sabato 17 dicembre 2011

Decimo Mese Del Secondo anno Dopo il Decreto

 1# ADDIO MIA CREATURA
Semplicemente non ce la facevo.
Ogni volta che aprivo questo quaderno lo sfogliavo e leggevo e allora la tristezza diveniva malinconia e poi infinito dolore.
Era un leggere ovunque il suo nome: Phemt... Phemt... Phemt...

PHEMT!

Non ne potevo più.
Mi ha bruciato l'anima e questo in un modo che forse non mi aspettavo, perchè pensavo che nessuno mai avrebbe potuto volere una come me.
E' ora che metta le carte in tavola.
Ho sempre detto di non volere un compagno, e poi ho voluto con tutta l'anima l'unico che non mi ha mai pensata se non per scaldare le sue lenzuola.
Ho sempre dichiarato di non volere un figlio e Fuoco me ne ha messo uno sulla mia strada. Arya mi ha fatto comprendere con una semplice parola detta nel sonno che aspiravo a sentirmi chiamare così: mamma.
Ho guardato l'immagine di me allo specchio dopo averla accompagnata a casa, il mio addome ancora piatto che di materno ha solo il nome per ora. In questi giorni spesso la mia mano cercava conforto in quella creatura che solo per metà è sua, ma che difatto è solo mia.
L'ho desiderato, e che Nauru mi perdoni, ho sognato ad occhi aperti di cullarlo tra la mie braccia.
Ed ecco che quel sogno appena nato è morto in un lago di sangue.
Sono dovuta andare su Gloria in preda a dolori lancinanti e mentre ero sul battello lo sapevo, aveva rinunciato a vivere. Stava morendo.
Mi sono sentita così male nell'anima che il senso di colpa mi ha lasciata gelida. Non uno scatto di ira, non una fiammata intensa di dolore, non un'acuta disperazione.
Il mio bambino aveva capito tutto: non voleva vedere un mondo in cui sua madre è talmente puerile da amare un uomo che non le ha dato altro che egosistico piacere.
Con queste premesse anche io avrei voluto morire.
Mawan è stata sempre con me: mi ha tenuto la mano, aveva dipinto sul volto un dolore simile al mio, non ha detto nulla, mentre un Guaritore mi prestava soccorso.
Io riuscivo solo a guardare il soffitto ora che il dolore era cessato grazie all'intruglio a base di foglie della Pietà.
Eppure lei sapeva senza che le dicessi una parola. Ovvio non sapeva di chi è figlio e io non mi sono certo messa a vuotare il sacco. Ora non avrebbe senso visto che con la morte del mio bambino questa storia finisce qui.
Sentire quel tocco gentile mi ha fatta sentire meno sola, ma leggere il grande dolore che provava per me mi ha fatta sentire in colpa: come potevo dirle che, a causa dell'egoismo di diversa natura dei suoi genitori, questa creatura si era lascita morire?
Ho solo chiuso gli occhi sperando che con il torpore arrivasse l'oblio, invece no.
Ho ascoltato ogni singolo mio respiro, ogni più piccola fitta addominale, ogni battito del mio cuore, perchè nonostante tutto esso betteva, ho cercato di ignorare ogni pensiero, persino il volto di Shandar che mi guardava con disapprovazione.
Deva dove sei????
Ho così bisogno di te che nemmeno te lo immagini. Eppure ho il terrore che questo mi farà odiare da te. So che ami ancora Phemt e lui ama te, perchè tutto deve essere così difficile? Perchè dovevo cacciarmi in questo guaio?
Ho capito dunque.
Voglio un compagno.
Voglio un figlio.
Voglio essere la Donna che si ammanta della Guerriera e non il contrario. Voglio tutto e lo voglio senza condizioni, senza tentennamenti, senza dubbi e soprattutto io devo essere l'UNICA.
Non ho idea se amerò di nuovo, ora come ora non riesco a pensarmi in altro modo che non arciera che imbraccia il suo arco e difende ciò che reputa importante: la libertà di esistere di tutto il popolo delle Isole.
Ora penso solo a come risorgere dalle ceneri: ancora per oggi mi concedo di piangere e straziarmi, non per Phemt e quello che avremmo potuto condividere, ma per mio figlio... anzi per mia figlia. Non so il perchè, ma era una lei e sarebbe stata come sua madre e suo padre.
Addio mia creatura.
Non ti conoscerò mai e forse Nauru un giorno mi concederà di avere la pienezza dell'essere madre. Fino ad allora porterò con me il sogno che avevo per te.

2# FIDUCIA NEL FUTURO
Basta un sorriso o un gesto come il prendermi per mano per spazzare via la mia tristezza?
Ci vuole così poco?
Ha smesso di esistere da pochi giorni mio figlio e io riesco già a sorridere?
Non è stato solo quel semplice atto, é bastato vedere l'affetto con cui lo ammantava Deva e come mi guardava per diluire in parte la grande amarezza che mi affliggeva.
Appena l'ho vista davanti alla stele ho avuto la paura folle e irrazionale che la storia si ripetesse, così come con Phemt, nello stesso posto, sul picco del Serpente.
La domanda era pressante: appena le dirai di tuo figlio, cosa pensi che dirà? Come pensi che ti guarderà? Quanto la ferirai?
Volevo morire in quell'istante. Non potevo farle questo specie ora che non aveva più senso, che la mia piccola e innocente creatura non c'era più.
Sanguinavo ancora dentro di me con un'emorargia inarrestabile eppure non potevo mentirle.
Così gliel'ho detto: non c'ho girato intorno e non ho usato parole di scusa.
Anche perchè non posso chiedere scusa per aver amato Phemt, è successo e basta, la stessa cosa vale per... nostro figlio.
Nostro..
Che poi devo sempre ricordare che lo volevo solo io.
Con mia grande sorpresa Deva mi ha mostrato tutto il suo dispiacere profondo e sincero. Non poteva disprezzare qualcosa che non aveva colpe, un figlio magari nato dall'unione con presupposti differenti, e dirmi che era così rammaricata perchè non potessi conoscere la gioia infinita dell'essere madre, mi ha così devastata e sollevata allo stesso tempo che non potevo far altro che sentire il mio cuore esultare per quel momento così intenso e felice.
Deva mi ama, a dispetto di Phemt, differentemente da Phemt, unicamente e pienamente non come Phemt.
E allora non avevo lacrime, non più per lui, ma il mio lutto per la creatura che avevo perso sarà più degna compagna che quell'amore a senso unico e sterile che provo ancora per il Falco.
Come faccio ad amarlo ancora?
Cosa mi indurrà ad odiarlo?
O cosa semplicemente ad essergli indifferente?
Non lo so, ma ora sono in un momento di tranquillità e pacatezza. Ho passato la notte da Deva, ho conosciuto Phoenix e vederli assieme anche se all'inizio mi ha trafitto il cuore per qualcosa che io non potrò essere, mi ha rasserenato anche molto.
La dolcezza di Deva è straordinaria: vedo Nauru in tutto quello che fa, nel parlare a suo figlio, nel accarezzarmi una guancia, nel sollevarlo da terra, nel gettare un'occhiata di intesa a me, nel parlarmi di un futuro promettente e nel mostrare orgoglio verso un figlio che sa in parte addolorarmi per quel senso di vuoto che mi riempie l'animo.
Il dolore è stato intenso, ma il sapore non era più con un retro gusto amaro: semplicemente ora riesco a non sentirmi più in quel freddo mare scuro, a galleggiare aspettando di affogare.
Respiro, il mio cuore batte e forte, e ora devo spingermi per innalzare la mia fiamma.
Non sarà che qualcosa di tremulo all'inizio, ma alla lunga divamperà possente.
Ho le mie cicatrici, ho ferite che sanguineranno a lungo, ma non per questo devo mettere in pausa la mia vita.
Ho solo sbagliato a scegliere e forse sono approdata alla conclusione che quello che voglio davvero dalla mia vita è viverla al massimo, soffrendo di certo il meno possibile, ma non evitando nulla perchè altrimenti se uso la testa e non il cuore, non avrò mai vissuto.
Questo ho imparato grazie a Deva e di lei ora mi fido come e più di me stessa. Per lei sarei disposta a mettermi contro Male stesso. Un tempo non era così, ora invece ho visto cosa quello Spirito ha fatto allo stesso Phemt.
Non voglio ridurmi come lui.
Ora la vedo come una fortuna essermi sottratta da questo mio sogno ad occhi aperti.
Certo, al solo pensiero di lui, il mio corpo langue ancora, mi manca, ma poi mi chiedo: cosa ti manca? La passione? Il suo modo di farti bruciare? Cosa ti ha lasciato quel fuoco?
Solo cenere e freddo.
Il calore me lo sta dando Deva e quindi conosco la differenza e voglio di più, molto di più...
Ho ancora un sogno, no?
E allora farò di tutto per realizzarlo.
Di tutto...

3# ENNESIMO DOLORE
Mi è tornata la voglia.
Di scrivere.. di essere arciera.. di mangiare... di sorridere... di voler bene... di vivere insomma.
Sono giorni che mi guardo attorno aspettandomi il peggio e quello non arriva.
Poi ho capito.
Aspettarlo non significa rimanere ferma.
Se quello deve arrivare allora che si sbrighi a rincorrermi. Io ho meglio da fare che rimanere qui ad vedere un fiume di lacrime scorrere.
L'ennesimo dolore è arrivato, e mi ha sbattuta a terra per l'ennesima volta.
Ormai la sofferenza non mi spaventa più.
Dyna e Phemt.
Ero senza fiato, non ci credevo, non potevo e... non volevo.
Lei mi guardava e mi diceva che era stata a letto con lui.
Perchè da quell'uomo mi sarei aspetta di tutto tranne che mi fottesse pure le amiche?
Si, sono sboccata, ma ora è veramente troppo!
Come diamine si fa ad andare a letto con l'amica della donna che ti ha detto di aspettare tuo figlio?
Si fa a quanto pare, perchè lui mi ha mentito quando mi ha detto che non ero un capriccio o un desiderio notturno sfogato più volte.
Pensavo: non posso essere stata un pezzo di carne, un diversivo alla noia, una seconda scelta, perchè l'originale non poteva più appartenergli.
E poi ecco.
L'immagine di loro due avvolti dalla passione mi ha strappato l'ennesimo urlo di dolore.
Stavo per chiederle a cosa pensava quella sera?
Che diavolo voleva dimostrare?
Dyna mi ha chiesto di perdornala, dicendomi che lei non ha mai pensato che io amassi tanto il Falco, tanto da soffrire per lui, tanto da desiderare un figlio venuto dal caso.
Ma è colpa mia.
Se non avessi fatto la goliardica quella notte in spiaggia dipingendo a quel modo Phemt, lei non lo avrebbe nemmeno preso in considerazione.
Forse Dyna non è il massimo in delicatezza, forse lei non ha voluto vedere quanto soffrissi, ma il suo dispiacere era autentico e il suo cuore è grande, io lo so.
Non è solo pensarli assieme in quel momento, ma sapere che lui l'avrebbe guardata come faceva con me, che mi ha fatto precipitare di nuovo in un mare di agonia. Avrei visto le sue attenzioni per lei e questo mi avrebbe portato a guardare ciò che avevo vissuto con lui sotto una luce diversa, rifiutando di vedere: io non ero altro che una bella scopata!
No, non potevo subire due volte, non potevo, ma so che a Dyna voglio bene, è stata la prima a guardarmi come avessi davvero valore, come se non fossi solo Haze, la Randagia,  un po' svitata, tutta da evitare.
Così a denti stretti ho ingoiato questo rospo e ho detto alla mia Sorella di Fuoco che mai avrei permesso ad un uomo così di dividerci.
L'ho detto in tutta sincerità, ma ora non posso fare a meno di sentirmi uno schifo.
A lui che dirò quando prima o poi lo incontrerò?
Mi fai schifo?
Non sei altro che un animale?
Non meriti altro che una freccia in mezzo agli occhi?
Nel suo petto non so più se batte un cuore o una pietra, correrei il rischio di vedere la punta della freccia spezzarsi con la fortuna che ho.
Tutto passa, dunque... eppure ancora sono qui a pensarlo a volte.
Maledetto cuore.
La testa non ti ha messo giudizio e l'anima ne è stravolta.
Ma io non mollo.
Non mi arrendo.
Cado e mi rialzo.
Ed oggi torno ad essere Arciera.

4# E' COME SE LO FOSSE
Se avessi una sorella il suo nome sarebbe Arya.
E' così che la immagino: piccola, tutta occhi azzurri, sempre con il sorriso, spiritosa, e tanto tanto curiosa.
Ma io non ho bisogno di sapere che Arya non è sangue del mio sangue. Per me lei è importante come se lo fosse. Il bello è che ho scelto io, e lei ha scelto me.
Il destino ci ha solo messe quella notte sulla spiaggia, lei con la sua aria da piccola viziata, io con la mia aria strafottente. Poi con il tempo il velo è calato, io ho aperto il mio cuore mal ripagato dalla vita a quella piccola Aurean e lei ha toccato la mia anima rendendola leggera e ricordandomi che io sono stata come lei e lo sono ancora per certi versi. Ho visto la sua allegria, la sua esuberanza e la sua voglia di vivere e dietro di essi c'era una ragazzina sola, troppo pronta a giustificare i suoi genitori per le continue assenze prolungate e reiterate.
Forse ero davvero gelosa che Arya avesse tanto affetto da parte di tutti, mentre io ero sola e mi sentivo rifiutata dal mondo, dai miei genitori in primis.. Ancora oggi mi chiedo perchè non mi hanno mai cercata dopo che spiaggiai su Ulmafor e fui trovata da Jaja in quelle condizioni pietose. Simon non è mio padre, seguo semplicemente il mio istinto e lui non è mio padre, perchè sarebbe follia pura credere che lui mi cerca da quando ho 4 anni e non mi abbia trovata. Vent'anni! Per tredici anni dove sono stata? Che fine avevo fatto? Che mi hanno fatto??
Sembro isterica.. mi sento male e mi viene la nausea se penso che così piccola potevo finire nelle mani di chissà quale pazzo scriteriato.
Ma non era di questo che volevo parlare, ma di Arya e di come mi è stata vicina. Forse allenandomi con lei ho imparato a conoscerla, a riderci, a prenderci in giro, a guardarci negli occhi e a capirci. Eppure io dovrei essere quella grande, quella matura e lei quella che chiede consiglio, che mi guarda chissà come, invece a volte mi sento talmente piccola che mi sembra di sparire.
A volte la mattina, quando sento il sole nascere all'orizzonte mi viene voglia di non sollevarmi da terra. Mi capita spesso di dormire con il cuscino vicino al piccolo terrazzo a strapiombo sul mare solo per alcune ore, con la coperta che mi ha fatto Jaja, un rosso che ricorda i miei capelli.
Meno male che Arya ha dormito con me un paio di volte. Solo che la prima volta ho pagato caro quel prezzo. Perchè Deva non ha spiegato a sua figlia cos'è il sesso?
Lei pensa a cose romantiche o travisate come che se ci si bacia a lungo si rimane incinta. E' follia pura. Se un vigliacco figlio di buona donna si prende gioco di Arya che succederebbe? io ci sono rimasta fregata e non ero proprio scesa dalla montagna del sapone.
Incinta dopo la scopata del secolo.
Non vorrei mai che la piccola passasse quello che ho passato io, piuttosto spezzo il mio arco o mi faccio tagliare il braccio.
Arya merita di più.
Arya deve avere di più.
Arya è preziosa e non va sprecata...
Ieri ci siamo allenate in spiaggia e alla fine è finita a farci il solletico dopo un placcaggio di quella piccola peste.
Adoro i momenti che passiamo assieme, perchè mi chetano l'anima e perchè mi fa sentire come se fossi in armonia con il mio essere.
Tutto mi sembra più sopportabile e ora l'effetto si prolunga anche quando lei non è con me.
Quel prenderci per mano o abbracciarla mi fa sentire davvero bene e non mi importa più se non ho un uomo o se ho perso mio figlio, lei mi da la forza di guardare avanti.
Non l'avrei mai detto alcuni mesi fa, anzi pensavo che prima o poi avrei preso a sberle quella pulce che si intrometteva sempre nei momenti più impensati, quando in spiaggia incontravo Phemt.
Ora invece di sperare di incontrare lui, spero di vedere quella peste apparirmi alle spalle che mi urla: ciao!
Si, io ho una sorellina e il suo nome è Arya.

5#LUI NON è PER ME
Sono giorni che evito di scrivere.
Questo perchè mi alleno, faccio ronde, poi mi alleno, mi alleno, mi alleno, e poi chiedo di essere allenata e cerco soprattutto di non pensare.
Se penso mi sento scivolare verso una strada difficile e dolorosa, ma tremendamente eccitante e vivace.
E' come se dovessi scegliere tra una passeggiata fresca e tranquilla e una corsa nelle fiamme pure.
Sono un'Igneis e, per Nauru, non riesco a non guardare quella Fiamma che mi fissa languida e attraente.
La sto ignorando con tutte le mie forze e ho tutte le buone intenzioni di lasciarmi questo casino maledetto alle spalle.
SHANDAR..
Perchè ora i miei occhi lo vedono diverso?
Lui non è per me.
Lui ha una donna che ama e lo ama a sua volta.
Ha un figlio.
Non vuole altro che manterene il suo giuramento ad Aldaris e Fiamma.
Io sono solo un'arciera, un'igneis senza disciplina, una randagia con troppi problemi...
Eppure da quando il Generale è morto Shandar ha mostrato un lato di sè che non vedevo, forse perchè ero troppo intenta a guardare con occhioni dolci il Falco. A suo modo Shandar mi è stato vicino quando più pensavo di non avere nulla da perdere e la sola presenza non mi ha fatto andare oltre l'irreparabile, l'unico uomo che potesse darmi conforto. Così come Arya e Deva hanno risanato la mia anima stringendomi a loro, lui mi ha ricordato che avevo un obbiettivo.
Per questo gli ero grata, per questo mi sono avvicinata, ma poi ho guardato a fondo, pur comprendendo che non scorgevo altro che la superficie.
E' stato questo che mi ha spinta oltre: la curiosità di vedere altro in Shandar e non mi sono accorta che il mio giocare scherzoso era diventato qualcosina di più.
Ha ragione Dyna?
Io ci metto il cuore?
Spaccherei qualcosa?
Potrei?
Davvero?
Non ci credo.
No.
E poi no.
Shandar è onesto e leale, ecco perchè lo provoco, perchè so che mai e poi mai reagirebbe ai miei sguardi o alle mie parole. Lo faccio perchè la mia anima ne tragga conforto ben sapendo che niente e nessuno può spezzare quel legame, dandomi così enorme fiducia nel futuro.
No, da oggi devo stargli lontana, mi sento troppo sull'orlo.
Forse è il caso che io rinunci ad allenarmi per un po' con lui, limitando i nostri contatti al caso e alle necessità. Più gli sto vicina e peggio è.
Eppure inevitabilmente mi chiedo: sono io a farmi certe paranoie oppure Shan ha contribuito?
No, meglio pensare che è tutta colpa mia, che sono la solita casinista e che devo solo... respirare?
lasciare che questo momento passi?
far finta di niente?
Si, molto meglio. Intanto seguirò il consiglio di Dyna. Mi metto in un angolo e mi alleno con l'arco.
Basta scherzare con Shandar, basta provocarlo, basta...
Lui non è per me.

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