giovedì 8 dicembre 2011

Nono mese del Secondo Anno Dopo il Decreto


1#L'INEVITABILE CROLLO
Vivo come in uno strano limbo.
Mi sento morta dentro e poi d'improvviso brucio sentendomi viva, dolorosamente radicata in questo mondo. Mi sono anche chiesta se non sto per estinguere la mia fiamma.
Al Tempio ho rivisto Phemt.
Questo spiega tutto o quanto meno da voce alla mia apatia che sostituisce la malinconia, la frustrazione, la sofferenza e l'allegria che rare volte mi assale in posti e con persone davvero inattese. Mi sento come se mi avessero messo un paio d'ali che non volevo, e queste, mosse da vita propria, mi portano in alto, in una cabrata decisamente ripida e dolorosa, per poi portarmi in picchiata come se dovessi schiantarmi a terra. Se accadesse credo che non sopravviverei.
Nessuno sopravviverebbe, giusto?
Mi sento davvero sbalestrata, a volte senza controllo sulle mie emozioni che sono violente e... devastanti. Già sono poco incline a dominarmi, se aggiungo che la mia volontà in questo periodo si annulla di fronte a certi pensieri, a talune situazioni e naturalmente di fronte a lui.
Comincio ad essere stanca, non fisicamente, ma è il mio cuore, il mio animo che è spossato, come se trovasse difficile guardare avanti. Ma anche lì è un altalena di emozioni di cui non ho dominio e a volte sono talmente esasperata che vado letteralmente fuori di testa. Gli sfoghi sono pesantemente intensi.
Mi alleno, mi alleno, mi alleno, mi alleno.. fino a ritrovarmi a carponi con l'arco o la spada in mano e il corpo grondante di sudore, boccheggiante e in cerca di un momento di oblio.
Purtroppo il sonno ora mi è ostile.
Se mi riposo finisce che ho degli incubi: mi sveglio urlante e... con il viso bagnato dalle lacrime. A volte ricordo. Altre.. mi sfugge quello che ho vissuto oniricamente, ma mi lascia sempre un retro gusto amaro in bocca.
Il sogno è sempre lo stesso: galleggio in un'acqua scura, osservando quello che mi pare il cielo, invece è una volta scura e senza stelle, ma la luna la vedo, tonda, imponente e protagonista indiscussa. L'acqua è talmente calda che mi brucia la pelle, mi da quasi una piacevole sensazione anche se il disagio latente permane. All'improvviso una sagoma scura passa sopra di me... volando.
Ovviamente so chi è. Quella sagoma è inconfondibile, il profilo delle sue ali mi ha sempre attratto notevolmente, quindi so già chi è senza dover aguzzare al vista. Attendo mentre sento il possente battere di ali e chiudo gli occhi. Non so quanto passa, nel sogno tutto e relativo, tutto è sottosopra, niente rispetta le regole della realtà, quindi quando sento la sua voce e riapro i miei occhi, lui è esattamente sopra di me, immobile, sospeso nel vuoto con le sue ali spiegate. Ha lo sguardo verde smeraldo talmente freddo che non sembrano nemmeno occhi i suoi, ma pietre dure, taglienti e inumane. Mi parla con voce suadente chiedendomi perchè non lo libero della mia presenza, perchè cerco di sopravvivere, perchè non mi lascio cadere nell'oblio facendo un favore a lui e a Deva. I miei occhi si riempiono di lacrime e scopro di non avere la voce, di poter aprire la bocca, ma di trovare le labbra come incollate.
Sono cucite, per Nauru!
Tutto il mio sgomento, tutta la mia angoscia trova sbocco solo in questi miei occhi dal colore della lava.
Phemt non si ferma e mi sorride beffardo. Mi annienta con parole dolorose, dicendomi che sono una piccola fiamma trascurabile, un errore, uno scherzo dello stesso Nauru, che annoiato si è concesso uno sbaglio come me e a cui lui ora porrà rimedio.
Io sono inerme: le mie braccia lontane dal corpo non si muovono, le gambe sono mollemente abbandonate, non un movimento, non un piccolo sussulto, non una contrazione muscolare mi fa capire che posso reagire.
Non posso muovermi, non posso gridare, non posso difendermi.
Posso solo versare lacrime che bruciano più della lava, che mi feriscono il viso e da queste un sangue scuro e denso, quasi malato mi imbratta il viso.
Phemt mi osserva in silenzio e mi dice la cosa che più mi ferisce: non sono NIENTE!
E poi alza una mano. So che vuole fare e lo guardo con orrore, muta e indifesa. L'indice freddo si posa sulla mia fronte e spinge in basso.
Solo il mio viso era a pelo d'acqua quindi quando lui pratica quella leggera pressione io... affondo. Normalmente si risale subito dopo in superficie, Invece contro ogni logica io mi sento trascinare in basso perchè è il suo odio nei miei confronti a tirarmi in profondità.
L'acqua si fa sempre più fredda, i miei occhi si spegono progressivamente, divengono da brillanti a opachi fino ad assumere il colore del carbone bagnato.
Mi fa così male sentire il suo odio che quando vado a respirare, riuscendo finalmente ad aprire la bocca, annaspo perchè mi manca l'aria.
Ed ecco mi sveglio, urlando e boccheggiando.
Così ho cominciato a non cercare più il mio giaciglio. Gli allenamenti mi sfiniscono, ma non trovando più conforto nel riposo, mi trascino in giro per le Isole, magari facendo il mio dovere, magari cercando guai, magari camminando e basta.
Mi stavo guardando allo specchio poco fa.
Sono dimagrita. Mangio poco, dormo niente e mi alleno dalle 12 alle 18 ore al giorno.
Quando crollerò?
Temo addirittura il momento in cui incontrerò Phemt, non come l'altro giorno al Tempio, di sfuggita.
In quel frangente sono riuscita solo a divenire una statua per nascondere il mio annaspare, il mio cedimento interiore e la mia fragilità, ma se mi avesse fermata per parlare che cosa sarebbe successo?
Non oso immaginarlo.
Non credo di poterlo ancora fare.
Intanto Deva mi sta vicina, con dolcezza infinita, ma anche con estrema durezza. Non vuole che mi lasci andare, non vuole che questa storia mi vinca. Sembra quasi che sappia quello che sto vivendo e non vuole permettermi di affogare in quell'acqua scura e fredda.
So che prima o poi affronterò il Falco, ma per ora ringrazio gli Spiriti che tutte le volte che alzo gli occhi al cielo vedo solcarlo solo dalla luna.
Non siamo più la Fiamma e il Falco...

2#VITA O MORTE
E alla fine il confronto c'è stato.
Pensavo di aver toccato il fondo, invece Phemt mi ha fatto sprofondare per raschiarne la fanghiglia, e senza che lui muovesse un solo dito. Almeno nel sogno non mi uccideva solo con lo sguardo.
Sul picco del Serpente ero andata per passare qualche ora in preghiera: erano tanti giorni che non mi rivolgevo a Nauru e ne sentivo l'assoluto bisogno.
Era là.
Ho anche desiderato che lui non mi vedesse, ma ovviamente il destino aveva altri progetti.
Mi ha sorriso con amarezza... Lui mi ha mostrato la sua amarezza e io?
Io non volevo crederci.
Quella che dovrebbe provarla sono io, non lui. E figuriamoci se non gliel'ho sputato in faccia. Quasi quasi ero orgogliosa di me.
Invece non potevo pensare che Phemt avrebbe colpito con meticolosità e crudeltà devastando un cuore già a pezzi.
Ha riconosciuto un valore in me.. ero preziosa..
Avevo voglia di strappargli il sorriso a suon di calci. Non potevo crederci: mi dice che non mi ama e poi mi dice che sono preziosa!
Ero sbigottita, ma il vero colpo è stato sentirsi dire che ama Deva.
Ho barcollato, ho sentito quello che rimaneva del mio cuore divenire polvere. Ho dovuto dargli le spalle o gli avrei mostrato quanto mi stava facendo male, quanto mi stava portando all'annientamento.
Invece è stato peggio perchè lui ha dato la stoccata finale: Phemt si era impedito di innamorarsi di me.
Non volevo crederci. Dunque non ho mai avuto nessuna possibilità, dunque ero solo cosa? un passatempo? un gioco? un errore? un esperimento?
Ho alzato gli occhi e allungando lo sguardo ho visto il burrone. Sentivo il mare che impietoso si infrangeva contro la scogliera con una ferocia inaudita. Mi sono vista tra quelle onde che gelide mi scagliavano contro gli scogli e poi... non avrei provato più nulla, non avrei sentito più questa sofferenza così totalitante e soverchiante.
Ho cominciato a camminare verso il ciglio prima con un passo, poi con un altro paio, un po' incerta, ma solo perchè il mio corpo aveva compreso prima quello che la mente ha recepito mentre l'altro si muoveva. La camminata è divenuta più fluida quando l'idea si è affacciata e a correre a decisione presa.
Volevo morire.
Mi sentivo quasi meglio quando ho maturato l'idea di farla finita.
Purtroppo la crudeltà di Phemt lo ha spinto a prendere il volo e ad afferrarmi per vita trattenendomi.
Ho lottato come se dovessi strapparmi di dosso quelle braccia forti e sicure.
Sentirlo così addosso, la sua voce nel mio orecchio, la sua presenza che allacciata alla mia.. Il mio corpo e la mia anima avevano nostalgia di lui e mi sono maledetta nel sentire il suo profumo che risvegliava in me i ricordi di quando ci eravamo..amati. Ma questo so che è una bugia, perchè io l'ho amato, lui ha fatto di tutto, tranne quello. S'è l'è impedito no?
Come avrei voluto essere abbastanza forte sia di fisico che di spirito, per potermi togliere di dosso lui, e gettarmi nel vuoto. Pensavo che così avrebbe patito quello che stavo provando io.
Quando poi lui mi ha detto di odiarlo e di divenire finalmente così una guerriera, perchè nessun uomo meritava le mie lacrime, ho capito che quella da compatire non sono io, ma lui, che io sono già una guerriera e che non devo alimentare l'odio per essere grande.
Non voglio divenire arida e vuota come lui, che si impone di non vivere una cosa bella perchè pensa che gli affetti sarebbero solo dei punti deboli.
Ciò che mi rende forte è proprio la mia capacità di amare e Phemt è un vigliacco.
Ecco cosa mi ha fatto guardare con orrore allo strapiombo.
Mi sono voltata e per la prima volta mi sono ammantata del mio dolore con fierezza, come fosse un'Aura, come se quella sofferenza compiacesse Nauru perchè sapeva che mi stava rendendo più forte.
Gli ho detto che mai avrei usato l'odio per crescere, la vendetta contro Elemo sarebbe stata una conseguenza del mio combattere Caos e i suoi seguaci, non una cieca attesa per morire da sola  con una pietra al posto del cuore. Magari non con queste parole, ma il senso era questo.
Ho capito che non avrebbe capito mai e poi mai, visto che si è spinto troppo in là con quel marchio. Lui pensa che chi ama è un debole, perchè i nemici potrebbero usare quei sentimenti come bersaglio per colpire lui. Lo ha capito alla battaglia di Nardean.
Invece lui non ha capito nulla.
E' un debole e io non voglio un uomo così.
Lui si è preoccupato per Deva, pensando di doverla difendere.. Deva non va difesa, Deva va sostenuta e con lei c'è Fuoco. Com'è che lui ha tanta fede negli Spiriti da poi pensare che colui che l'ha prescelta non se ne curi?
Non lo capisco. La sua fede è contorta o quanto meno lui è così presuntuoso da pensare che senza di lui è indifesa.
No, il Supremo Sacerdote di Fuoco va solo amata, con passione e coraggio, e Nauru non potrebbe far altro che rinvigorirla. Non è debole, non va protetta, non va sottovalutata e lui ha peccato di presunzione e mancanza di fede!!!
Così ho preso una decisione: nessuno mi avrà più, apparterrò solo a Nauru e di conseguenza a Deva.
Ho giurato questo sulla Stele prima di lasciare il Falco. E lui ha infiammato le rune.. mi ha fatto comprendere che è venuto il momento di fare sul serio.
Sono pronta.
Ora nessuno mi fermerà, solo la morte!

3#IL  VUOTO CHE AVANZA
E' la notte il vero dramma.
Di giorno mi sento baciata dal sole, dal calore che riempie il mio essere e lascia quieto Nauru, che dormiente mi brontola nelle orecchie.
In quei momenti il dolore sordo e incessante è lontano. Eppure forse non è finito. Forse la vita mi sta solo distraendo da questa sofferenza.
Sono stufa e arcistufa di sentirmi annientata.
Di giorno mi alleno e mi concentro sui passi che devo compiere per abbracciare il mio destino che percorro con determinazione e passione.
Poi arriva la notte, il silenzio e i profumi che inevitabilmente richiamano alla mia memoria tutta la passione e l'ardore con cui l'ho amato. Quindi succedono cose come una battuta fuori posto e io crollo miseramente.
Shandar...
E' mio amico e mio maestro, non un semplice istruttore che mi insegna mera tecnica, ma una guida da seguire e una persona con cui confrontarmi.
Una semplice frase e io ho perso il controllo delle mie emozioni.
Che avrà mai detto?
Il mio odore...
E' qualcosa di privato e intimo, non so come spiegarlo.
Lui parla di sudore e sangue.. io anche.. ma in merito non ad una battaglia per la vita, per gli Spiriti e per l'Equilibrio del nostro mondo. No, una battaglia di sensi e di corpi che si allacciano e infine si uniscono in una sola cosa.
La mia prima volta.
Ho sentito come se mi avessero dato  un pugno in pieno stomaco, togliendomi il fiato e spezzandomi in due.
La mia anima boccheggiava travolta da quel ricordo che dovrebbe essere solo un ricordo.. E poi gli altri momenti passati con lui non mi hanno dato più tregua.
Non c'è stata malizia in Shandar, lui non potrebbe mai, lui è solo un amico, un fratello.
Eppure ero devastata.
Ho tentato di reagire come so: con impeto, con furore, con forza ribellandomi a tutto questo.
Sono caduta miseramente e me la sono presa con lui.
Perchè?
Perchè volevo un uomo da bersagliare, perchè volevo fargliela pagare per tutto il dolore in cui un altro uomo mi aveva gettata, per stare solo meglio.
Invece ho perso di vista di nuovo Nauru, di nuovo il mio essere, di nuovo la mia strada e mi sono sentita solo una ragazzina inerme.
Odio sentirmi così.
Odio che Phemt abbia avuto tanto potere su di me.
La verità è che per quanto me lo neghi lui ne ha ancora.
E io NON VOGLIO!!!!
Mi ripeto che sono fortunata a non incontrarlo, a non averlo davanti ai miei occhi: non oso immaginare cosa accadrebbe se fossi in sua presenza mentre guarda innamorato Deva.
Mi sentirei così NIENTE che forse alla fine lo diverrei davvero.
Shandar ha detto di essere preoccupato per me.
Io ho perso quella preoccupazione proprio quella sera. Sto diventando profondamente apatica, malinconicamente assente, inesorabilmente vuota.
Non ho più la forza di contrastare il mio dolore, forse infine dovrei abbracciarlo, ripulire le macerie e liberarmi di un cuore che non ha senso che batta per un uomo che non mi ha mai voluto altro che nel suo letto.
Che tristezza...
Shandar è preoccupato per me.
Io me ne sbatto altamente.
Io ho solo voglia di dormire sparendo, magari stretta tra le spire del mio Spirito Elementale e perdermi in lui in modo così totalitante che alla fine rimarrebbe solo la Furia di Fuoco.
Non voglio sapere nemmeno del mio passato, visto che non mi incuriosisce il futuro.
E' come ho detto a Shan: amerò sempre Phemt e mi maledico per questo, perchè l'odio non mi appartiene e l'amore mi disdegna.
Lui mi ha risposto che amerò di nuovo.
Mi auguro proprio di no.
Non so se sopporterei un altro fallimento come questo...

5#SPERANZA O DISASTRO
Un figlio.
Che devo farci con un figlio io?
Che razza di madre dovrei essere?
E soprattutto: come farò a non vedere Phemt in quella creatura che inevitabilmente mi chiederà l'amore che il padre non mi ha dato?
E' un incubo.
Io non posso e non voglio crederci, ma non mi posso più sbagliare: sono incinta e ora devo dirlo a Phemt.
Sento il mio cuore riprendere vita e ho una paura infinita per ciò che provo. Per Fuoco, possibile che dopo tanto strazio ho ancora la forza di sperare e amare?
Ha ragione Shandar dunque?
Chiudo gli occhi dopo un'altra notte insonne, dopo aver tentato di mangiar qualcosa che poi è stato rigettato senza tanti complimenti.
Perdo peso velocemente e io non mi fermo con i miei allenamenti.
Per ora nessuno ha notato nulla, ma stanotte in spiaggia il mio corpo ha ceduto.
Mi sono vomitata anche l'anima, assieme al disprezzo che ultimamente nutro di me.
Non posso odiare lui, perciò odio il mio cuore che si è innamorato di un uomo che mi ha fatto conoscere il mio lato femminile e mi ha portato ad essere donna tra le sue braccia.
Non poteva ignorarmi?
Poteva trattarmi da ragazzina?
Perchè invece mi ha detto che ero bellissima?
Perchè poi ha arroventato il mio corpo rendendolo così morbido e cedevole ai suoi assalti?
Perchè ha infiammato la mia anima dicendomi che ero sua?
Non mi ha mai voluto, ha solo voluto saziare un appetito?
E questo figlio ora che porto dentro di me cosa cambierà?
Sono sciocca a sognare ad occhi aperti il momento in cui lo terrò tra le braccia?
Domande, domande, solo tante domande, ma le risposte le ho già.
Stanotte quando ho capito che non c'erano errori, ho ripercorso quello che ho vissuto con il Falco. E ho visto che non era solo sesso. E di nuovo il dubbio mi ha assalito. Di nuovo ho provato quell'amore senza confini per lui.
Non passa, non finisce, non muta, non sbiadisce, non dimentico, non ce la faccio..
Le lacrime hanno ripreso a scorrere come piccoli torrenti di sangue che mi uccidono lentamente perchè ho ricordato ogni singolo bacio, ogni singolo respiro mescolato al suo, ogni singolo sguardo, ogni singola carezza, ogni singolo maledittissimo gemito.
Ho rifatto tante di quelle volte i conti che mi sono sentita cretina quando ho capito quale notte è stata. Ricordo perfettamente quando ci vedemmo alla biblioteca di Corte e parlammo delle mie aspettative. Il suo sguardo era orgoglioso per le mie scelte, fiero di come camminavo sulle mie gambe, e come i suoi occhi freddi e taglienti che ho amato da subito mi guardavano con desiderio e io, Fuoco mi maledica, lo volevo con tutta l'anima.
L'ho avuto quella notte, ma ho avuto solo qualcosa che poi mi ha portato a questo punto: un'estasi che ha creato la vita di cui noi eravamo inconsapevoli.
Una notte che mai dimenticherò, mi ero detta.
E allora non sapevo quanto.
Guardo il mio ventre piatto con l'ombra del calcio di Shandar giusto poco più su dell'ombelico e rabbrividisco al pensiero di ciò che mi poteva fare.
E' stato lì che ho capito che non riesco ad essere indifferente e a prendere la decisione più drastica con non curanza.
Io un cuore ce l'ho per quanto annientato e devastato, non sono così crudele. O forse lo sono e mi illudo di non esserlo.
Ora so che devo parlare con Phemt e, guardando il sole sorgere dalla mia piccola terrazza a strapiombo sul mare, una nuova speranza mi accompagna e nello stesso tempo un senso di ineluttabilità pensate e lugubre mi getta nello sconforto più grande.
Non riesco nemmeno a toccare il mio ventre perchè ho come l'impressione che poi non potrò essere lucida nel prendere una decisione.
Stanotte andrò al picco e voglio finalmente guardare la scogliera dall'albero cavo. Voglio ritrovare le emozioni che mi dava Phemt quando mi afferrava per i fianchi e il nostro desiderio ci riempiva la mente tanto da farci fuggire a casa sua.
Ho solo questa piccola speranza nel cuore, per un figlio che ancora non sento mio, ma che mi sta braccando l'anima.

#6HO DECISO
Che mi aspettavo?
Che lui dicesse di essersi pentito?
Che questo figlio cambia le cose?
Che infine si è reso conto di amarmi?
Follia pura!
Ha ribadito quello che sapevo già: lui non mi ha amato, lui non ha mai voluto essere il mio compagno nè il mio maestro, lui non mi ha mai promesso niente e io sono persino innamorata dell'idea che mi sono fatta di lui. Io sono puerile! Se lui ne avesse avuto la possibilità, sarebbe stato un padre presente per Phoenix e un compagno devoto per Deva.
Queste le sue parole, magari non precise, ma molto molto simili.
E io?
Ah, io niente.
Non ho pianto. Non sono crollata. Non ho reagito con la mia solita veemenza e per questo mi sono beccata anche dell'instabile.
Ora si che ho fatto tombola!
Perchè devo sopportare tutto questo?
Perchè ciò che non mi uccide, mi rende infinitamente più forte.
Ha ragione Phemt: il dolore è piacere e il piacere è dolore. Si esaltano, ma si annullano anche in certi momenti, e ora io mi sento annullata.
L'ansia per ciò che mi aspetta si è dileguata come neve al sole.
Stanotte non dormirò non perchè non so cosa farò, ma perchè voglio guardare il sole che sorge sulla mia decisione presa quando gli ho detto che lui non aveva più nulla che lo tratteneva al picco del Serpente ad Ishaent.
Non mi riguarda più e per me Phemt non ha nessun legame con questo figlio, come non ne ho io, sebbene a differenza di lui io un minimo di umanità ce l'ho.
Non posso macchiarmi di un omicidio gratuito contro una creatura inerme e senza colpe, quindi darò alla luce questo figlio, ma poi lo affiderò a Jaja. So che gli troverà una buona famiglia. Io non vorrò sapere mai nè chi sono nè se è un maschio o una femmina. Non posso, non devo o non me ne separerò senza provare un dolore infinito senza che la sua immagine mi perseguiti per sempre.
Non posso tenerlo. Non posso amarlo e non posso non provare dolore per come sono andate le cose tra me e suo padre.
No, è più giusto così.
Sarò  una codarda, sarò crudele, sarò egoista, ma l'alternativa è non metterlo al mondo e uccidere senza rimorso, per quanto stia diventando brava a farlo ogni giorno di più, non è mio piacere.
Questa notte ho compreso che niente può legare il Falco se non quel marchio. Ho capito che non è un'altra donna a tenerlo separato da me, non è il segno impresso sulla sua pelle, non è Male. No, è Phemt e il suo invasato fanatismo che ora vedo ridicolo e malato.
E' un bene che non stia vicino a Phoenix e a Deva.
Già Deva...
Le ho mandato una missiva, ma evidentemente non è a casa visto che sembra sparita da tanti giorni.
Sono preoccupata?
No.
Deva è forte e sicuramente Nauru l'ha chiamata a qualche suo pellegrinaggio.
Non ne avrei nemmeno la forza, a dirla tutta. O forse la mia stanchezza è solo passeggera.
Comunque devo dirglielo e so che non la prenderà per niente bene. Per quanto lei dica che la sua strada è lontano da Phemt, io so che questo la ferirà. Sapere che porto dentro di me un figlio suo la allontanerà da me e io soffrirò di nuovo, ma non posso far sparire quello che è successo tra me e lui, ma, per Fuoco, se lo vorrei. Non tanto per il figlio, quanto perchè ho capito una cosa semplice: ho fatto tutto da sola. Ho amato senza riserve e non dovevo farlo. All'inizio bisogna essere un po' egoisti, salvaguardare se stessi per poi concedersi, non il contrario, perchè quando le persone ti si avvicinano troppo è tardi poi volerle allontanare. Il danno è fatto e gridare e piangere è perfettamente inutile.
In questo la vera perdita non è per l'amore brutalmente rifiutato da Phemt, non è la devastazione di me stessa, che forse tutti provano prima o poi, ma la perdita di fiducia negli altri e il severo giudizio di Deva.
Per me lei è importante: quando la conobbi e mi disse chi era, io provai gelosia, lei era colei che aveva avuto Phemt come io avrei voluto per me, lei era quel passato che lo tormentava, per quanto lui con me lo ha ammesso solo dopo molto tempo. Volevo capire cosa c'aveva trovato e in modo diverso e nello stesso tempo indentico, lei ha preso possesso dei miei pensieri e del mio cuore. Non posso farne a meno e siccome io non sono come lui, che preferisce non lottare per ciò che ama, ma elevarsi per un obiettivo superiore come un estremista e un invasato, io non smetterò di amarla nè di starle accanto, anche se questo evento dovesse allontanarci.
Per me ora è divenuto fondamentale vivere per accrescere il mio connubio con Nauru, cercare la Sua forza per sostenermi e divenire più forte di quanto io stessa credevo all'inizio.
La mia fiamma arderà e il giorno in cui tornerò ad imbracciare il mio arco, sarò una donna diversa, sarò accompagnata da Nauru, benedetta dal suo fuoco e rinvigorita dal suo essere.
Nauru onco...

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