giovedì 29 dicembre 2011

Settimo Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#CATENE SPEZZATE
Lascio dei buchi incolmabili in questo periodo, perchè ho lasciato il diario nel luogo più sicuro che conosco: da Vanadiel. Vado poco a casa sua in questi ultimi giorni e non ho ancora colto l'occasione di mostrargli questo quaderno. Lo voglio fare, voglio che lui possa sapere ogni mio pensiero.
Lo amo.
Non c'è nessuna altra ragione per celargli i miei pensieri, i quali vengono letti facilmente dal mio uomo con una facilità che a volte mi sorprende. A volte mi manca il fiato quando mi guarda e mi fa dimenticare il mondo che ci circonda, come l'altro giorno quando è venuto a trovarmi a Palazzo dopo aver trovato la mia lettera. Non mi importa perchè c'ha messo un po': lo conosco, avrà avuto il suo lavoro a cui badare. Van è come me: perde davvero la cognizione di tutto il resto quando lavora. Lo adoro anche per questo.
Eppure lui è venuto e io ne avevo un bisogno disperato.
Ho conosciuto Zeah, la Terran che mi era venuta a cercare dicendo di conoscermi. Non assomiglia a Valadya, eppure ha quella stessa monumentalità da cui spesso traggo enorme tranquillità. Abbiamo parlato e quello che è uscito fuori mi ha lasciata senza fiato.
Schiava.
Io ero una schiava.
Invenduta perchè ferivo ripetutamente i miei probabili padroni.
Le mie mani mi hanna salvata tante di quelle volte, quanto mi hanno messa in enormi guai, come quando ho bruciato la gonna di quella donna snob e spocchiosa che era venuta da Jaja per degli abiti. Un tempo così lontano che mi pare una vita fa e io non sono più quella ragazza che articolava male le parole e si arrabbiava per un nonnulla.
Ero distrutta allora e lo ero anche dopo quello che mi ha detto Zeah. Mi sono sentita sporca, perchè ho visto come trattano le schiave di recente in quella retata su Morchien, e mi ha fatto venire il voltastomaco. Volevo fare come facevo allora, dare fuoco a tutto e veder sparire tutto questo schifo trasformandolo in cenere. Invece ho resistito all'impulso e quando ho visto Vanadiel volevo solo essere abbracciata, solo che lui non mi guardasse come se fossi diversa, come se fossi merce avariata.
Perchè mi sono venuti tutti questi dubbi?
In un momento mi sono chiesta se non fossi destinata a compiacere qualche uomo, com'è probabile, e quindi qualcuno mi abbia "istruito". Ero davvero fuori di me, ma è bastata la presenza di Van e il suo solito modo di punzecchiarmi a farmi capire che niente è cambiato. Lui poi alterna quel suo modo di fare, graffiante e arrogante, con uno avvolgente e sicuro che mi fa sentire sempre protetta.
No, io non sono cambiata: sono quel che sono, con pregi e difetti, costruendomi pezzo per pezzo fino a diventare la donna che sono oggi. Ho  una famiglia, amici che mi danno tutto il calore che torno loro indietro e il mio futuro è incerto solo perchè qualcuno ha deciso che la mia vita da una parte è priva di valore, dall'altra può fare la differenza.
Ho una paura tremenda di lasciare che il mio nemico distrugga tutto quello che mi sono faticosamente costruita intorno o possa far soffrire le persone che amo di più al mondo.
Eppure guardo Vanadiel addormentato al mio fianco e penso che sarà sempre così la mia vita. Non sono nata per essere una docile donna di casa: sono pessima in cucina, pessima nelle faccende domestiche, e pessima come padrona di casa. Per me tutto ha un senso quando impugno Furia di Fuoco, il mio arco. Vanadiel me lo ha dato e ora ho uno strumento perfetto, solo la mia arte deve migliorare fino ai confini e poi oltre. Non importa chi o cosa ero in passato: ho sempre detto che volevo un futuro, mentre ora mi rendo conto che ho un presente tutto da vivere.

2#IL BALLO DELLA MORTE
È successo quello che più temeva Dar.
Mi hanno teso un agguato e se sono viva, forse lo devo a lui e alla mia buona stella.
È successo tutto rapidamente. Come quando si mette nel fuoco un piccolo ramoscello di legno: all'inizio sembra quasi che la fiamma non possa toccarlo, poi inizia la combustione, quasi casuale ed è in un attimo che brucia come se niente potesse e dovesse più arrestarla.
Ero al lago di Chivia dopo aver ricevuto una strana lettera che mi diceva di presentarmi da sola, se volevo delle informazioni necessarie contro il Culto. Il parlare dei monaci di Morchien poi mi ha indotta ad andarci, ma sia io che Dar sapevamo che era una trappola.
Mi aspettavo di tutto, ma non che usassero il kernal allo stato volatile. L'ho respirato anche se per poco e mi sono subito sentita intorpidita e spossata. Una sensazione strana per me, che solitamente sono molto attiva.
Ed è lì che è scattato l'agguato.
Dal lago è sbucata una donna che è atterrata alle mie spalle e io l'unica cosa che le ho chiesto era chi fosse.
La mia morte, mi annunciava. Ma io finchè potrò dire la mia, non mi lascerò mai andare alle (poco) lusinghiere parole della Morte.
Ed ecco che la mia visione mandata da Fuoco il pomeriggio si è concretizzata. Sapevo chi era e la domanda che avevo posto, alla fine era pura retorica.
Due lame per essere agile e sicura, potente e chirurgica, ma io stentavo a tenermi in piedi e mi sembrava solo di annaspare.
Mi ha graffiata il petto con un fendente, con l'altro mirato alla gola, mi ha squarciato dalla mandibola al labbro prima che io cadessi seduta sul pontile, ma il dolore non mi ha tolto del tutto la lucidità quando l'Aquean è andata in affondo per colpirmi al ventre e al cuore, io essendomi distesa ho rotolato sul fianco sinistro. Non pensavo di essere così lenta tanto da essere presa alla spalla e al fianco destro, arrivando a danneggiarmi un rene. Non ricordo di aver provato mai un dolore così intenso, nemmeno quando mi ferì Elemo, visto che svenni nell'impatto della sua freccia.
Queste sono le mie prime vere ferite e ho scoperto che il dolore non rende più forti, ti fa solo capire che diventi sempre più debole se lo lasci agire. Sono mortale, sono vulnerabile, sono inferiore ai miei nemici, ma non sono sconfitta, non ancora. E finche avrò fiato io lotterò.
Arriveranno ancora colpi bassi come il kernal?
Può darsi, Male agisce subdolamente, vuole ottenere il suo vantaggio e non importa a che prezzo. Forse sono ingenua, forse alla fine non ho imparato niente, ma la storia con Phemt, il Culto, la sua morte e poi Kymber.. tutto mi fa capire che avere integrità per me è fondamentale. Non esiste il fine giustifica i mezzi. Io non scenderò mai a loro livello.
Vincerà il Culto?
Può darsi, ma io non avrò perso la stima di me stessa e quella di chi mi ama.
A volte nella vita c'è qualcosa di più importante di se stessi, persino della propria vita.
Sono pronta a morire?
No, non lo sarò mai. Perchè io voglio vivere: il mio futuro è arrivato e porta con sè i miei affetti. La Morte è una possibilità. La Morte viaggia con me sempre. La Morte è quella signora che mi dice che tutto può finire da un momento all'altro.
La paura non è mancanza di coraggio, e quella cosa che ti tiene allerta e non ti fa sottovalutare mai il tuo nemico.

3#L'OMBRA DELLA FIAMMA
Ho freddo..
La mia fiamma brucia, ma è strano, è come se non fosse più interna e non mi scalda.
Vedo tutto nero, sento solo il vuoto attorno a me e un tocco gelido di cose striscianti, ma eteree mi fa sussultare ogni volta. Eppure so di avere gli occhi chiusi, non sento il mio corpo, ma c'è. Non sento niente eppure avverto cose che prima mi erano sconosciute.
Mi raggomitolo su me stessa e allora mi sento vagare come se fossi immersa in un liguido caldo, non avvertendo il mio peso per intero. Eppure so che l'acqua non c'è. Non mi piace, è troppo scuro, è troppo glaciale io voglio il calore, cerco l'intensità del sole, l'impentuosità del fuoco.
Dove sono?
Che mi succede?
Le mie ferite si sono aggravate?
Di nuovo sono caduta preda della mia mente?
Ti prego, no. Non posso di nuovo subire la prigionia. Ma stavolta sento che è peggio. Non avverto il mondo che mi circonda, quando ci provo sento il nulla freddo e scuro, pertanto mi richiudo in me stessa.
Quanto tempo è passato?... Minuti? Giorni? oppure sono ore? Perdo la nozione del tempo, non riesco a capire quanto tempo trascorre.. Mi sento male...
Fuoco aiutami!
Mi sento così sconclusionata che tra poco mi metto ad urlare.
Ho cercato di nuovo di uscire da questo gelo, e mi sono sentita sollevare fino a percepire la luce e così cercavo.. cercavo.. cercavo..
Cosa mi sta succedendo?
Faccio fatica a raccogliere i miei pensieri, li sento sempre un po' troppo lontani per essere avvicinati rapidamente.
Chi sono, mi ha chiesto quell'ombra nera dalla forma vagamente femminile.
Io ho detto di essere una fiamma.. è corretto, lo so, eppure mi sentivo come se mi sfuggisse un concetto semplice.
Ha detto che sono.. un'anima... Un'anima?? Sono morta dunque? Le anime sono negli Inferi.. Io sono negli Inferi? No, io sono viva, sono solo rinchiusa nel mio corpo, devo essermi aggravata. Dar non doveva portarmi a palazzo. Era troppo presto e il priore aveva una faccia preoccupata.
Ma ha parlato di due anime...
Sì, due, erano due.. Ma di che parla???
Come voglio vedere Vanadiel... Mi manca la sua voce...
Mi sento così stanca...
L'oblio mi sta avvolgendo...
la fiamma si sopisce.......

4#NON NE POSSO PIù...
Tutto intorno a me è freddo e scuro.
Sono un'anima tormentata, ecco cosa sono.
La mia agonia ha un nome: Nawam. Quell'Oscura mi è sempre addosso, pare una divinità in questo limbo umido e freddo.
Sono morta.
Sono un'anima.
Non ci sono più...
E poi con me dovrebbe esserci Dyna, l'ho cercata di continuo, ma non l'ho trovata. E ora sono stanca di girare questo non luogo da sola e infreddolita. Sento che la mia fiamma sta gelando, che non riesco più a sentire il calore della vita e questo mi fa paura.
Mi manca così tanto Vanadiel, che a volte mi pare di impazzire. Voglio uscire, voglio tornare ai miei affetti, voglio sentire il sole che mi bacia con calore, che mi accarezza il corpo mentre mi alleno; mi manca ridere con Dyna e ubriacarmi come una bambina con un solo bicchiere, o le chiacchiere seduta per terra davanti al camino con Fiamma, o i miei allenamenti con Arya, le lezioni di vita e sulla spada con Dar; mi manca quel lento movimento roccioso e pesante di Guido o la granitica serenità di Valadya; mi manca il valore della fiamma prediletta, lo sguardo color cenere della mia anima, Deva; sento la mancanza persino di quel sacco di pulci Radis, lui e il suo modo assurdo di rispondere.
E sono stanca di cercare l'uscita e non trovarla. Cerco il Supremo Guardiano e non lo scorgo, al suo posto c'è quella strega di Nawam, uno dei suoi Guardiani.
E' sadica, mi dice cose allucinanti e soprattutto gode del mio strazio, mentre lei si trova perfettamente nel suo elemento. Oggi mi ha chiusa in se stessa, credo... era tutto nero, soffocante e opprimente. Ha amplificato il mio desiderio di uscire tanto da farmi sentire claustrofobica. Per fortuna sono riuscita a liberarmi, ma è come se lei lo sapesse che non poteva far altro. Io non ci capisco nulla: non comprendo perchè devo rimanere qui, che mi è successo. Una battaglia mi ha detto quella lingua velenosa, se c'è Dyna con me, ma non ho idea da quanto manco, e i miei cari? Perchè non sono venuti a farmi visita? Mi sento vorticare sempre più, a volte mi pare di sentirmi sbiadire troppo, come se qualcosa non tornasse indietro quando mi lascio andare in profondità.
Oniceu... mi mancano le nostre chiacchiere, i nostri progetti, il nostro sfidarci.. Mi manca la sua voce, che mi scaldava come la fiamma più intensa.
Oggi avrei tanto voluto il mio arco.. Non ci vedevo più dalla rabbia, continuava a provocarmi con quella sua voce così sinistra. Prima o poi faccio qualcosa di inconsulto...
Voglio uscire..
Voglio tornare..
La mia vita mi manca...

5#INCONTRI TRA LE NEBBIE...
Sono venuti.
Le persone che più contavano nella mia vita mi hanno cercato qui, nelle nebbie eterne dove io mi sto estinguendo piano piano. So che è così, il freddo e la crudeltà della morte mi stanno cancellando e io non posso farci niente... Niente di niente. Qualsiasi cosa dica quel Guardiano dal volto arcigno e così distaccato dall'essere vivente quale egli è, pregare Fuoco non mi aiuta a non lasciare che alcuni ricordi diventino così pallidi fino a scomparire.
...
Lì ho visti tutti lì davanti a me, con quell'aria così affranta e sofferente. Il senso di colpa e la frustrazione per come sono morta è quello che mi ha più colpita. Ma io non ricordo nulla, il mio ultimo istante è la sera prima a palazzo, seduta sulla mia poltrona accanto al camino spento. Il gelo che ricordo è quello solito, prima di una battaglia: la tensione di non sapere cosa ci aspetta davvero e poi la voglia di dire o fare tutto quello che vorresti come un condannato a morte. E io stavolta non sono tornata a guardare la mia stanza a palazzo per dirmi: "Anche questa è andata".
...
Una freccia.
Una sola singola freccia mi ha colpito al cuore e sono morta.
Beh, da una parte è una morte obbligata per un'arciera, dall'altra una vera beffa...
...
L'unica cosa che ho pensato mentre tutti erano venuti a salutarmi per l'ultima volta, è stato: Van non c'è. Lui non è venuto. Ma lo sapevo, non mi sono mai illusa. Nella mia lettera che scrissi.. non mi ricordo... anni? giorni?... beh, gli avevo detto tante cose, tra cui addio, soprattutto quello. Ma in cuor mio speravo di vederlo lì.
...
Non è venuto.
Eppure lo capisco, lo conosco e so che non sarebbe stato da lui.
Finchè penso questo sono forte.
...
Poi accade che sento in me svanire qualcosa, lo cerco e non capisco cos'era, e mi chiedo: e se lo dimentico? No, l'ho già dimenticato e poi lo riagguanto... E se non ricorderò niente di quello che ho vissuto? Mi sono disperata tanto che sono arrivata a pensare che se dimenticherò, vuol dire che non è destino che io torni. Non possono volere che io ricominci sempre da capo, perdersi di nuovo, è la più grande punizione che possa capitarmi. Eppure non posso non pensare che sia volere di Fuoco, che lui voglia mettermi alla prova, che io sia destinata alla sofferenza della Rinascita, una delle sue vie del Suo Culto...
...
Rivedo i loro volti, rigati di lacrime in alcuni casi, velati di profonda tristezza, o semplicemente avvolti dal senso di colpa. Eppure pur non essendoci in me beatitudine, non provo nemmeno rancore. Vorrei aver potuto lasciarmi avvolgere dalle possenti braccia di Guido o sprofondare in Valadya, con la sua calma monumentale, oppure volare nei ghiacci degli occhi di Shandar, o addirittura essere cullata dalla dolcezza infinita di Fiamma, a cui solo ora posso dire davvero di volerle bene dal profondo.
...
Sono così stanca.. infinitamente stanca...
...
Ora torno all'oblio.. e mi lascio sempre più andare in esso.
...
Sono stanca.. tanto stanca..
...

lunedì 26 dicembre 2011

Quarto, Quinto e Sesto Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1# QUANDO UNO PIù UNO FA UNO
Se non fosse per Vanadiel in questi giorni non so nemmeno se avrei osato mangiare qualcosa.
Continuo a stare a casa sua, come se il mondo esterno fosse un luogo improvvisamente talmente inospitale da essere stato sommerso dalle mie stesse lacrime e io in mezzo all'acqua sono come una fiamma spenta. Non esisto...
Ho provato ad andare su Gloria per pregare, mi ci ha spinto proprio lui, e per fortuna ho visto Deva. Lei è tutto quel calore femminile che mi manca, come Vanadiel è quel calore maschile che mi fa sentire unica. Due cose diverse, ma che mi completano e di cui non posso fare a meno. Non più...
Sono stata contenta che abbia voluto che prensenziassi anche io al rituale di Tempo per Phoenix: ora lo vedrò crescere talmente in fretta che mi mancherà il respiro. Vedere Phemt così diverso, totalmente innamorato di suo figlio non ha potuto far altro che riaprire in maniera piuttosto brutale quella ferita che pensavo avesse cominciato a rimarginarsi. Potevo essere madre, ma lui non avrebbe mai guardato con tanto amore e orgoglio nostro figlio e questo sì che mi avrebbe portato ad odiarlo.
Deva ha capito e il suo sguardo diceva tutto senza una sola parola.
Ecco perchè mi sento capita da lei come da nessuna altra donna: un'amica, una sorella, la fiamma eterea con cui mescolare la mia vampa piccola e fragile, quanto impetuosa e travolgente.
E poi c'è Vanadiel.
E' tutto così semplice quando c'è lui: spesso mi trovo in balia di un'emozione così grande che a volte mi chiedo se quell'uomo non senta il mio cuore che batte come un forsennato. Abbiamo un modo tutto nostro di parlarci: credo che da fuori possa sembrare indecifrabile o si travisi completamente.
Eppure parliamo la stessa lingua.
Ci abbiamo messo un po', ci sono stati momenti difficili dove abbiamo imparato a prendere le misure e trovato un piano comune su cui confrontarci per poi scoprire che quel bacio a Nardean voleva dire molto di più.
E ora siamo al punto che nessuno dei due desidera altro che guardare negli occhi dell'altro il mondo riflesso.
Io poi più di ogni altra cosa ora ho bisogno di un filtro e Vanadiel mi da la protezione che cerco: non mi ha detto parole che volevo sentirmi dire o forse si, ma sa anche come arrivare alla mia anima e indurmi a riflettere senza sentire il peso della costrizione.
Con me non usa mai parole come "sei in errore" o "questo non si fa", ma mi induce a guardare le cose con più distacco dopo che ho sfuriato a modo mio. Dovrei imparare a farlo da sola, e forse è quello che lui si aspetta da me un giorno.
Entrambi sappiamo cosa c'è tra di noi: niente piccoli sotterfugi, niente parole a metà solo un  lungo silenzio che travolge, mente, anima e corpo... Eppure quel silenzio è caldo, pieno di colori e di rumori così vitali che mi ci perdo.
Si, il dolore per la morte di Dar a volte mi sembra infinito, e quando penso di non farcela è lì che arriva Vanadiel e mi sostiene fino a quando non torno a respirare e il miei passi attraverso tutta questa sofferenza si fanno più sicuri.

Questo per me vuol dire solo che io non sono più sola.

2#DOPO TANTO TEMPO
Un mese e mezzo di silenzio.
Un mese e mezzo in cui è capitato di tutto.
Un mese e mezzo in cui io mi sono chiusa in me stessa.
Un mese e mezzo che guardo il mio mondo cadere a pezzi da una parte, arricchirsi dall'altra, continuare con grande eccitazione nel suo nucleo.
Quante volte ho guardato questo mio quaderno, lo aprivo e poi lo sbattevo al muro. Non volevo mettere nero su bianco le mie paure, il mio dolore, la mia più grande gioia, la mia forza, la mia speranza... Volevo solo allenarmi, andare di ronda e vedere gente. Ultimamente la solitudine mi spaventa... Non ero legata a nessuno un tempo, ora quei legami mi fanno soffrire a volte, altre mi esaltano, altre mi fanno guardare dentro e mi scaldano, altre ancora mi fanno crescere, altri mi fanno sentire ben accetta.
Vorrei tornare sola?
Vorrei tornare ad essere una randagia che si trincerava dietro un atteggiamento spavaldo solo per non far vedere le proprie cicatrici?
Vorrei tornare a quando non sapevo difendermi se non nascondendomi dal mondo?
No.
Ho arricchito la mia vita, pur soffrendo di più.
Ho capito tante cose in un anno.
Ho amato, mi sono disperata, ho perso un dono prezioso, ho scoperto me stessa, ho trovato una famiglia, ho provato disprezzo per qualcuno e lo strazio infinito di vedere morire sotto i miei occhi qualcuno che per me era importante. 
E mi sono anche sbagliata.
Mai preteso di sapere tutto e di essere giusta, ma stavolta ho capito di aver preso un granchio.
Guardo a questo mese e mi sento come se avessi fatto un ampio balzo in avanti.
Non sono più la stessa Haze, la ragazzina che guarda gli altri e si domanda quando avrò anche io il mio premio.
Io sono il mio premio e tutto quello che si lega a me è la cornice perfetta.
Ho compreso anche che nella mia vita il dolore ci sarà sempre, ma non posso lasciarmi abbattere e demolire ogni volta. Ho trovato in me quella furia che pensavo non sarei mai riuscita ad esprimere. Pensavo che avrei odiato, invece ho solo voglia di mettere a posto le cose.
Deva mi manca da morire, sento un vuoto pari a quello che provavo quando è morto Shandar... Vorrei tanto vederla, ma lei ha chiesto solo di Kyran. Io farei lo stesso al posto suo, mi sono detta. Sapere che è morta a causa dei Cultisti , mi ha fatto sentire tanto in colpa, perchè non le ho mai detto che cercano un Igneis e forse hanno pensato di eliminare una testimone scomoda e forse un problema in più.
Sarebbe andata su Ulmetor lo stesso?
Me lo sono chiesto di continuo, poi parlando con Dar ho capito che se ci è andata lo ha fatto in nome di Fuoco, quindi sì, avrebbe comunque adempiuto al suo destino.
E io? sarei tanto devota allo stesso modo?
Forse mi sarei comportata come lei o forse avrei chiesto aiuto... Ora così non solo ha lasciato il Culto della Fiamma senza la sua guida, ma soprattutto ha lasciato Arya e Phoenix.
Phoenix... Phemt...
Il mio istinto mi dice che lui sa qualcosa, perchè se no perchè puntare il dito contro un eccellente capro espiatorio? Per un solo momento ho visto la sua autentica preoccupazione per Deva.
E io che pensavo l'amasse per davvero...
Sono davvero combattuta. Gli credo e nello stesso tempo sento una stonatura.
E poi c'è Kymber...
Pare essersi  calmata, ma quegli occhi blu mi dicono che è solo una facciata. Come io ho imparato a placare la mia irruenza, lei ha imparato a nascondersi tra le pieghe di quelle fiamme scure. Mi fa ribrezzo vedere come ha distorto Fuoco, come ha corrotto la sua fiamma e tutto per cosa? Per Phemt, per compiacerlo e per rendersi perfetta ai suoi occhi?
Ripete di vedere solo l'uomo, di scindere il marchio dall'essere umano. Io non ci riesco, io vedo solo corruzione nel Falco, pura e oscena distorsione. Non lo odio perchè non sono come lui, perchè odiare è facile, perchè l'odio è la sconfitta che giunge infame e vigliacca alle spalle.
Odiarlo?
No, lo disprezzo, perchè lui è il marchio e il marchio è lui.
E poi c'è quel suo atteggiamento così ambiguo nei confronti di quell'Aurean.. Nomockinaor. Io davvero non la comprendo più, ma chiessenefrega! Non mi fido di lei nemmeno contro i Grigi. Una donna che un tempo era l'orgoglio degli Ellèsar, poi della Casata Aurenes, seguace di Bene e poi arma fedele di quello che un tempo era chiamato Esercito e ora è solo la Guardia di Corte, come può essere cambiata tanto? Eppure lo ha fatto e questo solo per ottenere cosa?
Mi piacerebbe tanto saperlo.
Se la sento ripetere poi che è amica di Fiamma, mi faccio due risate. Non una volta è andata a Corte a vedere come stava quando era morto Shandar e sa riempirsi la bocca di belle parole e grande impegno solo perchè vuole qualcos'altro. Se alle parole non seguono i fatti, le chiacchiere stanno a zero.
Fare fessa me con quella ridicola storia con Phemt, il mentire spudoramente a tutti noi, tradire l'arcipelago perchè non vede oltre il suo naso... Che razza di persona è una donna del genere?
Ero amareggiata, ma ora mi sono lasciata certi sentimenti alle spalle. Non ho più voglia di cercare di capire chi è contorto.
Ho capito questo grazie a Vanadiel, così come ho compreso che non si può cambiare le persone: esse scelgono di percorrere certe strade con tutte le conseguenze che ne comportano.
Ho capito che voglio lottare davvero solo per chi vuole essere salvato.
Ed ora ho nuovi compiti che derivano anche dal mio avanzamento di grado: Veterana dei Tiratori della Guardia di Corte. Ho tanta soddisfazione per questo primo traguardo, perchè è come se alle belle parole ci fosse un seguito concreto.
Uno dei miei nuovi compiti è addestrare la nuova recluta, Valadya. Quella donna mi ricorda tanto Dyna e Guido messi assieme. Credo sia più grande di me, eppure mi sento così a  mio agio con lei. Mi piace il suo modo pacato e diretto, quasi granitico. Ha le sue idee e non ha paura mai di manifestare il suo pensiero: è una persona limpida.
E infine devo pensare ad Arya. Deva mi ha chiesto di starle vicina. Non sono preoccupata, ma certo un pensiero ce l'ho. La vedo mutare come fanno le nuvole in cielo: assume forme inquetanti a volte, altre sono chiare e solari. Sta crescendo e non voglio farle alcuna pressione. Voglio solo farle capire che su di me può contare, anche se non la vedremo mai allo stesso modo su alcune cose o... persone.
Sono stanca...
Gli allenamenti, l'addestramento, quello che capita nell'arcipelago.. Tutto sfinisce persino  una Igneis che non dorme mai come me.

Etoso en swoatna.
Il nuovo saluto della Guardia di Corte.

3#AMARTI è...(Poesiasenzametrica)
Correre di notte con una chiave che apre una sola serratura al Tramonto;
Perdersi in un caldo sorriso avvolta da parole impertinenti;
Sfiorare con mano i tuoi sentimenti e sentirli anche con l'anima;
Tendere un ricciolo di fuoco e sentirgli dire il tuo nome;
Abbracciare un albero con l'affanno del momento con il mondo che si dimentica di noi;
Correre a perdifiato ridendo e nello stesso tempo con la paura di vivere;
Lasciarsi asciugare le lacrime dalla tua mano per scoprire che non fuggi via;
Scaldarsi al fuoco in una notte umida di vegetazione per soccombere ad un impeto;
Crescere come un incendio che crea e distrugge nello stesso insano momento;
Volare con ali di fuoco sull'onda di un emozione che ci spaventa entrambi;
Desiderare di mettere radici non in un posto, ma nell'anima dell'altro;
Prendersi in giro solo con il battito del proprio cuore;
Ritrovarsi a vivere una realtà da sogno incommensurabile;

Sapere che mente, cuore e anima mi appartegono ancora, ma che vibrano solo perchè nella  mia vita sono intrecciate alle tue idee, al tuo sentimento, al tuo essere.

4#UN'ONDATA DI DOLORE

Lui non importa.
Importa come è arrivato sulla spiaggia di Ulmafor.
Non ci credevo, lo guardavo ferito e dicevo cosa non va? Cosa c'è?
Il mare ha restituito un suo boccone indigesto eppure io ero frastornata.
Perchè sono così caparbia?
Perchè non ho lasciato perdere?
Perchè ho fatto di tutto per afferrare qualcosa che non dovevo.. non potevo.. non volevo ricordare?
L'inizio della mia vita solitaria.
Sola e abbandonata, neanche il mare mi aveva voluto, neanche lui.
Così gli Spiriti mi hanno risparmiata, lasciandomi per chissà quanto tempo in acqua e ora io il mare lo odio!
LO ODIO!
L O   O D I O!!!!
Non mi hai concesso di sparire, di portare con me chissà cosa, un segreto, una vita squallida, una tristezza troppo grande?
Non lo so...
E stanotte ho ricordato il respiro pieno di sabbia, la bocca che sapeva di sale, quanto buciava la gola, le labbra intorpidite, il corpo pesante e ridotto ad una pelle grigia e raggrinzita. Non ero ferita, ma lo sguardo era di vetro. Io non ricordavo molto, ma stasera ho afferrato quelle immagini angoscianti che erano mie eppure erano troppo distanti da me. Non riuscivo a muovermi ricordo i capelli che mi aderivano al volto, come fredde alghe rosse che mi impedivano di respirare. Ho provato a muovere le mani, i piedi, a girare la testa. Quel corpo non era mio. Non potevo essere io. Ero rinchiusa e la beffa era che nessuno poteva aiutarmi perchè io non volevo.
Stanotte questo ho ricordato, quello che pensavo fosse sepolto in me per non tornare alla luce, ma per rimanere sul fondo di un mare che odio.
Tutto quello che so dopo questo momento me lo ha raccontato Jaja, colmando le lacune di immagini con le sue parole.
Devi vivere. Io sono sopravvissuta.
Devi resistere. Io ho sopportato.
Non mollare. Io posso dirlo.
Ma ora mi sento così male perchè mi sento come se per un solo momento quell'uomo ferito mi abbia mostrato la gabbia di un tempo.
Non ci torno dentro! volevo dire, invece ho fatto altro.
E ora sono con Vanadiel. Non lo sveglierò stanotte, perchè mi basta stare nel nostro letto a guardarlo dormire, a piangere  in silenzio, e a sentire come la sua presenza mi dia conforto.
Ho lui.
Sono fuori dalla gabbia.
Sono libera....

mercoledì 21 dicembre 2011

Terzo mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#MORTE DI UN'AMICIZIA
Due fiamme che dovevano essere schiena contro schiena invece ora si guardano e si fronteggiano inevitabilmente.
Kymber.
Mi chiedo se l'ho mai conosciuta davvero.
Dalle parole di Dar, pare che quello che io ho percepito come un ultimo colpo di coda fosse l'ultimo canto del cigno di quello che era una delle mie sorelle di Fuoco.
Esistono le fiamme nere, mi ha detto Jaja: Kymber è una di queste?
Un tempo quando vedevo Phemt io ne ero convinta di essere così perchè pensavo che la mia vita fosse stata solo una bizzarria continua, uno scarto che solo troppo pochi potessero apprezzare.. Ero nera come un'ombra, come una distorta fiamma attraverso cui non si percepisce semplice calore. Ero devastante come la più acuta sofferenza, quando un'agonia non cessa mai e ti porta a convivere con quel dolore in cui vorresti far precipitare tutti.
Ma Kymber...
Lei semplicemente distorce tutto a causa di un dolore che l'ha sopraffatta e si è arresa, per quanto continui ad imbracciare le sue armi.
L'ho osservata per lungo tempo, da quando al Picco ha ammesso di aver “volato” con Phemt. Non ha capito la natura della mia domanda, ma le sue parole erano inequivocabili. E se all'epoca ero preoccupata, ora che lei è fuori dall'Esercito, o meglio dalla Guardia di Corte, con Phemt morto, credo che la cosa non mi faccia più né caldo né freddo.
Ha dimostrato di essere abbastanza inaffidabile e disinteressata di tutti e tutto, visto che è fredda come un pezzo di ghiaccio, per me è come morta. Nessuna fiamma libera sarebbe stata così gelata, ma del resto è come dice Jaja, le fiamme nere non riscaldano mai, sono fredde e feriscono solo perchè sono taglienti.
Quando siamo andati tutti alle prigioni ha dato il colpo di grazia alla nostra amicizia.
“Ragazzina, sai, stavo quasi per commuovermi”
Che replicare?
Niente.
Ero abbastanza nauseata da quella sceneggiata visto che era in contraddizione continua. Sapevo che mentiva, su cosa non lo avrei saputo dire, ma quell'aggressione verbale al Falco stonava così tanto che, boh, facevo fatica a comprendere per chi era la sceneggiata.
Quella sera per me è morta Kymber.
Ha detto l'ultima frase da teatrante e ha rinnegato tutto in quello in cui credeva solo per una calore umano che posso comprendere, ma non giustifico.
E non mi interessa sapere se lei ama lui, come mi ha detto, se lo ha fatto perchè lei ha fiducia in lui e se la ricambia: tutte quelle morti di cui Phemt ha palesato il disprezzo per la loro inutile esistenza, ma compiacimento per la loro utile morte, mi ha fatto così schifo che volevo capire come potevo aver creduto di amare un uomo del genere?
Ero così diversa?
Lo ero.
Mi sono allontanata dal mio rancore, ho preso le distanze da quello che mi seduceva più di ogni altra cosa e ho respirato l'aria del mattino e non della notte. Ho solo sfiorato l'abisso per mia fortuna perchè credo che nessuno ne esca mai del tutto. Si è come dei drogati, non ci si libera mai dalla dipendenza: se ti riavvicini poi cedi di nuovo inevitabilmente.
Non esistono uscite, ma toccato il fondo ti ritrovi distesa a faccia in su a guardare quella porzione di cielo e un giorno ti chiedi se quella striscia è tutto l'orizzonte senza confini, perchè l'unica cosa infinita che vivi è la tua agonia.
Sono la sua Nemesi?
Così mi ha chiamata, come mi ha definita anche rivale. Non ha mai nominato Phemt in questo, ma mi sarebbe venuto da ridere se lo avesse fatto perchè alla fine, è così che mi vede: le ho usurpato il posto come allieva di Shandar, ma è stata anche lei ad allontanarsi, e non si può pretendere che gli altri ci inseguano per sempre se sfuggi di continuo; persino la mia relazione con il Falco potrebbe sembrare troppo simile alla sua. Solo che a me è andata bene. A lei non so, e non mi interessa più.
Si, sono una ragazzina, sono scapestrata, sono una vera testa di fiamma, ma ho onore e chi tradisce, dice menzogne per i propri scopi personali non si può più fregiare di tale parola. Non importa in che misura, ma la parola stessa prevede lealtà e sincerità, perchè una persona onorevole per definizione è quella che gode di una buona reputazione e rispettabilità oltre che di onestà e rettitudine.
Kymber Ellèsar non è più niente di tutto questo.
Sa combattere come una guerriera, ma lo sono anche i mercenari che sono leali solo a chi li paga meglio.
Ho visto come si è ridotta Dyna per questa storia e anche Shandar. No, io preferisco non considerarla più nemmeno una Sorella di Fuoco, oltre che una compagna. So che sono niente di fronte a lei, che sono anni che combatte, ma non per questo le sono inferiore.
Sono un'Igneis e lo sono fino in fondo. La mia fiamma è così bruciante che mi sento esplodere, ma saper incanalare le energie negative in qualcosa di più costruttivo che mi rende più grande e potente è quello che mi ha insegnato Dar.
Non verso una lacrima per la morte di un'amicizia che è scivolata via come sabbia tra le dita. Preferisco pensare ad altro: ad allenarmi e ad aspettare cosa mi riserva il domani.

2#IL RITORNO DI DEVA
E' tornata.
Deva è finalmente tornata: ho pregato così tanto che tornasse, che quando l'avevo vista al Picco del Serpente, mi è mancato il fiato.
Quante volte nelle mie preghiere c'era un pensiero per lei?
Tante, perchè avevo bisogno di una guida diversa da Dar. Lui per quanto mi sia vicino non è Igneis, non comprende fino in fondo, o forse sono io che non riesco a comunicare con lui ad un certo livello.
E' stato bello riabbracciarla, parlarle, guardarla negli occhi e soprattutto sapere che il suo pellegrinaggio è finito.
Non pensavo mi fosse mancata tanto fino a quando non l'ho vista lì, inginocchiata davanti alla stele. Ero davvero sbalordita. Mi chiedevo se stavo sognando o avevo un'allucinazione, visto che dormo talmente raramente e poco che i miei sogni sono rari. L'ultimo poi era orribile, ma lasciamo stare.
Invece la sua voce calda e placida, come brace sotto la cenere mi ha avvolta del tutto simile alla fiamma dello stesso Nauru.
Non le ho detto tutto.
Non sa che io e Arya siamo distanti così tanto che difficilmente parliamo.
Non le ho detto di Kymber e Phemt.
Non le ho detto di Vanadiel.
Volevo sapere solo come stava.
E poi tutto è precipitato al Cortile del Tempio.
Doveva sapere che mi era mancata così tanto che una parte di me si era spenta.
Eravamo con Liserlee, stavamo parlando... nemmeno mi ricordo più di cosa. Poi l'Aquean se n'è andata e io volevo solo esternare il mio grande affetto per lei. Mi sono avvicinata come una piccola fiamma che guarda affascinata un inferno di fuoco. Ne ero inevitabilmente attratta e nello stesso tempo avevo una paura folle di annullarmi in esso. Deva non è solo una Igneis, ma è la Favorita di Nauru e si vede.
Così le ho detto di amarla e l'ho baciata.
Che significa me lo sto ancora chiedendo.
Eppure io desidero carnalmente e sentimentalmente altro.
Sono così confusa e nello stesso tempo sono certa di ciò che sono.
Avevo così paura prima di baciarla anche se sapevo che non mi avrebbe rifiutata, che era giusto e che era una cosa che volevo fare da lungo tempo.
Quando questa piccola fiammella si è avvicinata e ha mescolato la sua tenue vampa al ciclone infuocato che è Deva, non si è persa o diluita, ma ha avvampato brillante e forte.
E così ho capito.
Io non sono solo una Igneis o una Figlia di Nauru, io sono la sua Furia e nel mio sangue scorre la sua potenza devastatrice e il suo calore avvolgente.
Mi sono definita seguace con tanta naturalezza che la Mia Anima, Deva, ha compreso e ne era felice.
Ne parleremo, forse prima dello scontro su Altaer, perchè per la prima volta oltre a difendere l'Arcipelago con le armi della Guardia della Corte, il mio arco sarà lo strumento di Fuoco.

Che Nauru arda e cammini con me.

3#ADDIO, ShanDar
Morto.
Andato.
Annullato.
Sepolto.
Per sempre...
Dar non c'è più e io sono qui a guardare il nulla di questa pagina vuota.
Che devo dire?
Vederlo gelare e poi trafiggere da quella freccia mi ha letterlamente devastato l'anima.
Una freccia!
Una misera freccia!
Dannazione è tutta colpa mia!
Sono un'incapace!
Dovevo far fuori quel dannato grigio prima che lui potesse nuocere a qualcuno, invece.. invece..
Dar, non doveva finire così. Dovevo essere io a morire, non tu, che hai un bimbo piccolo, che hai così tanto nella tua vita... Avevi...
Sento un vuoto lacerante nel petto, mi manca così tanto qualcosa che non riesco a muovermi da casa di Vanadiel.
Ho paura che andando a Palazzo, o al Picco o in Spiaggia o in Piazza.. ovunque io vada vedo il tuo cipiglio severo e lo sguardo fermo, di quando mi addestravi, ma sempre gentile di quando sapevi anche ascoltarmi.
Eri il mio maestro, il mio migliore amico, eri.. mio fratello.
Che presuntuosa!
Solo perchè penso di centrare un manichino a breve distanza penso di essere brava, penso di... fare chissà che.
E stavolta la mia arroganza ha avuto un prezzo troppo alto.
Mi sento il tuo sangue addosso e non posso farci niente, per quanto mi lavi, per quanto strofini ho sempre la stessa schifosa sensazione di peccato rosso.
E mi sento peggio se penso che per colpa mia, Zacur non potrà crescere con suo padre.
E poi c'è Fiamma...
Che devo scrivere di lei?
Tutti si raccoglieranno attorno a lei, è giusto così, ma io no.
Non la conosco e a dire il vero non mi piace troppo.
Non mi sento in colpa nel pensarlo.
Mi tiene a distanza e lo ha sempre fatto.
E poi cosa abbiamo in comune io e lei?
Oramai niente.
Per quanto dica che abbia "perdonato" mi ha sempre guardato come se da un momento o l'altro dovessi prendermi ciò che è suo.
Eh già, la cattiva sono io!
Anzi si, io sono proprio la cattiva!!!! Non mi sbatte un cazzo, se lei ha ragione e io sono la poco di buono che ha tentato di portarle via il suo uomo: come si fa a mortificarsi a quel modo, io poi non lo so.. E' sempre dismessa, un pelino tremante, davanti a Phemt poi sembrava una ragazzina che non sapeva far altro che mormorare!!!
Che donna ti sei scelto, Dar?
Non riesco a vedere quello che ci vedevi tu, quello di cui mi hai parlato.. No, io vedo solo una donna troppo fragile.
Dov'è finita invece la Reggente che mi metteva in guardia da Phemt?
Dov'è finita la donna che governava le isole con un fare materno, ma determinato?
Ma di che vado parlando??
Sono così fuori di me che stento a riconoscermi, ma di certo il mio umore è lugubre ed immensamente furioso. Mi sembra di scoppiare!
Ho nascosto la mia indole capricciosa e irruenta perchè è così che si aspettavano tutti: la buona, la brava e disciplinata Haze..
COL CAVOLO!!!
Sono stanca, sono disperata, sono svuotata e soprattutto mi rompe dover consolare qualcuno, perchè voglio essere consolata io!
Capricciosa, sciocca e puerile!
Non ne ho per nessuno, perchè il mio dolore non è inferiore a quello di nessun altro. Non è perchè non ero la sua donna o una sua amica da lungo tempo sto meno peggio, non ci sono priorità o livelli da scalare nell'affetto di una persona e se qualcuno la pensa in modo diverso io non so che farci. Stavolta non mi adeguo!
L'unica cosa che posso fare è stare in silenzio...
La testa di fiamma si limita a tacere.
Ma con Vanadiel no. Lui no.
Con lui posso essere me stessa.
Con lui dirò addio al mio migliore amico, alla parte migliore di me.
Addio, Dar.
Ti ho voluto bene come a nessun altro.

martedì 20 dicembre 2011

Primo Mese e Secondo del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#...D'ACCORDO
Basta poco.
Basta una semplice parola e mi sento come distesa sopra un manto di nuvole, morbido e caldo, dove non ci sono correnti fredde ma talmente calde che arroventano l'aria e incredibilmente la paura di cadere è così inebriante che la agogno.
"D'accordo".
La parola che ha liberato il mio cuore con un sussulto quando credevo di precipitare in un baratro così profondo da sapere che non ne sarei più uscita. Invece no: Vanadiel mi ha guardata negli occhi e ieri notte mi ha amata.
Sento come un solletico nello stomaco, come qualcosa che mi serra lo stomaco, ma mi fa sorridere come una sciocca. Stringermi a lui è come lasciarsi trascinare in un vortice caldo e irriverente. Eppure nell'occhio del ciclone c'è solo tepore e calma. I suoi occhi castani sono come una calamita che mi lasciano senza fiato, eppure mi rilassano come la sua voce che mi dice "d'accordo".
Quell'unica parola mi risuona nelle orecchie, mi avvolge e mi infiamma il corpo, mi brucia l'anima, mi fa battere all'impazzata il cuore e mi illumina la mente.
"D'accordo".
La ripeterei all'infinito.
Non userei parola migliore per dire si, per dire tutto quello che c'è tra noi.
Eppure non è cambiato nulla: percorriamo assieme la stessa strada e se tra noi c'è qualcosa, se noi siamo sempre l'uno nelle braccia dell'altro, è perchè intorno a noi il mondo cambia, mentre noi siamo sempre lì a guardarci con entusiasmo, a respirare l'uno nei baci dell'altro.
Come sono sdolcinata!
Ma che ci devo fare se sento svolazzare tante piccole farfalle nello stomaco che con le loro ali lo solleticano, e spingono il cuore a battere talmente forte che sembra dare il tempo alla musicalità del mondo?
Oggi mentre andavo in giro per la ronda pensavo che tutti si accorgessero di quanto avessi la testa tra le nuvole, o un perenne sorriso sulle labbra, che se da una parte non mi dispiace, dall'altra mi darà sicuramente un'aria da idiota.
"D'accordo".
Se la ripeto di nuovo mi suona ulteriormente differente.
Come se avesse mille significati nascosti, come se nascondesse una marea di sensazioni incredibili, come se alla fine fosse tutto quello che mi aspettavo da lui e... de me!
Si, per me è stato importante, "d'accordo".

2#IN GABBBIA
Forse avevo deciso di non scrivere più per non essere così tanto un libro aperto, forse avevo solo tanta paura di mettere nero su bianco cosa mi stava accandendo su più fronti, forse semplicemente non mi era più amico il mio diario e ciò che scrivevo mi metteva di cattivo umore, perchè poi alla fine la mia coscenza mi rimordeva. Dico sempre che faccio le mie scelte in totale libertà, ma quando queste mi portano a conseguenze che mai avrei voluto, penso di essere proprio una testa di... Fiamma!
Non so nememno da dove riprendere per aggiornare ciò che è successo in tante settimane..
Inizio forse dalla cattura di Phemt?
Dalla fine prossima di un'amicizia?
Dalla rottura di un equilibrio che mai avrei creduto possibile si spezzasse?
Oppure parlo di ciò che fa quello sfarfallio che continua a solleticarmi lo stomaco e che mi rapisce l'anima?
Beh, inizio da quello che mi tormenta e non poco, tanto le prime domande a quanto pare sono legate assieme.
Phemt si è consegnato senza colpo ferire: una mattina nel Tempio ha compiuto un rituale che apparentemente non ha fatto altro che liberare le anime di Mawan ed Hermughnen dal loro tormento in Oltretomba, e poi si è consegnato a Kymber, davanti ai Guardiani.
La mia domanda è: tu passi mesi a scappare, a non farti trovare ad eludere la nostra sorveglianza (d'accordo non serrata, ma siamo pochi) scappando ogni volta che ti vediamo e poi, così, senza un perchè, senza altra motivazione che la stanchezza di una vita raminga e da fuggiasco, tu ti fai imprigionare?
D'accordo la risposta è plausibile, ma come si fa a rinunciare a tutto, e per tutto parlo di affetti, onore e tutto ciò che possiedi, per la causa, poi siccome non c'è più una ragione per farlo ritorni sui tuoi passi dicendo: io ho solo seguito il mio Spirito.
"Tu non puoi capire, Haze".
Queste sono state le sue parole.
E io cosa volevo rispondere?
Ringrazio Nauru e bacio a terra che non capisco!
Perchè io mi rifiuto di comprendere che per uno Spirito debba rinunciare alla mia umanità, che non mi ponga domande e dimentichi la mia morale se mai l'ho avuta, che non esista altro che quello Spirito, neanche fosse una divinità da idolatrare.
E Phemt che si dichiarava libero.
E' uno schiavo, nè più nè meno.
Perchè se lui non si domanda il fine dello Spirito che segue e fa ogni cosa gli venga chiesta, questo significa essere un servo.
Seguire uno Spirito come Male inoltre significa godere della propria immoralità, procurare sofferenza altrui, far scivolare nella crudeltà tutto il nostro mondo. Lo sterminio diventa un'arma, il terrore un mezzo attraverso cui piegare chi non vuole sottostare a certe leggi, l'agonia la punizione per chi non si adegua al volere dell'Essenza, la morte viene vista come una liberazione...
Che mondo è?
Un mondo in cui io non vorrei mai vivere, questo è sicuro.
Phemt reputa normale i sacrifici umani, perchè quelle "vite hanno avuto infine la loro utilità".
Eggià.
Lui non pensa che quegli uomini e quelle donne avevano una vita, degli amici, dei parenti, dei sogni e delle aspirazioni proprio come lui. Lui ha scelto di sacrificare i propri allo Spirito di Male, quelle persone immolate su un altare a cui non credevano, no. Ma chissene, questa è una guerra, finchè fa comodo, poi alza bandiera bianca perchè Male ha altri progetti e lui in difinitiva che ha fatto?
Lui disprezza la vita e la libertà, e per questo bisognerebbe lasciarlo libero, perchè la sua mano non ha mosso colpo (pur volendolo fare eccome! Ashra avrebbe resistito al suo colpo? io questo non lo so, ma di certo non immagino Phemt così scarso da farle una carezza)?
Si, davvero non comprendo e non mi voglio nemmeno sforzare perchè ogni volta che tento mi irrito. Cosa c'è da capire mi chiedo?
Forse sono prevenuta, come dice Arya, o forse vedo fin troppo bene quello che è realmente Phemt.
Non provo rancore per come sono andate le cose tra noi, e non perchè sia così generosa, ma perchè ho incontrato Vanadiel e non mi sono lasciata il tempo di amareggiarmi. E' come gli ho detto quando l'ho visto in prigione: non godo nel vederlo chiuso in una gabbia, ma non mi dispiaccio più di tanto. E perchè dovrei?
Ma arrivare a dire che lo voglio morto, questo no.
Sembra che io gli abbia dato una caccia assetata del suo sangue e questo mi fa infuriare, perchè nella sua infinita presunzione non vede quanto io mi sia astenuta dall'infierire.
E' anche vero che quando un giorno mi sono confrontata con Shandar per allenarmi era lui che avevo in mente di prendere a calci, ma poi mi sono resa conto che era con me stessa che ce l'avevo a morte, perchè un tempo lui mi aveva mostrato un lato di me che ora detesto con tutta me stessa: una donna più fredda e cinica, e piuttosto ambiziosa. Ricordo ancora la mia determinazione nel non voler lasciarmi fermare da Deva che mi aveva negato gli insegnamenti della via di Fuoco. Avrei spazzato via chiunque si fosse messo sul mio cammino, questo lo ricordo piuttosto bene e questo mi esaltava. Sentivo quell'odio nato da un futile motivo che distorceva la mia capacità di giudizio e Phemt non faceva altro che fomentarla.
Cosa sarei diventata se fossi rimasta accanto a lui?
Se mai avessi chiesto di più da lui, ma gli fossi rimasta accanto come diceva, "come due uccelli dello stesso stormo, senza bisogno di uno sguardo, avremmo saputo sempre dov'era l'altro", cosa sarei divenuta?
Questo mi ha spaventata.
Questo mi rende poco fiera di me.
Questo mi bracca certe volte quando perdo il controllo.
Per fortuna ho compreso anche che tutti abbiamo un lato oscuro, e che non va mai guardato troppo a lungo perchè altrimenti ti seduce inevitabilmente. L'abisso lo abbiamo tutti e nessuno torna indietro per raccontarlo, ma solo per nascondere che questo ci ha irrimediabilmente alterati.
No, io non odio Phemt.
E' fatica sprecata e soprattutto non ne ho motivo.
Si, io non lo capisco più perchè abbiamo preso due strade che irrimediabilmente ci portano a scontrarci.
Lui dice che ha tentato di comunicare con me chiedendomi scusa. Lo ha fattto, ma quando? quando era troppo tardi, e poi è stato lontano dimostrando così che a quelle scuse non ci teneva affatto. Quindi non posso e non voglio credere che lui si sia pentito di come sono andate le cose tra noi.
Alla fine però tutto questo mi ha portato comunque via tanto.
Ma io gli ho mai dato contro? Gli ho mai detto: "è tutta colpa tua"? E anche se fosse, a cosa sarebbe servito?
Ad un bel niente.
Meglio per una volta essere soldato e non pensare quale sarà la sua sorte.
Io accetterò qualunque verdetto.
Non mi interessa più...

3#SOGNI DI SANGUE
Guardo il mio bersaglio, gli do il fianco, rilasso le spalle, prendo la freccia da dietro la spalla sinistra con una lentezza che mi pare di essere sottacqua. Gli occhi mi bruciano, ma io mi ostino a non sbattere le ciglia, mentre con l'arco rivolto in basso stringo con la destra la curva del legno per incoccare il proiettile. Non so perchè, ma quell'arnese ha la punta in mithril. Sollevando l'arco sento l'eccitazione data dalla scarica di adrenalina purissima: una vera frustrata perchè nel tendere la corda sento la resistenza del legno che scricchiola, come un rumore appena udibile. Il mio bersaglio una sagoma scura indefinibile che incarna la pura malvagità: ha occhi rossi, poi dorati, poi verdi, poi color nocciola, poi azzurri. Sono gli occhi di una bestia che divora tutto ciò che di bene c'è a questo mondo. Eppure sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, velare la mia vista, appannare la mia mira, spezzare la mia certezza. Devo colpirlo, lo so, ma quella sagoma nera è così informe che non so chi sia, sento solo che ad essa sono legata e questa mia unica e preziosissima freccia potrebbe imprigionarmi in un abisso invece che liberarmi.
Come sono ostina!
Non batto le palpebre e le lacrime ora scendono inesorabili sulle gote. Ma piango per una sofferenza dell'anima o del corpo?
E' una mescolanza, perchè ora che ho acquisto il bersaglio so che posso fare due cose: o abbasso l'arco e rinuncio, o scocco la freccia e vedo che succede.
Incredibilmente apro le dita della mancina nel momento stesso in cui chiudo gli occhi. Non si fa, mi ripete l'arciera che è in me: si guarda l'obiettivo fino in fondo. Invece la parte più fragile di me prova un dolore intenso nel lasciar partire la freccia, mentre la soldatessa che è nata dalle ceneri della Randagia sente che deve obbedire all'ordine imperativo di difendere ciò che ama.
Ma vale la pena?
Il sacrificio è proporzionato al risultato?
Quando riapro gli occhi ho lo sguardo basso e vedo le mie mani lorde di sangue. Un'arciera non ha mai tanto sangue addosso, mi ripeto. Eppure le sento appiccicose, umide e le osservo con un orrore crescente. Cos'ho colpito?
Sollevo di scatto la mia visuale e ciò che vedo mi manda in frantumi.
Arya.
C'è lei in quel mare di orrendo rosso.
Che cos'ho fatto?
Come ho potuto?
Come?
Mi sveglio di soprassalto urlando.
Sono un'Igneis, non dormo praticamente mai, ma in questi giorni sono così stanca, così vagamente depressa e angosciata che se mi capita di farlo anche per pochi minuti, ho questo incubo.
Ieri notte ho pregato Nauru: mi manca da morire Deva, come vorrei poter parlare con lei. Mi ha aiutata in un momento tremendo e forse, mi dico, forse potrebbe farmi capire che mi succede. Non voglio provare rancore, non voglio sfiorare nemmeno l'odio, ma non posso continuare a far finta che niente mi tocchi, perchè il demone ora mi bracca, ha fiutato la mia debolezza e prima o poi mi avrà.
Arya ama Phemt come un padre e io a mia volta amo lei come una sorella, eppure non mi da retta, non vuole sentir parlare di lui se non nel modo in cui lo vede lei.
Potrei dire che è ostinata e sciocca, immatura e presuntuosa visto che all'età sua io avrei meno certezze. Invece no, lei ha quel suo modo così "leggero" di porti le cose che spesso mi chiedo se la voglio prendere a schiaffi o abbracciarla. Da una parte non me la sento di demolire l'immagine che ha di Phemt, dall'altra come vorrei farle vedere quello che vedo io o Shandar.
Ma una cosa è certa: io non voglio vederla soffrire, non a causa del Falco e soprattutto non a causa mia.
Lo so, è egoistico, ma non ho mai avuto una famiglia e vederla vacillare in questi giorni mi sta portando ad accettare un compromesso.
Ho deciso che non posso chiedere ad Arya di rinunciare all'affetto per Phemt, non è giusto per lei e poi si ama a prescindere dalle colpe. Vorrei solo che quell'uomo capisse quanto è fortunato ad avere tanto.
Preferisco mandar giù un boccone amaro, che pentirmi di averla lasciata sola come ha dovuto fare Deva per il suo pellegrinaggio o altro.
No, mi asterrò dal tentare ancora di convincerla a cambiare idea: un po' perchè è lecito sbagliare, un po' perchè forse lei è davvero l'unica che possa tirar fuori del buono dal Falco, se ancora ce n'è.
Non sarò io a distruggere niente. Forse ci penserà proprio lui,o forse Arya, o forse ancora gli eventi.
Una cosa la so: la proteggerò finchè potrò, volente o nolente.

lunedì 19 dicembre 2011

Dodicesimo Mese del Secondo Anno dopo il Decreto

 1#PICCOLO MALINTESO
Ho sbagliato ancora?
Allora sono davvero io che scelgo male!
Questo ho pensato l'altra sera quando su Gloria ho visto Kymber e Vanadiel che parlavano seduti su una panchina. Le loro parole mi hanno portato a pensare che lui fosse un avido che era riuscito a portarmi a letto, ingannandomi. Aveva detto che l'arco sarebbe stato un suo regalo, e invece stava cercando di spillare denaro ad una delle mie Sorelle di Fuoco? Non potevo crederci!
Ero così delusa che non volevo sentire oltre, ma lui poi mi ha bloccata con la sua voce, la presa salda della sua mano sul mio polso. Stavo per andarmene eppure il suo sguardo dapprima incerto, poi è divenuto furioso.
Mi ha spiegato di cosa si strattava con la stessa delusione negli occhi che avevo io.
Quando poi la stessa Kymber ha reagito come se io l'avessi schiaffeggiata con una bassa insinuazione, come che stavano flirtando o altro, mi sono sentita morire.
Siamo andati a casa sua, dove di nuovo le mie paure hanno preso il sopravvento e non potevo credere che la presenza assente di Phemt ancora una volta mi rendesse così insicura che mi sono sentita travolgere dalle lacrime. Come volevo dimenticare quella parte del mio passato così dolorosa che mi portava a fuggire da Vanadiel!
Lui invece di essere il solito arrogante di nuovo mi ha mostrato un'infinita dolcezza, cosa che raramente accade quando non siamo a casa sua. Non so a che è dovuto, ma forse anche lui ha i suoi timori.
Ma io una relazione meno complessa, no?
Che cosa mi sta spingendo tanto a continuare a cercarlo e a vederlo?
Forse perchè con me ha calato quella maschera che cela un uomo diverso, che mi fa sentire compresa, che mi dice che non mi farebbe mai del male, che mi far stare bene, mi fa sorridere e mi fa sentire me stessa.
L'unica cosa che  mi rende perplessa è il nostro modo di fare: possibile che a volte dobbiamo "urlare" prima di comprenderci?
Ma cavolo quant'è bello fare la pace!

2#IL DOLORE NON ESISTE PIù
Guardo lei e vedo me.
Inutile che ci giro intorno: quando ho parlato con Kymber ero contenta, finalmente la vedevo come prima che sparisse per passare due mesi su Nardean: era solare e vivace, non quella fiamma fredda e spenta che brucia lentamente. Forse vedere Kyashan le ha fatto bene, ho pensato.
Abbiamo parlato di Fuoco, mi ha fatto domande a cui avrei tanto voluto rispondere. Ma io sono solo una Igneis che ha trovato in sè la scintilla di Nauru semplicemente quando lui ha voluto o ritenuto che io fossi pronta. E' successo e basta: niente libri, se dopo non per capire piccole cose, ma per il resto molto mi hanno aiutato prima Deva e poi Shandar. La concentrazione è tutto e poi ho imparato da sola come lasciar fluire in me il suo potere per liberarlo.
Non ho saputo che rispondere alla domanda se le Aure sono tutte differenti, o meglio non avevo nessuna certezza, ma per logica deduttiva ho detto si. Ho pensato a quella di Deva e a quella di Phemt, Aure sicuramente più potenti della mia, che sembra più manifestrarsi come piccole scintille che altro. Non ho idea di quello che si vede, non ho uno specchio tutte le volte che alzo l'Aura in quanto sono o al Tempio o alla Stele.
Tranne quella volta in spiaggia con Vanadiel, quando gli ho mostrato che gli Spiriti non sono solo all'interno del Grande Tempio, ma fanno parte di noi, solo che non tutti possono percepirne il potere.
Kymber ha deciso di abbracciare dunque in toto la sua natura da Igneis e questo mi sembra giusto visto che non è più una Luminosa come lei ha tenuto a sottolineare più volte.
E allora perchè quando abbiamo parlato di Phemt io ho sentito una nota stonata?
Ha sempre parlato di lui con termini piuttosto sarcastici e rancorosi, e ora invece lei... vede l'uomo.
Parole sue.
Ha un cuore.
Sono rimasta davvero esterrefatta.
Perchè di punto in bianco non mi sono accorta che Kymber era cambiata tanto? Non è la sua natura da Igneis. Se è per questo io lo sono fin dalla nascita e questo mi da un vantaggio: la comprendo meglio di quanto lo faccia lei, che pensa che la sua irruenza sia legata solo ed esclusivamente all'archetipo. C'è qualcos'altro. Le ho chiesto qualcosa che lei non ha capito o che ha fatto finta di non capire, non so.
Hai mai volato con il Falco?
Una scommessa, dice lei.
Io lì per lì le ho creduto, ma poi da sola c'ho riflettuto e ne ho anche parlato con Vanadiel, in modo piuttosto approssimativo, senza nomi, ma lui mi ha posto delle domande che non posso ignorare: voglio aprire gli occhi a Kymber perchè so che c'è qualcosa tra lei e Phemt per risparmiarle un dolore, perchè se fosse vero so già come finirebbe, o lasciare che se la sbrighi da sola?
E' mio compito?
Io non so cosa provo per Kymber, l'ho sempre ritenuta una Sorella di Fuoco, ma non come Dyna. Lei mi ha detto di Phemt, ha preso il coraggio a due mani, se Kymber non l'ha fatto un motivo c'è e forse non è la persona che credevo.
Non ho la certezza che sia già successo qualcosa, ma mi è venuto il dubbio e ora non so se devo dirlo a Shandar o meno. Non sono sicura di niente e non voglio rischiare di accusare qualcuno di aver commesso chissà che. In fin dei conti se lei va a letto con Phemt sono affari suoi.
Ho solo paura che si brucerà di brutto.
Phemt non è Kyashan.
E poi mi sono chiesta che ho provato io nell'arrivare a questa ipotesi assurda: mi brucia. Mi da un fastidio enorme, perchè se richiamo quella piccolissima parte di me che si ostina ad amarlo, ne è gelosa marcia, ma poi mi rendo conto che c'è anche altro e non è legato a lui. Non è merito di Phemt se io sono quella che sono. Lui ha solo svegliato in me qualcosa di sopito e sono stata io ad alimentarlo e ho voluto io spiccare il volo.
Di lui pensavo mi mancassero i suoi baci che ora dedica ad un'altra donna, i nostri incontri fatti di seduzioni mentali oltre che fisiche eppure ora mi manca solo una cosa.. VOLARE!
No, Phemt non è altro che un amaro ricordo e sapere che un'altra Igneis pensa di essere l'unica per lui, mi lascia solo amareggiata per come posso essermi sbagliata tanto.
Ora ho solo voglia di conoscere di più me stessa e incredibilmente accanto a me ho chi mi da quella libertà che forse per lungo tempo ho scambiato con i voli radenti la scogliera del picco del serpente.
La libertà è poter dire: io voglio.. io posso...

3#SENZA LA MASCHERA
E' impertinente come pochi.
E' sfacciato come l'assurdo.
E' intrigante come una ventata fresca.
E' caldo come una carezza.
E' rapido come un pensiero.
Tutto questo in un uomo solo pensavo mi facesse venire mal di testa.
Invece lo guardo mentre dorme accanto a me e mi fa una tenerezza infinita, perchè quel suo essere così irritante, sfibrante, odioso, indisponente, egoista e approfittatore è solo una facciata che presenta Vanadiel al mondo e non a me. Non mi importa se gli altri non vedono quello che mostra a me, un uomo capace di dirmi cose così dolorose da farmi gelare l'anima per quanto gli sono vicina e subito dopo proteggermi persino da me stessa, un uomo che non vuole vedermi piangere, un uomo che quando mi guarda al di là dell'attrazione sa baciarmi con una dolcezza e delicatezza che non ho mai provato con il mio unico raffronto. Non mi importa se pensano che tra me e lui ci sia solo un basso istinto perchè io so che non è solo questo.
Vorrei dormire con lui oggi, eppure benedico il mio stato di veglia per guardare il viso di quest'uomo che perde ogni maschera, ogni barriera, ogni artificio nel sonno. Mi piace stare in sua compagnia perchè se ognuno scopre qualcosa dell'altro, è anche vero che attraverso di lui io apprendo qualcosa di me stessa, e viceversa.
E' come scoprire non c'è solo gattonare, camminare, correre, e trascinarsi. No, c'è anche spiccare il volo, andare in picchiata, lasciarsi cadere, e infine cabrare per compiere una salita elicoidale e sbucare dalle nuvole, impalpabili e gelide, con puro stupore guardando l'immensità del cielo lasciandosi accarezzare dai raggi solari o lunari. E tutto voltandosi e scoprendo di non avere le ali!
Vorrei svegliarlo per parlare con lui, per guardare in quegli occhi castani che mi prendono in giro per quanto sono ragazzina, ma subito dopo mi abbracciano come fossi una donna. La sua voce matura e sicura mi scalda il viso dietro cui nascondo l'anima che capolino spesso dai miei occhi e su cui immancabilmente indosso un sorriso raggiante e caldo.
Non mi importa di andare a definire cosa c'è tra noi, perchè ho paura che sia come la nebbia mattutina, che ai primi raggi del sole si disperde e lascia solo piccole gocce sui fili d'erba.
La sua presenza ha migliorato la mia prospettiva per il futuro.
Mi ha reso più fiera di imbracciare l'arco, di essere diventata quello che sono a prezzo di tanti sacrifici, e di non nascodere questo orgoglio.
Ha liberato la parte più tenera di me, quella che gioca con una ciocca di capelli mentre beve un bicchiere di latte caldo.
Mi fa sentire serena quando la mattina vado al picco che è ancora buio e dopo una rapida preghiera a Nauru, mi avvicino all'albero cavo per ammirare il mare mentre alle spalle dalle fronde della vegetazione i primi raggi sfrangiano il cielo.
Mi ha reso meno irriquieta nei miei confronti e docile verso una vita militare che a volte mi andava stretta.
Una volta abbiamo parlato della mia paura di non tornare da una missione, nello scendere in campo dove mettevo a repentaglio una volta di più la mia vita. Pensavo che avrebbe reagito con sufficienza, cercando di assumere quell'aria guascona per cambiare argomento o addirittura liquidarmi con una battuta sciocca qualunque. Invece ha solo dimostrato che crede nelle mie capacità e sa che voglio sempre tornare a casa. Ha detto che confida proprio che io voglia tornarci.
Si io voglio tornarci e ora Ulmetor comincia a farsi vicino visto che Shandar ha reso più intensi i miei allenamenti per il combattimento con la spada in combinazione al coltello. Mi viene tutto così difficile ancora, ma so che è solo una questione di tempo.
Adesso lo sveglio.
Lo so rischio una serie di parolacce.. ma come è bello far pace no?

4# GELO E NEVE SULLA BATTAGLIA DI ULMETOR
E' finita.
Ma lo è davvero?
Non lo so, eppure avevo così paura di questa battaglia che per la prima volta avevo sentito l'esigenza di salutare qualcuno, di congedarmi dalla vita in un certo qual modo e il giorno della battaglia ho ripensato a quando in spiaggia tanto tempo fa Fiamma fece quello strano discorso sulla morte a Shandar. Allora non la capivo, non comprendevo perchè chiedere a Dar di non lasciarla all'oblio se fosse morta e fosse ritornata con la memoria alterata. Ma almeno lei la sicurezza che Shandar l'avrebbe aspettata ce l'ha sempre, mentre io.. io non so
se Vanadiel mi aspetterebbe mai. Non è questione di sfiducia, mi baso solo un semplice dato: lui non crede molto nell'intervento degli Spiriti, quindi non crederebbe mai che potrei tornare.
Mentre io credo che Fuoco non mi vorrebbe nell'oblio per sempre. Sarò presuntuosa, ma non lo credo.
E così poche notti fa mi sono recata assieme a Shandar, Dyna e Kymber su Ulmetor. C'erano anche Kay, Fiamma, Jadea e Ashra. Dunque è tornata per davvero. Ospite speciale tra i Maghi c'era Signor Simpatia, Lluren, il Supremo Guardiano delle Anime. E' talmente freddo eindifferente, quasi impassibile che secondo me è morto e non se n'è accorto. A forza di passare tanto tempo in Oltretomba alla fine si finisce per assomigliare alle anime dei defunti, forse...
Il mio compito era chiaro fin dal giorno prima: dovevo proteggere i Maghi assieme a Kay.
Ero davvero pronta?
Non lo so, ma le parole di Shandar mi risuonavano nella testa: "ricorda per chi combatti".
E io ho capito che combatto per essere libera e per chi non sa e non può difendersi.
Quando ho visto quella cupola di ghiaccio con dodici guerrieri, mi sono cominciate a prudere le mani.
Come volevo spaccar teste!
Ma ho ripensato a tutti gli allenamenti fatti al lago di Chivia e ho fatto quello che mi sta venendo sempre più facile: concentrarmi. Shandar, Dyna e Kymber hanno caricato contro quella semisfera mentre il Signore dei Morti mi ostruiva la visuale mettendosi davanti come un bel paracolpi.
Io, giuro, certa gente mica la capisco!
Ho dovuto staccarmi da Fiamma anche se per la prima volta non mi è piaciuto nemmeno un po': era come se mancassi alla parola data a Shandar, so che avrebbe voluto che fossi vicina a lei per proteggerla, ma ho capito che quella donna non è poi così fragile.
Ed ecco che "Belli Capelli", Lluren ovviamente, mentre guardavo in aria cercando un probabile attacco dall'alto, mi dice: "seguace di Male" e guarda su un tetto.
Phemt!
La mia mente era fredda, mentre il mio cuore ha sussultato.
Non poteva mancare!
No, lui, da bravo SCHIAVO di quello Spirito così abbietto e infinitamente malvagio, non poteva tirarsi indietro!
Avevo una rabbia in corpo per quel suo fanatismo che mi è venuta una voglia irrefrenabile di abbatterlo per dargliene di santa ragione una volta caduto come un sacco di patate!
Ho preso la mia prima freccia e ho atteso che la mia mira fosse perfetta.
Ma, per gli Spiriti! nevicava come non mai e lui si è innalzato in volo dopo aver tentato non so che incantesimo, sventato credo da Lluren.
Ho scoccato, ma l'ho solo sfiorato anche se non tanto da impesierirlo.
DEVO migliorare!
Mi è sfuggito per la mia inesperienza riuscendo così a dileguarsi.
Intanto un boato: la cupola in frantumi e al centro sei persone. Tre Luminosi credo, legati schiena contro schiena, seduti a terra e chiaramente vittime sacrificali per il rito di cui ha parlato Shandar. Gli altri tre erano "vecchie" conoscenze: il calvo con lo spadone, e le due gemelline sciacquette... In  un attimo hanno completato il rito trasformando i tre prigionieri in statue di ghiaccio, mentre Shandar si proiettava in avanti e uccideva subito dopo l'Aurean quasi decapitandola. Ma quel figlio di madre ignota del pelato lo ha attaccato alle spalle ferendolo alla schiena in modo molto grave: un taglio dal coccige fino alla spalla destra. La ferita si è congelata all'istante e ha fatto perdere conoscenza Shandar... era in sua balia, da quello che ho ricostruito con Fiamma, che quindi per difenderlo lo ha colpito con un "colpo di Forza" spezzandogli la schiena perchè sembra essere morto sul colpo.
Non era abbastanza!!!
Il tempo di voltarmi e un guerriero già alzava la sua spada a lama lunga su Lluren. Non c'ho nemmeno pensato ho incoccato e come meglio potevo ho mirato scoccando una freccia in pieno petto. Peccato che anche Jadea e Fiamma facevano la stessa cosa con i loro incantesimi: non è rimasto molto di quell'uomo eppure è riuscito a ferire il Supremo. Ma io avevo un'unica priorità: correre da Shandar! Non potevo crederci che fosse stato abbattuto, proprio lui, non lui, non era possibile, non ci credevo...
Quando ho visto quello strazio ho perso tutta la mia solita irruenza. A dire il vero mi sono sentita congelare in tutta quella neve e l'unica cosa che riuscivo a fare era pensare: deve essere portato dai Guaritori.
Poi ho visto Fiamma che si sgretolava di fronte a quello che vedeva. In confronto io non provavo niente. Questo ho pensato. Il mio dolore per mio fratello abbattutto era niente, quindi ho fatto del mio meglio per essere il suo sostegno e l'ho abbracciata. Un vero strazio sentirla chiedere di scaldarlo, di aiutarlo... mi si è gelata l'anima.
Quando finalmente è arrivato Lluren e lo ha stabilizzato, lo abbiamo portato su Gloria dove sono rimasta accanto a Fiamma e poi in preghiera nel Tempio.
Verso la sera del giorno dopo Mawan mi ha detto che dovevo andare a riposare. Si, dovevo. Non potevo più far finta di essere forte fino al limite dell'umano, che la cosa non mi turbasse fino ad un certo punto: ero completamente distrutta e allora invece di andare a casa per un bagno e una dormita, sono andata da Vanadiel.
Quell'uomo mi ha sorpresa di nuovo con la sua premura che facendomi capire che potevo lasciarmi andare. Mi ha preparato un bagno caldo, mi ha fatta rilassare e mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno.
E io?
Io come al solito ho avuto paura di quello che gli esternavo: ero felice e gliel'ho detto. Avrei dovuto essere più tranquilla invece l'ho aggredito verbalmente e stavolta ho davvero esagerato. Lui non è uno sciocco e ha ribadito che non pensa a me come un oggetto di cui dispone a piacere. Mi ha portato a riflettere: è così che mi ha fatta sentire Phemt, per quanto lui dica che era stato chiaro, dopo non sono riuscita più a vedere le cose con gli stessi occhi. Non potevo, sapevo che lui non mi amava ed ero solo per passare il tempo, per quanto cerchi di inodarare la pillola. Ho il terrore che anche Vanadiel si accorga che per me non prova assolutamente nulla e che forse alla fine quella che ci rimetterà sono solo io.
Ero emotivamente esausta e forse dovevo solo riposare, solo lasciarmi andare alle sue cure. Alla fine è quello che è successo: nel suo letto mi sono lasciata andare ad un pianto lungo e silenzioso fino a quando non è giunto il sonno.
Avrò mai più fiducia in me? e in Vanadiel?
E' così difficile che a volte mi sembra davvero impossibile...

domenica 18 dicembre 2011

Undicesimo Mese del Secondo Anno dopo il Decreto


1#NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO...
No.
Non posso.
Non voglio.
Non devo...
NON DEVO!
Ma chi voglio prendere in giro?
Ieri ero in spiaggia con Guido ad allenarmi quando sono arrivati prima Aivod, poi Shandar...
Niente: ero tranquilla, serena e dedita al mio addestramento. Al posto di Montagna è subentrato Shandar. Di nuovo un allenamento non solo per me, ma anche per lui, con gli occhi bendati. Per fortuna non eravamo soli, ero abbastanza concentrata e lui sì è impegnato abbastanza così io ho dato il meglio di me. Ero davvero su di giri, ma controllata, come se tutti questi mesi passati a faticare dessero i loro frutti in un pugno, in un calcio, in gomitata, in una ginocchiata in combinazione o semplici.
Poi che è successo?
Poi non lo so: una spazzata di Shan, una spallata mia, una reazione eccessiva e io che gli manco di rispetto, mi mostro insubordinata. Dall'essere capace improvvisamente ero divenuta ingovernabile. Ero tornata indietro.
Sono andata via con un'amarezza che mi ha portato ad una serata passata a cercare di sbollire una rabbia che non passava, non sbiadiva, anzi si ingigantiva e poi rimaneva lì e poi rigonfiava sempre più.
Quando in serata eccolo che entra dalla mia vetrata, con qualla faccia da cane bastonato non perchè si sentisse in colpa, ma perchè portava i segni di un malessere fisico.
Abbiamo cominciato da dove avevamo lasciato: io ero arrabbiata, lui voleva spiegazioni e non se ne sarebbe andato senza averle.
Come gli avrei voluto spaccare la faccia!!!
E lui lì che mi diceva che potevo farlo!
Per Nauru, Shandar!!!
Ho inveito e sbraitato anche dopo aver saputo che dorme poco e niente, sono peggio di una valanga in piena quando sono infuriata.
E poi quel suo atteggiamento remissivo, così placido, così inerme.
Cavolo, quanto volentieri lo avrei colpito con tutta la forza che avevo, invece ho fatto peggio, ho attaccato sì, ma dove ho scoperto in questi giorni, essere il suo punto più debole: la mia vicinanza.
Ero troppo furiosa, perchè lui ignorava quello che aveva davanti e soprattutto mi mostrava una cosa e poi ne faceva un'altra, insomma ero più confusa che incazzata.
Dovevo chiarire, dovevamo spiegarci...
E così ho iniziato a parlare, a dirgli che cosa sentivo.
Invece le cose sono precipitate: volevo baciarlo e quel non bacio che aleggiava tra di noi ha reso l'aria rovente.
Si, talmente scottante che Shandar ha ceduto nel vero senso della parola. Il suo fisico non ha retto ed è collassato.
Bell'effetto faccio agli uomini!
Forse ho scoperto un nuovo potere datomi da Nauru.
Gli uomini da me non scappano, svengono!
Mi sento davvero uno schifo al pensiero..
Quindi lui ha dormito da me.. o meglio è svenuto nel mio letto.
Che dovevo fare?
Ho dormito anche io, ma tanto è durato poco..
Mi sono svegliata e l'ho visto lì accanto a me. Devo ammetterlo che mi è piaciuto averlo lì con me sentire il suo odore, il suo lento respiro, il suo muoversi accanto a me, ma di certo sapere che non era stata una sua libera scelta, mi ha fatto storcere la bocca. E poi di nuovo quel senso di irrequietezza quando i miei occhi si sono abituati alla luce e ho visto il suo viso che si voltava verso di me. Ho trattenuto il respiro per un momento e poi... poi non ho pensato altro che a quel viso che conoscevo così bene, ma non avevo mai visto così rilassato. Shandar sembrava solo un mio coetaneo, un ragazzo bellissimo che dormiva nel mio letto.
Mi sono alzata e ho preso a sistemare, piano, senza fare rumore, ma tornavo a guardare il letto di quando in quando. Mi dicevo per controllare che non si svegliasse, ma era una bugia, perchè alla fine non ho più resistito e mi sono sdraiata di nuovo a fianco a lui, prona e sollevata sui gomiti.
Mi ha mozzato il fiato più volte guardarlo così inerme e sereno.
Non ho resistito e mi sono avvicinata al suo viso con una lentezza che mi pareva che il tempo si dilatasse all'infinito.
L'ho baciato.
All'inizio era tutto fermo, poi lui ha schiuso le labbra e io non ho resistito. Sapevo che era sbagliato, perchè non era cosciente, ma ho sentito il calore del suo respiro, l'aroma forte e sensuale, e allora la mia lingua ha cercato la sua. Tocchi fugaci ricambiati e quindi quel piccolo e breve gemito. Il nome di Fiamma.
Mi sono ritratta andando quasi a cadere dal letto.
Ero impietrita.
Non potevo
Non volevo.
Non dovevo.
Mi sono raggomitolata in un angolo del letto e ho pianto, perchè sono una sciocca e ho reagito troppo d'istinto. Sono tornata alle mie occupazioni con una lentezza che indicava solo pesantezza d'animo e alla fine mi sono sdraiata qui a scrivere il mio diario.
Ecco ora si sta svegliando, ne vedo i segni, muove gli occhi sotto le palpebre e il respiro non è più lento e pesante.
Non so che fare.
Gli dico questa cosa o è meglio lasciar stare?
Lo guardo e la voglia di baciarlo torna...
NON POSSO.
NON VOGLIO.
NON DEVO....

2#AMICI PER SEMPRE
E' bello sapere che non tutto si riduce all'istinto.
Si d'accordo, è piacevole sentirsi inebriati da certe passioni, non lo nego nemmeno un po', ma se poi devo perdere il rispetto di me stessa e far soffrire chi non se lo merita, direi proprio che non vale la candela.
Dopo il suo risveglio c'è stato l'atteso confronto.
Se la notte prima Shandar si è mostrato titubante, la mattina la musica è cambiata.
Era determinato perchè l'amore che lo lega a Fiamma è profondo e immenso. L'ho visto e se pensavo che mi facesse male, non è stato così.
Ho pensato che deve essere bello essere ricambiati, passare del tempo con la persona che ti guarda come se fossi la creatura più sublime su questa terra, vivere per un suo sorriso, proteggerla da ciò che può farla soffrire, anche se spesso non ci si riesce, codividere se stessi con lei, lasciare che ti entri nel cuore e nell'anima senza alcuna paura, perchè non ti devasterà e non ti lascerà mai quel senso di vuoto che ho provato io.
Ho ricordato lo sguardo che si scambiarano sul pontile del Lago di Chivia: uno Shandar innamorato, una Fiamma che lo ama da morire.
E io ero fuggita perchè Phemt non mi aveva mai guardata a quel modo: ecco cosa mi aveva fatta soffrire. Non loro due, ma lui, Phemt.
Ho compreso che non rappresento nient'altro che una buona amica, una guerriera di cui Shandar vuole fidarsi e con cui condividere le sue ansie e paure per l'Arcipelago.
Non ho potuto essere più insinuante e abbassarmi a sedurlo per avere che? un momento che poi avremmo rimpianto in due?
No, l'attrazione non basta e ora posso liberarmi di queso peso.
E' stato bello chiarirsi, parlare finalmente con il cuore in mano, senza filtri, tornare a scherzare e a stuzzicarsi, ma non con quella tensione che mi ha portata ad essere sempre irrequieta. Ammetto che mi fa un certo effetto ancora ora, ma non prevedo altro tra noi che quello stupido bacio incosciente.
E poi quello che è successo il giorno dopo al lago mi ha fatto comprendere ancor di più che possiamo ignorarci caldamente sotto quel profilo.
Cavolo se ho avuto freddo!
Quel matto mi ha messo dentro l'acqua fino al petto per riuscire ad allenarmi come dice lui. Ammetto che le sfide mi piacciono, ma devo imparare a riconoscere i miei limiti e l'acqua gelata di notte del lago di Chivia non è certo un piccolo ostacolo. Sentivo così freddo che mi si è gelata la fiamma quasi. Mi sono dovuta accartociare su me stessa per cercare di non annegare in quel freddo intenso.
"Richiama un pensiero che ti scaldi" dice lui.
E io che vado a pensare?
Al sole che splende alle 2 del pomeriggio con 35 gradi?
No. Penso a quello scemo di Artigiano che mi bacia. Vanadiel.
Però cavolo se mi ha scaldata!
E senza nemmeno accorgermene Shandar mi ha detto che ho anche sospirato un paio di volte. Per come conosco il mio maestro avrà alzato gli occhi al cielo pronto a rimproverarmi appena fossi uscita di lì.
Invece non è andata proprio tutto liscio come l'olio.
Come mi ha detto di uscire, mi sono mossa e dei crampi micidiali mi hanno spezzata. Sono finita con immergermi completamente incapace di far altro che scivolare nel buio tetro e freddo dell'acqua e quando ho sentito Shandar che mi afferrava e mi portava fuori mi sono sentita come se tutto il mio calore si fosse dileguato, lasciato sul fondo del lago.
Per fortuna avevamo il fuoco e il mantello di Shandar: non l'ho mai visto tanto preoccupato.
Abbiamo parlato ancora un po' dopo un primo momento in cui io non stavo per niente bene, tanto che articolavo male le parole e non mi sentivo più i piedi. Poi per fortuna mi sono scaldata e un nuovo confronto ha ribadito le stesse cose. Nessuna provocazione da parte mia e Shandar è stato incredibile: non ha modificato il suo atteggiamento o meglio è cambiato, ma siamo più vicini, più confidenziali, e più schietti.
Si, ora posso dire di aver trovato un fratello, magari biologicamente siamo come il giorno e la notte.. o meglio il ghiaccio e il fuoco.. ma c'è fiducia, c'è affetto incondizionato e stima reciproca.
Per me è tanto.
Per me è tutto.
Dar è mio fratello.

Ah si, Shandar è diventato Dar.. gli darà così fastidio che ci marcerò sopra a lungo..

3#UN ARCO O QUALCOSA DI PIù
Eppure deve farmi solo un arco.
Lo ricordo ancora quando lo incontrai con Shandar alla taverna. Era il peggiore periodo della mia vita e una cosa non la scorderò mai: volevo prenderlo a sberle. Lui che si siede al nostro tavolo con una faccia da schiaffi che la mia a confronto è da dilettante. Lui che si mette a guardarmi come fossi una bella preda. Lui che fa lo spavaldo ammiccando come se non potessi desiderare di meglio. Lui talmente arrogante e saccente da sentirsi il miglior artigiano sulla piazza.
Vanadiel Bunansa, dell'isola di Morchien.
Certa gente mi fa venire il prurito alle mani: una voglia insana di prenderlo a schiaffi, di strappargli quel sorrisino dalla faccia a suon di calci...
Ma all'epoca era per via di quello che era successo con Phemt. L'essere rifiutata da un uomo che in modo arrogante mi aveva sbattuto in faccia il suo fantatismo mettendo Male al primo posto, la mia gravidanza talmente indesiderata che lui non avrebbe mai riconosciuto questo figlio e poi il mio aborto poco dopo. Sfido chiunque a non volersela prendere con uno come Vanadiel. Ho anche sognato ad occhi aperti di scaraventarlo in mezzo al recinto di qualche animale, come i maiali, lui e le sue camicie candide e perfette, quel gilet così elegante e i capelli mai fuori posto.
Un desiderio puerile, si, ma che immensa soddisfazione!
E poi quella serata in taverna con Kymber in cui lei mi sorprende come non mai: mi vuole acquistare un arco!
Dopo che quell'artigiano da strapazzo mi mostra un arco in pino appena terminato, molto bello a dire la verità, io stavo per andarmene con la coda tra le gambe, visto che il mio debito con Night mi impedisce di acquistare nient'altro che da mangiare e qualche vestito, quando quei due cominciano a trattare sul prezzo dell'arco che avevo esaminato.
Alla fine si pattuisce che Vanadiel mi costruirà un arco su misura!!!!
Volevo volare, volevo davvero che queste mie ali tatuate si staccassero dalla mia pelle per farmi librare in volo.
Da lì ho provato quell'arco, e ci sono stati diversi incontri con Vanadiel.
Non so cosa mi ha preso, ma la mia irrequietezza con Shandar mi ha portato a fare la cretina proprio con quell'imbusto.
Ero andata alle Officine di Corte, visto che molti artigiani le usano, e l'ho trovato lì, per restituirgli l'arco che voleva che provassi.
Non so perchè, ma stavolta non ho lasciato scivolar via le sue stupide provocazioni maliziose. Mi sono ritrovata a parlare di incentivi e a baciarlo.
Lo ammetto, ho stupito me stessa per la mia stupidità, e lui lo ha fatto per l'intensità dei suoi baci. Pensavo fosse solo un lavoratore che non potesse certamente rivaleggiare con uno guerriero o un mago come il Falco.
Mi sono fatta male i miei conti.
A Nardean è iniziato qualcosa che non sospettavo potesse incominciare.
Ero andata lì stando attenta a non inoltrarmi troppo nella foresta per non imbattermi in qualche Lampo Nero, per allenarmi un po', forse per respirare un'aria diversa, o forse perchè sapere che sia Kymber che Phemt ci hanno passato del tempo, mi aveva incuriosita.
E lì ho trovato lui.. Vanadiel.
Mi ha insegnato ad usare la scure, ci siamo stuzzicati a vicenda e dopo il mio incontro con Dyna e Kymber, i nostri discorsi e tutto il resto mi sono detta, perchè no?
L'ho sfidato convinta di poter fare come mi pareva: mi ripetevo, io sono un tiratore scelto dell'Esercito di Corte, sono allenata, sono più forte, gli sono sicuramente superiore.
Prendimi, gli ho detto.
E lui lo ha fatto!
La mia fuga tra gli alberi è durata davvero poco e senza che potessi fare molto mi ha placcata dicendomi trionfante: presa, giusto?
Ero talmente sbarlodita che lui ha creduto che volessi tirarmi indietro.
Invece ero amareggiata perchè mi stavo chiedendo come una donna allenata e forte come me avesse perso una sfida così semplice.
Il fatto che lui avesse deciso di stare al mio stupido gioco, mi ha portato a pensare che forse ci teneva un po'.
Non è stato pagare un debito o un mantenere la parola data.
Era voluto fin dall'inizio.
Eppure al dunque non ho potuto.
Ho ripensato alle parole di Dyna a quelle di Shandar e così semplicemente non ho potuto.
E' come ho detto allo stesso Vanadiel: sono una che ci mette il cuore, non voglio più essere il giocattolino di qualcun altro e se sono io la prima a permettere una cosa del genere, perchè poi dovrei pretendere di essere trattata diversamente?
Certo non sono stata tenera con Vanadiel, ma non potevo...
Cosa però del tutto incredibile, mentre mi aspettavo che lui inveisse contro di me, quell'uomo prima ha cercato di capire il motivo, poi si è infuriato e io dietro a lui, figurati se un'Igneis come me si tira indietro di fronte ad un semplice schermaglia verbale!
E poi di nuovo la passione ci ha preso, ma diversa, meno aggressiva, meno sensuale, meno... triviale eppure ugualmente forte e prepotente. La dolcezza che avvertivo in lui era quella con cui io stessa lo baciavo.
Solo un bacio e poi sono fuggita con l'ennesimo no a ribadire un concetto semplice:
Voglio essere amata, niente di più, niente di meno.
Non so cosa mi riserva il futuro, ma per ora so cosa non voglio.
E questo per me fa la differenza.

4#SUL FILO
Che vuol dire "mi dispiace"?
E poi perchè ora?
Perchè mi sento boccheggiare in un vortice di emozioni diverse?
L'altra sera sono andata al Tempio a pregare Fuoco e lì ho incontrato Phemt, con l'Aspirante Mago di Corte, Liserlee. Pensavo che tra noi sarebbe stato tutto estremamente distante e indifferente e così era fino a quando l'Acquean non è andata via.
Io e Phemt ci eravamo detti tutto quello che dovevamo, e più volte.
Invece mi sbagliavo, perchè lui mi ha di nuovo destabilizzata.
Io avevo dei dubbi sulla faccenda di Ulmetor, di come Shandar mi avesse estromessa con la scusa che chi avrebbero affrontato era troppo più forte di me. Ma io non so stare con le mani in mano ed essendo soli ho palesato un dubbio che ho sempre avuto. Non ho dimenticato che su Ulmetor quei tre avevano cercato la lite e caso strano corrispondevano alla descrizione in parte di Lluren, il Supremo Sacerdote delle Anime, anche se potevano essere solo un uomo pessimo con le sue due puttane.
Ai miei dubbi lui che fa?
Mi dice che quella notte aveva avuto paura per me.
Sono rimasta di sale.
Perchè dirmi una cosa del genere?
Ero incerta e lui ha proseguito.
Non voleva che mi facessero del male, non poteva permetterlo.
Di nuovo in silenzio.
E Phemt ha rincarato la dose. Mi chiedeva scusa per non essere stato per me un uomo migliore, il giusto compagno che merito, ma non rimpiageva niente di quello vissuto con me.
E io lì muta a dirmi che non poteva essere: lui mi diceva esattamente quello che volevo sentirmi dire quando gli dissi che aspettavo nostro figlio.
Mi sono ritrovata prima ad indietreggiare, poi a pregarlo di non farlo...
E poi una parte di me ha ceduto a quel balsamo velenoso: era passato e dovevamo guardare avanti, no?
Il Falco e la Fiamma non erano più assieme, mi ripetevo, eppure quando l'ho toccato il mio corpo mi diceva che gli mancava quel contatto, che forse nulla era cambiato tra noi.
Mi sono sentita sul baratro, in equilibrio su una fune e sapevo che potevo cader giù.
La mia fortuna è stata non muovermi e la pressione è stata allentata.
Sono andata via da Gloria sconvolta.
Ho passato la notte a girovagare, a meditare sulla mia terrazza, a  pregare alla stele sul picco del Serpente.
E dunque all'alba mi sono allenata e infine a palazzo.
Lì ho incontrato Shandar: è sempre più il mio punto di riferimento, mi fido di lui, perchè so che non vuole altro da me che il mio bene.
Gli ho raccontato del mio incontro con Phemt e allora ho capito che non potevo credergli, che non erano reali quelle parole perchè il ricordo di lui che mi dice che ama Deva, che se avesse potuto avrebbe amato solo lei, che il mio amore era puerile, che per nostro figlio lui non sentiva nulla.. tutto mi ha travolta di nuovo, ma stavolta senza dolore. Ho solo capito che non mi fido più della sua parola.
E allora perchè dirmi quelle cose?
Ho palesato questo dubbio a Dar e proprio in quel momento mi è venuta l'idea di tenerlo sotto controllo. Per fortuna non mi ha negato almeno questo.
So una cosa però: non sopporterei di essere toccata da lui, non più.
Riuscirò a non mostrare i miei reali sentimenti?
Per ora mi tengo alla larga, come ho detto a Dar, poi vedremo lui che farà...
Cavolo, mi scoppia la testa!
Non riesco davvero a comprendere perchè Phemt si comporti così..

5# FIDATI DI ME
Chiudo gli occhi e lo vedo.
Ho meno sonno degli altri giorni, perchè durante le ronde, gli allenamenti o i semplici gesti quotidiani come andare alla Stele a pregare, c'è un brivido che mi percorre lungo la schiena fino alla nuca, strappandomi un immancabile sorriso.
I suoi occhi color cioccolata che così irriverenti mi stuzzicano davanti al camino nell'atrio del Palazzo di Corte.
La sua arroganza che in un gesto mi fa sorridere e mi tenta davanti ad un camino della Sala Comune nelle Officine di Corte.
La sua tristezza improvvisa che mi intenerisce quando mi parla semplicemente su un divano.
Il suo egoncentrismo che diviene una maschera quando siamo in mezzo agli altri...
Vanadiel.
Quell'uomo è entrato nella mia vita portando un'infinita dolcezza mescolata alla passione più selvaggia a cui oramai non posso più resistere. Avevo deciso di tenerlo a distanza, conoscerlo prima di lanciarmi come avevo fatto con Phemt, e c'ero anche riuscita: invece è bastato vedere per un momento oltre la maschera dietro cui si trincera tutti i giorni, e ho capito che dovevo essere me stessa, con tutti i miei pregi e i miei difetti e ho fatto quanto mi chiedeva. Gli ho dato una possibilità e mi sono fidata.
E' stato come lanciarsi da un dirupo, un salto nel buio, gettarsi a braccia spalancate non vedendo cosa mi attendesse al di sotto, sentendo l'oscurità che mi solletica la pelle e mi eccita la mente.
Quanta similitudine con quello che avevo già fatto con il Falco?
Tanta, persino il sentirmi dire che ero bella.
E io non volevo quella sensazione di dejavu, volevo un percorso nuovo, un volo verso l'alto e non verso il basso, sentendomi annientare ancor prima dello schianto.
La mia paura era tale da fermare il mio cuore.
Ennesima fuga?
No, per Nauru, non ne potevo più. Dovevo solo essere me stessa, mi ripetevo: rischiare o non affrontare mai quel volo.
In amore credo non si giochi mai sul sicuro, anzi.. sono più le volte che si corre il rischio di cader giù che quelle di percorrere il viaggio incolumi.
Mi sono fidata.
Mi sono lanciata.
Ho concesso la possibilità e ora mi trovo con l'animo che vibra e si apre ad un volo in cabrata, dopo una picchiata che mi pareva non finisse mai.
Sono una donna che ci mette il cuore.
Sono una donna che merita di più.
Si, io merito tutto quello che di meglio la vita mi può offrire e per ora ho solo voglia di provare intense emozioni.
E l'uomo che sa accendere in me Fuoco è qualcuno che la magia non la conosce, qualcuno che vive semplicemente con la passione per il suo lavoro, qualcuno così diverso da me che non mi vuole cambiare, eppure mi completa.
Vanadiel.
Non so dove ci porteranno questi attimi intensi di passione che ci fanno avvicinare con estrema tenerezza, ma ha importanza? E' davvero così importante chiedersi è lui, l'uomo giusto per me?
So solo che quando siamo assieme sappiamo ridere e scherzare, sappiamo guardare nel dolore l'uno dell'altro e ritrovarci per poi volerci proteggere a vicenda. Non è solo mescolanza di passione e desiderio, non è solo una voglia infinita.
E' solo il mio momento di stare bene.
Non mi chiedo quanto durerà, non mi chiedo cosa aspettarmi dal futuro, non voglio sapere se a qualcuno non piacerà la cosa.
Ho solo bisogno di sapere che Vanadiel mi guarda con occhi diversi da quelli di Phemt, e forse... forse.. per me il futuro non è poi così vuoto.
Ho già tanto, lo so: ho Dyna, Dar, Kym, Arya e Deva. Ma a volte non bastano: per quanto la mia vita sia piena di affetto, un uomo riempie quella parte di letto e quotidiano, come una Sorella o un Fratello non possono fare.
Per ora accanto a me c'è Vanadiel...

sabato 17 dicembre 2011

Decimo Mese Del Secondo anno Dopo il Decreto

 1# ADDIO MIA CREATURA
Semplicemente non ce la facevo.
Ogni volta che aprivo questo quaderno lo sfogliavo e leggevo e allora la tristezza diveniva malinconia e poi infinito dolore.
Era un leggere ovunque il suo nome: Phemt... Phemt... Phemt...

PHEMT!

Non ne potevo più.
Mi ha bruciato l'anima e questo in un modo che forse non mi aspettavo, perchè pensavo che nessuno mai avrebbe potuto volere una come me.
E' ora che metta le carte in tavola.
Ho sempre detto di non volere un compagno, e poi ho voluto con tutta l'anima l'unico che non mi ha mai pensata se non per scaldare le sue lenzuola.
Ho sempre dichiarato di non volere un figlio e Fuoco me ne ha messo uno sulla mia strada. Arya mi ha fatto comprendere con una semplice parola detta nel sonno che aspiravo a sentirmi chiamare così: mamma.
Ho guardato l'immagine di me allo specchio dopo averla accompagnata a casa, il mio addome ancora piatto che di materno ha solo il nome per ora. In questi giorni spesso la mia mano cercava conforto in quella creatura che solo per metà è sua, ma che difatto è solo mia.
L'ho desiderato, e che Nauru mi perdoni, ho sognato ad occhi aperti di cullarlo tra la mie braccia.
Ed ecco che quel sogno appena nato è morto in un lago di sangue.
Sono dovuta andare su Gloria in preda a dolori lancinanti e mentre ero sul battello lo sapevo, aveva rinunciato a vivere. Stava morendo.
Mi sono sentita così male nell'anima che il senso di colpa mi ha lasciata gelida. Non uno scatto di ira, non una fiammata intensa di dolore, non un'acuta disperazione.
Il mio bambino aveva capito tutto: non voleva vedere un mondo in cui sua madre è talmente puerile da amare un uomo che non le ha dato altro che egosistico piacere.
Con queste premesse anche io avrei voluto morire.
Mawan è stata sempre con me: mi ha tenuto la mano, aveva dipinto sul volto un dolore simile al mio, non ha detto nulla, mentre un Guaritore mi prestava soccorso.
Io riuscivo solo a guardare il soffitto ora che il dolore era cessato grazie all'intruglio a base di foglie della Pietà.
Eppure lei sapeva senza che le dicessi una parola. Ovvio non sapeva di chi è figlio e io non mi sono certo messa a vuotare il sacco. Ora non avrebbe senso visto che con la morte del mio bambino questa storia finisce qui.
Sentire quel tocco gentile mi ha fatta sentire meno sola, ma leggere il grande dolore che provava per me mi ha fatta sentire in colpa: come potevo dirle che, a causa dell'egoismo di diversa natura dei suoi genitori, questa creatura si era lascita morire?
Ho solo chiuso gli occhi sperando che con il torpore arrivasse l'oblio, invece no.
Ho ascoltato ogni singolo mio respiro, ogni più piccola fitta addominale, ogni battito del mio cuore, perchè nonostante tutto esso betteva, ho cercato di ignorare ogni pensiero, persino il volto di Shandar che mi guardava con disapprovazione.
Deva dove sei????
Ho così bisogno di te che nemmeno te lo immagini. Eppure ho il terrore che questo mi farà odiare da te. So che ami ancora Phemt e lui ama te, perchè tutto deve essere così difficile? Perchè dovevo cacciarmi in questo guaio?
Ho capito dunque.
Voglio un compagno.
Voglio un figlio.
Voglio essere la Donna che si ammanta della Guerriera e non il contrario. Voglio tutto e lo voglio senza condizioni, senza tentennamenti, senza dubbi e soprattutto io devo essere l'UNICA.
Non ho idea se amerò di nuovo, ora come ora non riesco a pensarmi in altro modo che non arciera che imbraccia il suo arco e difende ciò che reputa importante: la libertà di esistere di tutto il popolo delle Isole.
Ora penso solo a come risorgere dalle ceneri: ancora per oggi mi concedo di piangere e straziarmi, non per Phemt e quello che avremmo potuto condividere, ma per mio figlio... anzi per mia figlia. Non so il perchè, ma era una lei e sarebbe stata come sua madre e suo padre.
Addio mia creatura.
Non ti conoscerò mai e forse Nauru un giorno mi concederà di avere la pienezza dell'essere madre. Fino ad allora porterò con me il sogno che avevo per te.

2# FIDUCIA NEL FUTURO
Basta un sorriso o un gesto come il prendermi per mano per spazzare via la mia tristezza?
Ci vuole così poco?
Ha smesso di esistere da pochi giorni mio figlio e io riesco già a sorridere?
Non è stato solo quel semplice atto, é bastato vedere l'affetto con cui lo ammantava Deva e come mi guardava per diluire in parte la grande amarezza che mi affliggeva.
Appena l'ho vista davanti alla stele ho avuto la paura folle e irrazionale che la storia si ripetesse, così come con Phemt, nello stesso posto, sul picco del Serpente.
La domanda era pressante: appena le dirai di tuo figlio, cosa pensi che dirà? Come pensi che ti guarderà? Quanto la ferirai?
Volevo morire in quell'istante. Non potevo farle questo specie ora che non aveva più senso, che la mia piccola e innocente creatura non c'era più.
Sanguinavo ancora dentro di me con un'emorargia inarrestabile eppure non potevo mentirle.
Così gliel'ho detto: non c'ho girato intorno e non ho usato parole di scusa.
Anche perchè non posso chiedere scusa per aver amato Phemt, è successo e basta, la stessa cosa vale per... nostro figlio.
Nostro..
Che poi devo sempre ricordare che lo volevo solo io.
Con mia grande sorpresa Deva mi ha mostrato tutto il suo dispiacere profondo e sincero. Non poteva disprezzare qualcosa che non aveva colpe, un figlio magari nato dall'unione con presupposti differenti, e dirmi che era così rammaricata perchè non potessi conoscere la gioia infinita dell'essere madre, mi ha così devastata e sollevata allo stesso tempo che non potevo far altro che sentire il mio cuore esultare per quel momento così intenso e felice.
Deva mi ama, a dispetto di Phemt, differentemente da Phemt, unicamente e pienamente non come Phemt.
E allora non avevo lacrime, non più per lui, ma il mio lutto per la creatura che avevo perso sarà più degna compagna che quell'amore a senso unico e sterile che provo ancora per il Falco.
Come faccio ad amarlo ancora?
Cosa mi indurrà ad odiarlo?
O cosa semplicemente ad essergli indifferente?
Non lo so, ma ora sono in un momento di tranquillità e pacatezza. Ho passato la notte da Deva, ho conosciuto Phoenix e vederli assieme anche se all'inizio mi ha trafitto il cuore per qualcosa che io non potrò essere, mi ha rasserenato anche molto.
La dolcezza di Deva è straordinaria: vedo Nauru in tutto quello che fa, nel parlare a suo figlio, nel accarezzarmi una guancia, nel sollevarlo da terra, nel gettare un'occhiata di intesa a me, nel parlarmi di un futuro promettente e nel mostrare orgoglio verso un figlio che sa in parte addolorarmi per quel senso di vuoto che mi riempie l'animo.
Il dolore è stato intenso, ma il sapore non era più con un retro gusto amaro: semplicemente ora riesco a non sentirmi più in quel freddo mare scuro, a galleggiare aspettando di affogare.
Respiro, il mio cuore batte e forte, e ora devo spingermi per innalzare la mia fiamma.
Non sarà che qualcosa di tremulo all'inizio, ma alla lunga divamperà possente.
Ho le mie cicatrici, ho ferite che sanguineranno a lungo, ma non per questo devo mettere in pausa la mia vita.
Ho solo sbagliato a scegliere e forse sono approdata alla conclusione che quello che voglio davvero dalla mia vita è viverla al massimo, soffrendo di certo il meno possibile, ma non evitando nulla perchè altrimenti se uso la testa e non il cuore, non avrò mai vissuto.
Questo ho imparato grazie a Deva e di lei ora mi fido come e più di me stessa. Per lei sarei disposta a mettermi contro Male stesso. Un tempo non era così, ora invece ho visto cosa quello Spirito ha fatto allo stesso Phemt.
Non voglio ridurmi come lui.
Ora la vedo come una fortuna essermi sottratta da questo mio sogno ad occhi aperti.
Certo, al solo pensiero di lui, il mio corpo langue ancora, mi manca, ma poi mi chiedo: cosa ti manca? La passione? Il suo modo di farti bruciare? Cosa ti ha lasciato quel fuoco?
Solo cenere e freddo.
Il calore me lo sta dando Deva e quindi conosco la differenza e voglio di più, molto di più...
Ho ancora un sogno, no?
E allora farò di tutto per realizzarlo.
Di tutto...

3# ENNESIMO DOLORE
Mi è tornata la voglia.
Di scrivere.. di essere arciera.. di mangiare... di sorridere... di voler bene... di vivere insomma.
Sono giorni che mi guardo attorno aspettandomi il peggio e quello non arriva.
Poi ho capito.
Aspettarlo non significa rimanere ferma.
Se quello deve arrivare allora che si sbrighi a rincorrermi. Io ho meglio da fare che rimanere qui ad vedere un fiume di lacrime scorrere.
L'ennesimo dolore è arrivato, e mi ha sbattuta a terra per l'ennesima volta.
Ormai la sofferenza non mi spaventa più.
Dyna e Phemt.
Ero senza fiato, non ci credevo, non potevo e... non volevo.
Lei mi guardava e mi diceva che era stata a letto con lui.
Perchè da quell'uomo mi sarei aspetta di tutto tranne che mi fottesse pure le amiche?
Si, sono sboccata, ma ora è veramente troppo!
Come diamine si fa ad andare a letto con l'amica della donna che ti ha detto di aspettare tuo figlio?
Si fa a quanto pare, perchè lui mi ha mentito quando mi ha detto che non ero un capriccio o un desiderio notturno sfogato più volte.
Pensavo: non posso essere stata un pezzo di carne, un diversivo alla noia, una seconda scelta, perchè l'originale non poteva più appartenergli.
E poi ecco.
L'immagine di loro due avvolti dalla passione mi ha strappato l'ennesimo urlo di dolore.
Stavo per chiederle a cosa pensava quella sera?
Che diavolo voleva dimostrare?
Dyna mi ha chiesto di perdornala, dicendomi che lei non ha mai pensato che io amassi tanto il Falco, tanto da soffrire per lui, tanto da desiderare un figlio venuto dal caso.
Ma è colpa mia.
Se non avessi fatto la goliardica quella notte in spiaggia dipingendo a quel modo Phemt, lei non lo avrebbe nemmeno preso in considerazione.
Forse Dyna non è il massimo in delicatezza, forse lei non ha voluto vedere quanto soffrissi, ma il suo dispiacere era autentico e il suo cuore è grande, io lo so.
Non è solo pensarli assieme in quel momento, ma sapere che lui l'avrebbe guardata come faceva con me, che mi ha fatto precipitare di nuovo in un mare di agonia. Avrei visto le sue attenzioni per lei e questo mi avrebbe portato a guardare ciò che avevo vissuto con lui sotto una luce diversa, rifiutando di vedere: io non ero altro che una bella scopata!
No, non potevo subire due volte, non potevo, ma so che a Dyna voglio bene, è stata la prima a guardarmi come avessi davvero valore, come se non fossi solo Haze, la Randagia,  un po' svitata, tutta da evitare.
Così a denti stretti ho ingoiato questo rospo e ho detto alla mia Sorella di Fuoco che mai avrei permesso ad un uomo così di dividerci.
L'ho detto in tutta sincerità, ma ora non posso fare a meno di sentirmi uno schifo.
A lui che dirò quando prima o poi lo incontrerò?
Mi fai schifo?
Non sei altro che un animale?
Non meriti altro che una freccia in mezzo agli occhi?
Nel suo petto non so più se batte un cuore o una pietra, correrei il rischio di vedere la punta della freccia spezzarsi con la fortuna che ho.
Tutto passa, dunque... eppure ancora sono qui a pensarlo a volte.
Maledetto cuore.
La testa non ti ha messo giudizio e l'anima ne è stravolta.
Ma io non mollo.
Non mi arrendo.
Cado e mi rialzo.
Ed oggi torno ad essere Arciera.

4# E' COME SE LO FOSSE
Se avessi una sorella il suo nome sarebbe Arya.
E' così che la immagino: piccola, tutta occhi azzurri, sempre con il sorriso, spiritosa, e tanto tanto curiosa.
Ma io non ho bisogno di sapere che Arya non è sangue del mio sangue. Per me lei è importante come se lo fosse. Il bello è che ho scelto io, e lei ha scelto me.
Il destino ci ha solo messe quella notte sulla spiaggia, lei con la sua aria da piccola viziata, io con la mia aria strafottente. Poi con il tempo il velo è calato, io ho aperto il mio cuore mal ripagato dalla vita a quella piccola Aurean e lei ha toccato la mia anima rendendola leggera e ricordandomi che io sono stata come lei e lo sono ancora per certi versi. Ho visto la sua allegria, la sua esuberanza e la sua voglia di vivere e dietro di essi c'era una ragazzina sola, troppo pronta a giustificare i suoi genitori per le continue assenze prolungate e reiterate.
Forse ero davvero gelosa che Arya avesse tanto affetto da parte di tutti, mentre io ero sola e mi sentivo rifiutata dal mondo, dai miei genitori in primis.. Ancora oggi mi chiedo perchè non mi hanno mai cercata dopo che spiaggiai su Ulmafor e fui trovata da Jaja in quelle condizioni pietose. Simon non è mio padre, seguo semplicemente il mio istinto e lui non è mio padre, perchè sarebbe follia pura credere che lui mi cerca da quando ho 4 anni e non mi abbia trovata. Vent'anni! Per tredici anni dove sono stata? Che fine avevo fatto? Che mi hanno fatto??
Sembro isterica.. mi sento male e mi viene la nausea se penso che così piccola potevo finire nelle mani di chissà quale pazzo scriteriato.
Ma non era di questo che volevo parlare, ma di Arya e di come mi è stata vicina. Forse allenandomi con lei ho imparato a conoscerla, a riderci, a prenderci in giro, a guardarci negli occhi e a capirci. Eppure io dovrei essere quella grande, quella matura e lei quella che chiede consiglio, che mi guarda chissà come, invece a volte mi sento talmente piccola che mi sembra di sparire.
A volte la mattina, quando sento il sole nascere all'orizzonte mi viene voglia di non sollevarmi da terra. Mi capita spesso di dormire con il cuscino vicino al piccolo terrazzo a strapiombo sul mare solo per alcune ore, con la coperta che mi ha fatto Jaja, un rosso che ricorda i miei capelli.
Meno male che Arya ha dormito con me un paio di volte. Solo che la prima volta ho pagato caro quel prezzo. Perchè Deva non ha spiegato a sua figlia cos'è il sesso?
Lei pensa a cose romantiche o travisate come che se ci si bacia a lungo si rimane incinta. E' follia pura. Se un vigliacco figlio di buona donna si prende gioco di Arya che succederebbe? io ci sono rimasta fregata e non ero proprio scesa dalla montagna del sapone.
Incinta dopo la scopata del secolo.
Non vorrei mai che la piccola passasse quello che ho passato io, piuttosto spezzo il mio arco o mi faccio tagliare il braccio.
Arya merita di più.
Arya deve avere di più.
Arya è preziosa e non va sprecata...
Ieri ci siamo allenate in spiaggia e alla fine è finita a farci il solletico dopo un placcaggio di quella piccola peste.
Adoro i momenti che passiamo assieme, perchè mi chetano l'anima e perchè mi fa sentire come se fossi in armonia con il mio essere.
Tutto mi sembra più sopportabile e ora l'effetto si prolunga anche quando lei non è con me.
Quel prenderci per mano o abbracciarla mi fa sentire davvero bene e non mi importa più se non ho un uomo o se ho perso mio figlio, lei mi da la forza di guardare avanti.
Non l'avrei mai detto alcuni mesi fa, anzi pensavo che prima o poi avrei preso a sberle quella pulce che si intrometteva sempre nei momenti più impensati, quando in spiaggia incontravo Phemt.
Ora invece di sperare di incontrare lui, spero di vedere quella peste apparirmi alle spalle che mi urla: ciao!
Si, io ho una sorellina e il suo nome è Arya.

5#LUI NON è PER ME
Sono giorni che evito di scrivere.
Questo perchè mi alleno, faccio ronde, poi mi alleno, mi alleno, mi alleno, e poi chiedo di essere allenata e cerco soprattutto di non pensare.
Se penso mi sento scivolare verso una strada difficile e dolorosa, ma tremendamente eccitante e vivace.
E' come se dovessi scegliere tra una passeggiata fresca e tranquilla e una corsa nelle fiamme pure.
Sono un'Igneis e, per Nauru, non riesco a non guardare quella Fiamma che mi fissa languida e attraente.
La sto ignorando con tutte le mie forze e ho tutte le buone intenzioni di lasciarmi questo casino maledetto alle spalle.
SHANDAR..
Perchè ora i miei occhi lo vedono diverso?
Lui non è per me.
Lui ha una donna che ama e lo ama a sua volta.
Ha un figlio.
Non vuole altro che manterene il suo giuramento ad Aldaris e Fiamma.
Io sono solo un'arciera, un'igneis senza disciplina, una randagia con troppi problemi...
Eppure da quando il Generale è morto Shandar ha mostrato un lato di sè che non vedevo, forse perchè ero troppo intenta a guardare con occhioni dolci il Falco. A suo modo Shandar mi è stato vicino quando più pensavo di non avere nulla da perdere e la sola presenza non mi ha fatto andare oltre l'irreparabile, l'unico uomo che potesse darmi conforto. Così come Arya e Deva hanno risanato la mia anima stringendomi a loro, lui mi ha ricordato che avevo un obbiettivo.
Per questo gli ero grata, per questo mi sono avvicinata, ma poi ho guardato a fondo, pur comprendendo che non scorgevo altro che la superficie.
E' stato questo che mi ha spinta oltre: la curiosità di vedere altro in Shandar e non mi sono accorta che il mio giocare scherzoso era diventato qualcosina di più.
Ha ragione Dyna?
Io ci metto il cuore?
Spaccherei qualcosa?
Potrei?
Davvero?
Non ci credo.
No.
E poi no.
Shandar è onesto e leale, ecco perchè lo provoco, perchè so che mai e poi mai reagirebbe ai miei sguardi o alle mie parole. Lo faccio perchè la mia anima ne tragga conforto ben sapendo che niente e nessuno può spezzare quel legame, dandomi così enorme fiducia nel futuro.
No, da oggi devo stargli lontana, mi sento troppo sull'orlo.
Forse è il caso che io rinunci ad allenarmi per un po' con lui, limitando i nostri contatti al caso e alle necessità. Più gli sto vicina e peggio è.
Eppure inevitabilmente mi chiedo: sono io a farmi certe paranoie oppure Shan ha contribuito?
No, meglio pensare che è tutta colpa mia, che sono la solita casinista e che devo solo... respirare?
lasciare che questo momento passi?
far finta di niente?
Si, molto meglio. Intanto seguirò il consiglio di Dyna. Mi metto in un angolo e mi alleno con l'arco.
Basta scherzare con Shandar, basta provocarlo, basta...
Lui non è per me.