera ho afferrato quelle immagini angoscianti che erano mie eppure erano troppo distanti da me. Non riuscivo a muovermi ricordo i capelli che mi aderivano al volto, come fredde alghe rosse che mi impedivano di respirare. Ho provato a muovere le mani, i piedi, a girare la testa. Quel corpo non era mio. Non potevo essere io. Ero rinchiusa e la beffa era che nessuno poteva aiutarmi perchè io non volevo.
Stanotte questo ho ricordato, quello che pensavo fosse sepolto in me per non tornare alla luce, ma per rimanere sul fondo di un mare che odio.
Tutto quello che so dopo questo momento me lo ha raccontato Jaja, colmando le lacune di immagini con le sue parole.
Devi vivere. Io sono sopravvissuta.
Devi resistere. Io ho sopportato.
Non mollare. Io posso dirlo.
Ma ora mi sento così male perchè mi sento come se per un solo momento quell'uomo ferito mi abbia mostrato la gabbia di un tempo.
Non ci torno dentro! volevo dire, invece ho fatto altro.
E ora sono con Vanadiel. Non lo sveglierò stanotte, perchè mi basta stare nel nostro letto a guardarlo dormire, a piangere  in silenzio, e a sentire come la sua presenza mi dia conforto.
Ho lui.
Sono fuori dalla gabbia.
Sono libera....

mercoledì 21 dicembre 2011

Terzo mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#MORTE DI UN'AMICIZIA
Due fiamme che dovevano essere schiena contro schiena invece ora si guardano e si fronteggiano inevitabilmente.
Kymber.
Mi chiedo se l'ho mai conosciuta davvero.
Dalle parole di Dar, pare che quello che io ho percepito come un ultimo colpo di coda fosse l'ultimo canto del cigno di quello che era una delle mie sorelle di Fuoco.
Esistono le fiamme nere, mi ha detto Jaja: Kymber è una di queste?
Un tempo quando vedevo Phemt io ne ero convinta di essere così perchè pensavo che la mia vita fosse stata solo una bizzarria continua, uno scarto che solo troppo pochi potessero apprezzare.. Ero nera come un'ombra, come una distorta fiamma attraverso cui non si percepisce semplice calore. Ero devastante come la più acuta sofferenza, quando un'agonia non cessa mai e ti porta a convivere con quel dolore in cui vorresti far precipitare tutti.
Ma Kymber...
Lei semplicemente distorce tutto a causa di un dolore che l'ha sopraffatta e si è arresa, per quanto continui ad imbracciare le sue armi.
L'ho osservata per lungo tempo, da quando al Picco ha ammesso di aver “volato” con Phemt. Non ha capito la natura della mia domanda, ma le sue parole erano inequivocabili. E se all'epoca ero preoccupata, ora che lei è fuori dall'Esercito, o meglio dalla Guardia di Corte, con Phemt morto, credo che la cosa non mi faccia più né caldo né freddo.
Ha dimostrato di essere abbastanza inaffidabile e disinteressata di tutti e tutto, visto che è fredda come un pezzo di ghiaccio, per me è come morta. Nessuna fiamma libera sarebbe stata così gelata, ma del resto è come dice Jaja, le fiamme nere non riscaldano mai, sono fredde e feriscono solo perchè sono taglienti.
Quando siamo andati tutti alle prigioni ha dato il colpo di grazia alla nostra amicizia.
“Ragazzina, sai, stavo quasi per commuovermi”
Che replicare?
Niente.
Ero abbastanza nauseata da quella sceneggiata visto che era in contraddizione continua. Sapevo che mentiva, su cosa non lo avrei saputo dire, ma quell'aggressione verbale al Falco stonava così tanto che, boh, facevo fatica a comprendere per chi era la sceneggiata.
Quella sera per me è morta Kymber.
Ha detto l'ultima frase da teatrante e ha rinnegato tutto in quello in cui credeva solo per una calore umano che posso comprendere, ma non giustifico.
E non mi interessa sapere se lei ama lui, come mi ha detto, se lo ha fatto perchè lei ha fiducia in lui e se la ricambia: tutte quelle morti di cui Phemt ha palesato il disprezzo per la loro inutile esistenza, ma compiacimento per la loro utile morte, mi ha fatto così schifo che volevo capire come potevo aver creduto di amare un uomo del genere?
Ero così diversa?
Lo ero.
Mi sono allontanata dal mio rancore, ho preso le distanze da quello che mi seduceva più di ogni altra cosa e ho respirato l'aria del mattino e non della notte. Ho solo sfiorato l'abisso per mia fortuna perchè credo che nessuno ne esca mai del tutto. Si è come dei drogati, non ci si libera mai dalla dipendenza: se ti riavvicini poi cedi di nuovo inevitabilmente.
Non esistono uscite, ma toccato il fondo ti ritrovi distesa a faccia in su a guardare quella porzione di cielo e un giorno ti chiedi se quella striscia è tutto l'orizzonte senza confini, perchè l'unica cosa infinita che vivi è la tua agonia.
Sono la sua Nemesi?
Così mi ha chiamata, come mi ha definita anche rivale. Non ha mai nominato Phemt in questo, ma mi sarebbe venuto da ridere se lo avesse fatto perchè alla fine, è così che mi vede: le ho usurpato il posto come allieva di Shandar, ma è stata anche lei ad allontanarsi, e non si può pretendere che gli altri ci inseguano per sempre se sfuggi di continuo; persino la mia relazione con il Falco potrebbe sembrare troppo simile alla sua. Solo che a me è andata bene. A lei non so, e non mi interessa più.
Si, sono una ragazzina, sono scapestrata, sono una vera testa di fiamma, ma ho onore e chi tradisce, dice menzogne per i propri scopi personali non si può più fregiare di tale parola. Non importa in che misura, ma la parola stessa prevede lealtà e sincerità, perchè una persona onorevole per definizione è quella che gode di una buona reputazione e rispettabilità oltre che di onestà e rettitudine.
Kymber Ellèsar non è più niente di tutto questo.
Sa combattere come una guerriera, ma lo sono anche i mercenari che sono leali solo a chi li paga meglio.
Ho visto come si è ridotta Dyna per questa storia e anche Shandar. No, io preferisco non considerarla più nemmeno una Sorella di Fuoco, oltre che una compagna. So che sono niente di fronte a lei, che sono anni che combatte, ma non per questo le sono inferiore.
Sono un'Igneis e lo sono fino in fondo. La mia fiamma è così bruciante che mi sento esplodere, ma saper incanalare le energie negative in qualcosa di più costruttivo che mi rende più grande e potente è quello che mi ha insegnato Dar.
Non verso una lacrima per la morte di un'amicizia che è scivolata via come sabbia tra le dita. Preferisco pensare ad altro: ad allenarmi e ad aspettare cosa mi riserva il domani.

2#IL RITORNO DI DEVA
E' tornata.
Deva è finalmente tornata: ho pregato così tanto che tornasse, che quando l'avevo vista al Picco del Serpente, mi è mancato il fiato.
Quante volte nelle mie preghiere c'era un pensiero per lei?
Tante, perchè avevo bisogno di una guida diversa da Dar. Lui per quanto mi sia vicino non è Igneis, non comprende fino in fondo, o forse sono io che non riesco a comunicare con lui ad un certo livello.
E' stato bello riabbracciarla, parlarle, guardarla negli occhi e soprattutto sapere che il suo pellegrinaggio è finito.
Non pensavo mi fosse mancata tanto fino a quando non l'ho vista lì, inginocchiata davanti alla stele. Ero davvero sbalordita. Mi chiedevo se stavo sognando o avevo un'allucinazione, visto che dormo talmente raramente e poco che i miei sogni sono rari. L'ultimo poi era orribile, ma lasciamo stare.
Invece la sua voce calda e placida, come brace sotto la cenere mi ha avvolta del tutto simile alla fiamma dello stesso Nauru.
Non le ho detto tutto.
Non sa che io e Arya siamo distanti così tanto che difficilmente parliamo.
Non le ho detto di Kymber e Phemt.
Non le ho detto di Vanadiel.
Volevo sapere solo come stava.
E poi tutto è precipitato al Cortile del Tempio.
Doveva sapere che mi era mancata così tanto che una parte di me si era spenta.
Eravamo con Liserlee, stavamo parlando... nemmeno mi ricordo più di cosa. Poi l'Aquean se n'è andata e io volevo solo esternare il mio grande affetto per lei. Mi sono avvicinata come una piccola fiamma che guarda affascinata un inferno di fuoco. Ne ero inevitabilmente attratta e nello stesso tempo avevo una paura folle di annullarmi in esso. Deva non è solo una Igneis, ma è la Favorita di Nauru e si vede.
Così le ho detto di amarla e l'ho baciata.
Che significa me lo sto ancora chiedendo.
Eppure io desidero carnalmente e sentimentalmente altro.
Sono così confusa e nello stesso tempo sono certa di ciò che sono.
Avevo così paura prima di baciarla anche se sapevo che non mi avrebbe rifiutata, che era giusto e che era una cosa che volevo fare da lungo tempo.
Quando questa piccola fiammella si è avvicinata e ha mescolato la sua tenue vampa al ciclone infuocato che è Deva, non si è persa o diluita, ma ha avvampato brillante e forte.
E così ho capito.
Io non sono solo una Igneis o una Figlia di Nauru, io sono la sua Furia e nel mio sangue scorre la sua potenza devastatrice e il suo calore avvolgente.
Mi sono definita seguace con tanta naturalezza che la Mia Anima, Deva, ha compreso e ne era felice.
Ne parleremo, forse prima dello scontro su Altaer, perchè per la prima volta oltre a difendere l'Arcipelago con le armi della Guardia della Corte, il mio arco sarà lo strumento di Fuoco.

Che Nauru arda e cammini con me.

3#ADDIO, ShanDar
Morto.
Andato.
Annullato.
Sepolto.
Per sempre...
Dar non c'è più e io sono qui a guardare il nulla di questa pagina vuota.
Che devo dire?
Vederlo gelare e poi trafiggere da quella freccia mi ha letterlamente devastato l'anima.
Una freccia!
Una misera freccia!
Dannazione è tutta colpa mia!
Sono un'incapace!
Dovevo far fuori quel dannato grigio prima che lui potesse nuocere a qualcuno, invece.. invece..
Dar, non doveva finire così. Dovevo essere io a morire, non tu, che hai un bimbo piccolo, che hai così tanto nella tua vita... Avevi...
Sento un vuoto lacerante nel petto, mi manca così tanto qualcosa che non riesco a muovermi da casa di Vanadiel.
Ho paura che andando a Palazzo, o al Picco o in Spiaggia o in Piazza.. ovunque io vada vedo il tuo cipiglio severo e lo sguardo fermo, di quando mi addestravi, ma sempre gentile di quando sapevi anche ascoltarmi.
Eri il mio maestro, il mio migliore amico, eri.. mio fratello.
Che presuntuosa!
Solo perchè penso di centrare un manichino a breve distanza penso di essere brava, penso di... fare chissà che.
E stavolta la mia arroganza ha avuto un prezzo troppo alto.
Mi sento il tuo sangue addosso e non posso farci niente, per quanto mi lavi, per quanto strofini ho sempre la stessa schifosa sensazione di peccato rosso.
E mi sento peggio se penso che per colpa mia, Zacur non potrà crescere con suo padre.
E poi c'è Fiamma...
Che devo scrivere di lei?
Tutti si raccoglieranno attorno a lei, è giusto così, ma io no.
Non la conosco e a dire il vero non mi piace troppo.
Non mi sento in colpa nel pensarlo.
Mi tiene a distanza e lo ha sempre fatto.
E poi cosa abbiamo in comune io e lei?
Oramai niente.
Per quanto dica che abbia "perdonato" mi ha sempre guardato come se da un momento o l'altro dovessi prendermi ciò che è suo.
Eh già, la cattiva sono io!
Anzi si, io sono proprio la cattiva!!!! Non mi sbatte un cazzo, se lei ha ragione e io sono la poco di buono che ha tentato di portarle via il suo uomo: come si fa a mortificarsi a quel modo, io poi non lo so.. E' sempre dismessa, un pelino tremante, davanti a Phemt poi sembrava una ragazzina che non sapeva far altro che mormorare!!!
Che donna ti sei scelto, Dar?
Non riesco a vedere quello che ci vedevi tu, quello di cui mi hai parlato.. No, io vedo solo una donna troppo fragile.
Dov'è finita invece la Reggente che mi metteva in guardia da Phemt?
Dov'è finita la donna che governava le isole con un fare materno, ma determinato?
Ma di che vado parlando??
Sono così fuori di me che stento a riconoscermi, ma di certo il mio umore è lugubre ed immensamente furioso. Mi sembra di scoppiare!
Ho nascosto la mia indole capricciosa e irruenta perchè è così che si aspettavano tutti: la buona, la brava e disciplinata Haze..
COL CAVOLO!!!
Sono stanca, sono disperata, sono svuotata e soprattutto mi rompe dover consolare qualcuno, perchè voglio essere consolata io!
Capricciosa, sciocca e puerile!
Non ne ho per nessuno, perchè il mio dolore non è inferiore a quello di nessun altro. Non è perchè non ero la sua donna o una sua amica da lungo tempo sto meno peggio, non ci sono priorità o livelli da scalare nell'affetto di una persona e se qualcuno la pensa in modo diverso io non so che farci. Stavolta non mi adeguo!
L'unica cosa che posso fare è stare in silenzio...
La testa di fiamma si limita a tacere.
Ma con Vanadiel no. Lui no.
Con lui posso essere me stessa.
Con lui dirò addio al mio migliore amico, alla parte migliore di me.
Addio, Dar.
Ti ho voluto bene come a nessun altro.

martedì 20 dicembre 2011

Primo Mese e Secondo del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#...D'ACCORDO
Basta poco.
Basta una semplice parola e mi sento come distesa sopra un manto di nuvole, morbido e caldo, dove non ci sono correnti fredde ma talmente calde che arroventano l'aria e incredibilmente la paura di cadere è così inebriante che la agogno.
"D'accordo".
La parola che ha liberato il mio cuore con un sussulto quando credevo di precipitare in un baratro così profondo da sapere che non ne sarei più uscita. Invece no: Vanadiel mi ha guardata negli occhi e ieri notte mi ha amata.
Sento come un solletico nello stomaco, come qualcosa che mi serra lo stomaco, ma mi fa sorridere come una sciocca. Stringermi a lui è come lasciarsi trascinare in un vortice caldo e irriverente. Eppure nell'occhio del ciclone c'è solo tepore e calma. I suoi occhi castani sono come una calamita che mi lasciano senza fiato, eppure mi rilassano come la sua voce che mi dice "d'accordo".
Quell'unica parola mi risuona nelle orecchie, mi avvolge e mi infiamma il corpo, mi brucia l'anima, mi fa battere all'impazzata il cuore e mi illumina la mente.
"D'accordo".
La ripeterei all'infinito.
Non userei parola migliore per dire si, per dire tutto quello che c'è tra noi.
Eppure non è cambiato nulla: percorriamo assieme la stessa strada e se tra noi c'è qualcosa, se noi siamo sempre l'uno nelle braccia dell'altro, è perchè intorno a noi il mondo cambia, mentre noi siamo sempre lì a guardarci con entusiasmo, a respirare l'uno nei baci dell'altro.
Come sono sdolcinata!
Ma che ci devo fare se sento svolazzare tante piccole farfalle nello stomaco che con le loro ali lo solleticano, e spingono il cuore a battere talmente forte che sembra dare il tempo alla musicalità del mondo?
Oggi mentre andavo in giro per la ronda pensavo che tutti si accorgessero di quanto avessi la testa tra le nuvole, o un perenne sorriso sulle labbra, che se da una parte non mi dispiace, dall'altra mi darà sicuramente un'aria da idiota.
"D'accordo".
Se la ripeto di nuovo mi suona ulteriormente differente.
Come se avesse mille significati nascosti, come se nascondesse una marea di sensazioni incredibili, come se alla fine fosse tutto quello che mi aspettavo da lui e... de me!
Si, per me è stato importante, "d'accordo".

2#IN GABBBIA
Forse avevo deciso di non scrivere più per non essere così tanto un libro aperto, forse avevo solo tanta paura di mettere nero su bianco cosa mi stava accandendo su più fronti, forse semplicemente non mi era più amico il mio diario e ciò che scrivevo mi metteva di cattivo umore, perchè poi alla fine la mia coscenza mi rimordeva. Dico sempre che faccio le mie scelte in totale libertà, ma quando queste mi portano a conseguenze che mai avrei voluto, penso di essere proprio una testa di... Fiamma!
Non so nememno da dove riprendere per aggiornare ciò che è successo in tante settimane..
Inizio forse dalla cattura di Phemt?
Dalla fine prossima di un'amicizia?
Dalla rottura di un equilibrio che mai avrei creduto possibile si spezzasse?
Oppure parlo di ciò che fa quello sfarfallio che continua a solleticarmi lo stomaco e che mi rapisce l'anima?
Beh, inizio da quello che mi tormenta e non poco, tanto le prime domande a quanto pare sono legate assieme.
Phemt si è consegnato senza colpo ferire: una mattina nel Tempio ha compiuto un rituale che apparentemente non ha fatto altro che liberare le anime di Mawan ed Hermughnen dal loro tormento in Oltretomba, e poi si è consegnato a Kymber, davanti ai Guardiani.
La mia domanda è: tu passi mesi a scappare, a non farti trovare ad eludere la nostra sorveglianza (d'accordo non serrata, ma siamo pochi) scappando ogni volta che ti vediamo e poi, così, senza un perchè, senza altra motivazione che la stanchezza di una vita raminga e da fuggiasco, tu ti fai imprigionare?
D'accordo la risposta è plausibile, ma come si fa a rinunciare a tutto, e per tutto parlo di affetti, onore e tutto ciò che possiedi, per la causa, poi siccome non c'è più una ragione per farlo ritorni sui tuoi passi dicendo: io ho solo seguito il mio Spirito.
"Tu non puoi capire, Haze".
Queste sono state le sue parole.
E io cosa volevo rispondere?
Ringrazio Nauru e bacio a terra che non capisco!
Perchè io mi rifiuto di comprendere che per uno Spirito debba rinunciare alla mia umanità, che non mi ponga domande e dimentichi la mia morale se mai l'ho avuta, che non esista altro che quello Spirito, neanche fosse una divinità da idolatrare.
E Phemt che si dichiarava libero.
E' uno schiavo, nè più nè meno.
Perchè se lui non si domanda il fine dello Spirito che segue e fa ogni cosa gli venga chiesta, questo significa essere un servo.
Seguire uno Spirito come Male inoltre significa godere della propria immoralità, procurare sofferenza altrui, far scivolare nella crudeltà tutto il nostro mondo. Lo sterminio diventa un'arma, il terrore un mezzo attraverso cui piegare chi non vuole sottostare a certe leggi, l'agonia la punizione per chi non si adegua al volere dell'Essenza, la morte viene vista come una liberazione...
Che mondo è?
Un mondo in cui io non vorrei mai vivere, questo è sicuro.
Phemt reputa normale i sacrifici umani, perchè quelle "vite hanno avuto infine la loro utilità".
Eggià.
Lui non pensa che quegli uomini e quelle donne avevano una vita, degli amici, dei parenti, dei sogni e delle aspirazioni proprio come lui. Lui ha scelto di sacrificare i propri allo Spirito di Male, quelle persone immolate su un altare a cui non credevano, no. Ma chissene, questa è una guerra, finchè fa comodo, poi alza bandiera bianca perchè Male ha altri progetti e lui in difinitiva che ha fatto?
Lui disprezza la vita e la libertà, e per questo bisognerebbe lasciarlo libero, perchè la sua mano non ha mosso colpo (pur volendolo fare eccome! Ashra avrebbe resistito al suo colpo? io questo non lo so, ma di certo non immagino Phemt così scarso da farle una carezza)?
Si, davvero non comprendo e non mi voglio nemmeno sforzare perchè ogni volta che tento mi irrito. Cosa c'è da capire mi chiedo?
Forse sono prevenuta, come dice Arya, o forse vedo fin troppo bene quello che è realmente Phemt.
Non provo rancore per come sono andate le cose tra noi, e non perchè sia così generosa, ma perchè ho incontrato Vanadiel e non mi sono lasciata il tempo di amareggiarmi. E' come gli ho detto quando l'ho visto in prigione: non godo nel vederlo chiuso in una gabbia, ma non mi dispiaccio più di tanto. E perchè dovrei?
Ma arrivare a dire che lo voglio morto, questo no.
Sembra che io gli abbia dato una caccia assetata del suo sangue e questo mi fa infuriare, perchè nella sua infinita presunzione non vede quanto io mi sia astenuta dall'infierire.
E' anche vero che quando un giorno mi sono confrontata con Shandar per allenarmi era lui che avevo in mente di prendere a calci, ma poi mi sono resa conto che era con me stessa che ce l'avevo a morte, perchè un tempo lui mi aveva mostrato un lato di me che ora detesto con tutta me stessa: una donna più fredda e cinica, e piuttosto ambiziosa. Ricordo ancora la mia determinazione nel non voler lasciarmi fermare da Deva che mi aveva negato gli insegnamenti della via di Fuoco. Avrei spazzato via chiunque si fosse messo sul mio cammino, questo lo ricordo piuttosto bene e questo mi esaltava. Sentivo quell'odio nato da un futile motivo che distorceva la mia capacità di giudizio e Phemt non faceva altro che fomentarla.
Cosa sarei diventata se fossi rimasta accanto a lui?
Se mai avessi chiesto di più da lui, ma gli fossi rimasta accanto come diceva, "come due uccelli dello stesso stormo, senza bisogno di uno sguardo, avremmo saputo sempre dov'era l'altro", cosa sarei divenuta?
Questo mi ha spaventata.
Questo mi rende poco fiera di me.
Questo mi bracca certe volte quando perdo il controllo.
Per fortuna ho compreso anche che tutti abbiamo un lato oscuro, e che non va mai guardato troppo a lungo perchè altrimenti ti seduce inevitabilmente. L'abisso lo abbiamo tutti e nessuno torna indietro per raccontarlo, ma solo per nascondere che questo ci ha irrimediabilmente alterati.
No, io non odio Phemt.
E' fatica sprecata e soprattutto non ne ho motivo.
Si, io non lo capisco più perchè abbiamo preso due strade che irrimediabilmente ci portano a scontrarci.
Lui dice che ha tentato di comunicare con me chiedendomi scusa. Lo ha fattto, ma quando? quando era troppo tardi, e poi è stato lontano dimostrando così che a quelle scuse non ci teneva affatto. Quindi non posso e non voglio credere che lui si sia pentito di come sono andate le cose tra noi.
Alla fine però tutto questo mi ha portato comunque via tanto.
Ma io gli ho mai dato contro? Gli ho mai detto: "è tutta colpa tua"? E anche se fosse, a cosa sarebbe servito?
Ad un bel niente.
Meglio per una volta essere soldato e non pensare quale sarà la sua sorte.
Io accetterò qualunque verdetto.
Non mi interessa più...

3#SOGNI DI SANGUE
Guardo il mio bersaglio, gli do il fianco, rilasso le spalle, prendo la freccia da dietro la spalla sinistra con una lentezza che mi pare di essere sottacqua. Gli occhi mi bruciano, ma io mi ostino a non sbattere le ciglia, mentre con l'arco rivolto in basso stringo con la destra la curva del legno per incoccare il proiettile. Non so perchè, ma quell'arnese ha la punta in mithril. Sollevando l'arco sento l'eccitazione data dalla scarica di adrenalina purissima: una vera frustrata perchè nel tendere la corda sento la resistenza del legno che scricchiola, come un rumore appena udibile. Il mio bersaglio una sagoma scura indefinibile che incarna la pura malvagità: ha occhi rossi, poi dorati, poi verdi, poi color nocciola, poi azzurri. Sono gli occhi di una bestia che divora tutto ciò che di bene c'è a questo mondo. Eppure sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, velare la mia vista, appannare la mia mira, spezzare la mia certezza. Devo colpirlo, lo so, ma quella sagoma nera è così informe che non so chi sia, sento solo che ad essa sono legata e questa mia unica e preziosissima freccia potrebbe imprigionarmi in un abisso invece che liberarmi.
Come sono ostina!
Non batto le palpebre e le lacrime ora scendono inesorabili sulle gote. Ma piango per una sofferenza dell'anima o del corpo?
E' una mescolanza, perchè ora che ho acquisto il bersaglio so che posso fare due cose: o abbasso l'arco e rinuncio, o scocco la freccia e vedo che succede.
Incredibilmente apro le dita della mancina nel momento stesso in cui chiudo gli occhi. Non si fa, mi ripete l'arciera che è in me: si guarda l'obiettivo fino in fondo. Invece la parte più fragile di me prova un dolore intenso nel lasciar partire la freccia, mentre la soldatessa che è nata dalle ceneri della Randagia sente che deve obbedire all'ordine imperativo di difendere ciò che ama.
Ma vale la pena?
Il sacrificio è proporzionato al risultato?
Quando riapro gli occhi ho lo sguardo basso e vedo le mie mani lorde di sangue. Un'arciera non ha mai tanto sangue addosso, mi ripeto. Eppure le sento appiccicose, umide e le osservo con un orrore crescente. Cos'ho colpito?
Sollevo di scatto la mia visuale e ciò che vedo mi manda in frantumi.
Arya.
C'è lei in quel mare di orrendo rosso.
Che cos'ho fatto?
Come ho potuto?
Come?
Mi sveglio di soprassalto urlando.
Sono un'Igneis, non dormo praticamente mai, ma in questi giorni sono così stanca, così vagamente depressa e angosciata che se mi capita di farlo anche per pochi minuti, ho questo incubo.
Ieri notte ho pregato Nauru: mi manca da morire Deva, come vorrei poter parlare con lei. Mi ha aiutata in un momento tremendo e forse, mi dico, forse potrebbe farmi capire che mi succede. Non voglio provare rancore, non voglio sfiorare nemmeno l'odio, ma non posso continuare a far finta che niente mi tocchi, perchè il demone ora mi bracca, ha fiutato la mia debolezza e prima o poi mi avrà.
Arya ama Phemt come un padre e io a mia volta amo lei come una sorella, eppure non mi da retta, non vuole sentir parlare di lui se non nel modo in cui lo vede lei.
Potrei dire che è ostinata e sciocca, immatura e presuntuosa visto che all'età sua io avrei meno certezze. Invece no, lei ha quel suo modo così "leggero" di porti le cose che spesso mi chiedo se la voglio prendere a schiaffi o abbracciarla. Da una parte non me la sento di demolire l'immagine che ha di Phemt, dall'altra come vorrei farle vedere quello che vedo io o Shandar.
Ma una cosa è certa: io non voglio vederla soffrire, non a causa del Falco e soprattutto non a causa mia.
Lo so, è egoistico, ma non ho mai avuto una famiglia e vederla vacillare in questi giorni mi sta portando ad accettare un compromesso.
Ho deciso che non posso chiedere ad Arya di rinunciare all'affetto per Phemt, non è giusto per lei e poi si ama a prescindere dalle colpe. Vorrei solo che quell'uomo capisse quanto è fortunato ad avere tanto.
Preferisco mandar giù un boccone amaro, che pentirmi di averla lasciata sola come ha dovuto fare Deva per il suo pellegrinaggio o altro.
No, mi asterrò dal tentare ancora di convincerla a cambiare idea: un po' perchè è lecito sbagliare, un po' perchè forse lei è davvero l'unica che possa tirar fuori del buono dal Falco, se ancora ce n'è.
Non sarò io a distruggere niente. Forse ci penserà proprio lui,o forse Arya, o forse ancora gli eventi.
Una cosa la so: la proteggerò finchè potrò, volente o nolente.