lunedì 26 dicembre 2011

Quarto, Quinto e Sesto Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1# QUANDO UNO PIù UNO FA UNO
Se non fosse per Vanadiel in questi giorni non so nemmeno se avrei osato mangiare qualcosa.
Continuo a stare a casa sua, come se il mondo esterno fosse un luogo improvvisamente talmente inospitale da essere stato sommerso dalle mie stesse lacrime e io in mezzo all'acqua sono come una fiamma spenta. Non esisto...
Ho provato ad andare su Gloria per pregare, mi ci ha spinto proprio lui, e per fortuna ho visto Deva. Lei è tutto quel calore femminile che mi manca, come Vanadiel è quel calore maschile che mi fa sentire unica. Due cose diverse, ma che mi completano e di cui non posso fare a meno. Non più...
Sono stata contenta che abbia voluto che prensenziassi anche io al rituale di Tempo per Phoenix: ora lo vedrò crescere talmente in fretta che mi mancherà il respiro. Vedere Phemt così diverso, totalmente innamorato di suo figlio non ha potuto far altro che riaprire in maniera piuttosto brutale quella ferita che pensavo avesse cominciato a rimarginarsi. Potevo essere madre, ma lui non avrebbe mai guardato con tanto amore e orgoglio nostro figlio e questo sì che mi avrebbe portato ad odiarlo.
Deva ha capito e il suo sguardo diceva tutto senza una sola parola.
Ecco perchè mi sento capita da lei come da nessuna altra donna: un'amica, una sorella, la fiamma eterea con cui mescolare la mia vampa piccola e fragile, quanto impetuosa e travolgente.
E poi c'è Vanadiel.
E' tutto così semplice quando c'è lui: spesso mi trovo in balia di un'emozione così grande che a volte mi chiedo se quell'uomo non senta il mio cuore che batte come un forsennato. Abbiamo un modo tutto nostro di parlarci: credo che da fuori possa sembrare indecifrabile o si travisi completamente.
Eppure parliamo la stessa lingua.
Ci abbiamo messo un po', ci sono stati momenti difficili dove abbiamo imparato a prendere le misure e trovato un piano comune su cui confrontarci per poi scoprire che quel bacio a Nardean voleva dire molto di più.
E ora siamo al punto che nessuno dei due desidera altro che guardare negli occhi dell'altro il mondo riflesso.
Io poi più di ogni altra cosa ora ho bisogno di un filtro e Vanadiel mi da la protezione che cerco: non mi ha detto parole che volevo sentirmi dire o forse si, ma sa anche come arrivare alla mia anima e indurmi a riflettere senza sentire il peso della costrizione.
Con me non usa mai parole come "sei in errore" o "questo non si fa", ma mi induce a guardare le cose con più distacco dopo che ho sfuriato a modo mio. Dovrei imparare a farlo da sola, e forse è quello che lui si aspetta da me un giorno.
Entrambi sappiamo cosa c'è tra di noi: niente piccoli sotterfugi, niente parole a metà solo un  lungo silenzio che travolge, mente, anima e corpo... Eppure quel silenzio è caldo, pieno di colori e di rumori così vitali che mi ci perdo.
Si, il dolore per la morte di Dar a volte mi sembra infinito, e quando penso di non farcela è lì che arriva Vanadiel e mi sostiene fino a quando non torno a respirare e il miei passi attraverso tutta questa sofferenza si fanno più sicuri.

Questo per me vuol dire solo che io non sono più sola.

2#DOPO TANTO TEMPO
Un mese e mezzo di silenzio.
Un mese e mezzo in cui è capitato di tutto.
Un mese e mezzo in cui io mi sono chiusa in me stessa.
Un mese e mezzo che guardo il mio mondo cadere a pezzi da una parte, arricchirsi dall'altra, continuare con grande eccitazione nel suo nucleo.
Quante volte ho guardato questo mio quaderno, lo aprivo e poi lo sbattevo al muro. Non volevo mettere nero su bianco le mie paure, il mio dolore, la mia più grande gioia, la mia forza, la mia speranza... Volevo solo allenarmi, andare di ronda e vedere gente. Ultimamente la solitudine mi spaventa... Non ero legata a nessuno un tempo, ora quei legami mi fanno soffrire a volte, altre mi esaltano, altre mi fanno guardare dentro e mi scaldano, altre ancora mi fanno crescere, altri mi fanno sentire ben accetta.
Vorrei tornare sola?
Vorrei tornare ad essere una randagia che si trincerava dietro un atteggiamento spavaldo solo per non far vedere le proprie cicatrici?
Vorrei tornare a quando non sapevo difendermi se non nascondendomi dal mondo?
No.
Ho arricchito la mia vita, pur soffrendo di più.
Ho capito tante cose in un anno.
Ho amato, mi sono disperata, ho perso un dono prezioso, ho scoperto me stessa, ho trovato una famiglia, ho provato disprezzo per qualcuno e lo strazio infinito di vedere morire sotto i miei occhi qualcuno che per me era importante. 
E mi sono anche sbagliata.
Mai preteso di sapere tutto e di essere giusta, ma stavolta ho capito di aver preso un granchio.
Guardo a questo mese e mi sento come se avessi fatto un ampio balzo in avanti.
Non sono più la stessa Haze, la ragazzina che guarda gli altri e si domanda quando avrò anche io il mio premio.
Io sono il mio premio e tutto quello che si lega a me è la cornice perfetta.
Ho compreso anche che nella mia vita il dolore ci sarà sempre, ma non posso lasciarmi abbattere e demolire ogni volta. Ho trovato in me quella furia che pensavo non sarei mai riuscita ad esprimere. Pensavo che avrei odiato, invece ho solo voglia di mettere a posto le cose.
Deva mi manca da morire, sento un vuoto pari a quello che provavo quando è morto Shandar... Vorrei tanto vederla, ma lei ha chiesto solo di Kyran. Io farei lo stesso al posto suo, mi sono detta. Sapere che è morta a causa dei Cultisti , mi ha fatto sentire tanto in colpa, perchè non le ho mai detto che cercano un Igneis e forse hanno pensato di eliminare una testimone scomoda e forse un problema in più.
Sarebbe andata su Ulmetor lo stesso?
Me lo sono chiesto di continuo, poi parlando con Dar ho capito che se ci è andata lo ha fatto in nome di Fuoco, quindi sì, avrebbe comunque adempiuto al suo destino.
E io? sarei tanto devota allo stesso modo?
Forse mi sarei comportata come lei o forse avrei chiesto aiuto... Ora così non solo ha lasciato il Culto della Fiamma senza la sua guida, ma soprattutto ha lasciato Arya e Phoenix.
Phoenix... Phemt...
Il mio istinto mi dice che lui sa qualcosa, perchè se no perchè puntare il dito contro un eccellente capro espiatorio? Per un solo momento ho visto la sua autentica preoccupazione per Deva.
E io che pensavo l'amasse per davvero...
Sono davvero combattuta. Gli credo e nello stesso tempo sento una stonatura.
E poi c'è Kymber...
Pare essersi  calmata, ma quegli occhi blu mi dicono che è solo una facciata. Come io ho imparato a placare la mia irruenza, lei ha imparato a nascondersi tra le pieghe di quelle fiamme scure. Mi fa ribrezzo vedere come ha distorto Fuoco, come ha corrotto la sua fiamma e tutto per cosa? Per Phemt, per compiacerlo e per rendersi perfetta ai suoi occhi?
Ripete di vedere solo l'uomo, di scindere il marchio dall'essere umano. Io non ci riesco, io vedo solo corruzione nel Falco, pura e oscena distorsione. Non lo odio perchè non sono come lui, perchè odiare è facile, perchè l'odio è la sconfitta che giunge infame e vigliacca alle spalle.
Odiarlo?
No, lo disprezzo, perchè lui è il marchio e il marchio è lui.
E poi c'è quel suo atteggiamento così ambiguo nei confronti di quell'Aurean.. Nomockinaor. Io davvero non la comprendo più, ma chiessenefrega! Non mi fido di lei nemmeno contro i Grigi. Una donna che un tempo era l'orgoglio degli Ellèsar, poi della Casata Aurenes, seguace di Bene e poi arma fedele di quello che un tempo era chiamato Esercito e ora è solo la Guardia di Corte, come può essere cambiata tanto? Eppure lo ha fatto e questo solo per ottenere cosa?
Mi piacerebbe tanto saperlo.
Se la sento ripetere poi che è amica di Fiamma, mi faccio due risate. Non una volta è andata a Corte a vedere come stava quando era morto Shandar e sa riempirsi la bocca di belle parole e grande impegno solo perchè vuole qualcos'altro. Se alle parole non seguono i fatti, le chiacchiere stanno a zero.
Fare fessa me con quella ridicola storia con Phemt, il mentire spudoramente a tutti noi, tradire l'arcipelago perchè non vede oltre il suo naso... Che razza di persona è una donna del genere?
Ero amareggiata, ma ora mi sono lasciata certi sentimenti alle spalle. Non ho più voglia di cercare di capire chi è contorto.
Ho capito questo grazie a Vanadiel, così come ho compreso che non si può cambiare le persone: esse scelgono di percorrere certe strade con tutte le conseguenze che ne comportano.
Ho capito che voglio lottare davvero solo per chi vuole essere salvato.
Ed ora ho nuovi compiti che derivano anche dal mio avanzamento di grado: Veterana dei Tiratori della Guardia di Corte. Ho tanta soddisfazione per questo primo traguardo, perchè è come se alle belle parole ci fosse un seguito concreto.
Uno dei miei nuovi compiti è addestrare la nuova recluta, Valadya. Quella donna mi ricorda tanto Dyna e Guido messi assieme. Credo sia più grande di me, eppure mi sento così a  mio agio con lei. Mi piace il suo modo pacato e diretto, quasi granitico. Ha le sue idee e non ha paura mai di manifestare il suo pensiero: è una persona limpida.
E infine devo pensare ad Arya. Deva mi ha chiesto di starle vicina. Non sono preoccupata, ma certo un pensiero ce l'ho. La vedo mutare come fanno le nuvole in cielo: assume forme inquetanti a volte, altre sono chiare e solari. Sta crescendo e non voglio farle alcuna pressione. Voglio solo farle capire che su di me può contare, anche se non la vedremo mai allo stesso modo su alcune cose o... persone.
Sono stanca...
Gli allenamenti, l'addestramento, quello che capita nell'arcipelago.. Tutto sfinisce persino  una Igneis che non dorme mai come me.

Etoso en swoatna.
Il nuovo saluto della Guardia di Corte.

3#AMARTI è...(Poesiasenzametrica)
Correre di notte con una chiave che apre una sola serratura al Tramonto;
Perdersi in un caldo sorriso avvolta da parole impertinenti;
Sfiorare con mano i tuoi sentimenti e sentirli anche con l'anima;
Tendere un ricciolo di fuoco e sentirgli dire il tuo nome;
Abbracciare un albero con l'affanno del momento con il mondo che si dimentica di noi;
Correre a perdifiato ridendo e nello stesso tempo con la paura di vivere;
Lasciarsi asciugare le lacrime dalla tua mano per scoprire che non fuggi via;
Scaldarsi al fuoco in una notte umida di vegetazione per soccombere ad un impeto;
Crescere come un incendio che crea e distrugge nello stesso insano momento;
Volare con ali di fuoco sull'onda di un emozione che ci spaventa entrambi;
Desiderare di mettere radici non in un posto, ma nell'anima dell'altro;
Prendersi in giro solo con il battito del proprio cuore;
Ritrovarsi a vivere una realtà da sogno incommensurabile;

Sapere che mente, cuore e anima mi appartegono ancora, ma che vibrano solo perchè nella  mia vita sono intrecciate alle tue idee, al tuo sentimento, al tuo essere.

4#UN'ONDATA DI DOLORE

Lui non importa.
Importa come è arrivato sulla spiaggia di Ulmafor.
Non ci credevo, lo guardavo ferito e dicevo cosa non va? Cosa c'è?
Il mare ha restituito un suo boccone indigesto eppure io ero frastornata.
Perchè sono così caparbia?
Perchè non ho lasciato perdere?
Perchè ho fatto di tutto per afferrare qualcosa che non dovevo.. non potevo.. non volevo ricordare?
L'inizio della mia vita solitaria.
Sola e abbandonata, neanche il mare mi aveva voluto, neanche lui.
Così gli Spiriti mi hanno risparmiata, lasciandomi per chissà quanto tempo in acqua e ora io il mare lo odio!
LO ODIO!
L O   O D I O!!!!
Non mi hai concesso di sparire, di portare con me chissà cosa, un segreto, una vita squallida, una tristezza troppo grande?
Non lo so...
E stanotte ho ricordato il respiro pieno di sabbia, la bocca che sapeva di sale, quanto buciava la gola, le labbra intorpidite, il corpo pesante e ridotto ad una pelle grigia e raggrinzita. Non ero ferita, ma lo sguardo era di vetro. Io non ricordavo molto, ma stasera ho afferrato quelle immagini angoscianti che erano mie eppure erano troppo distanti da me. Non riuscivo a muovermi ricordo i capelli che mi aderivano al volto, come fredde alghe rosse che mi impedivano di respirare. Ho provato a muovere le mani, i piedi, a girare la testa. Quel corpo non era mio. Non potevo essere io. Ero rinchiusa e la beffa era che nessuno poteva aiutarmi perchè io non volevo.
Stanotte questo ho ricordato, quello che pensavo fosse sepolto in me per non tornare alla luce, ma per rimanere sul fondo di un mare che odio.
Tutto quello che so dopo questo momento me lo ha raccontato Jaja, colmando le lacune di immagini con le sue parole.
Devi vivere. Io sono sopravvissuta.
Devi resistere. Io ho sopportato.
Non mollare. Io posso dirlo.
Ma ora mi sento così male perchè mi sento come se per un solo momento quell'uomo ferito mi abbia mostrato la gabbia di un tempo.
Non ci torno dentro! volevo dire, invece ho fatto altro.
E ora sono con Vanadiel. Non lo sveglierò stanotte, perchè mi basta stare nel nostro letto a guardarlo dormire, a piangere  in silenzio, e a sentire come la sua presenza mi dia conforto.
Ho lui.
Sono fuori dalla gabbia.
Sono libera....

Nessun commento:

Posta un commento