martedì 20 dicembre 2011

Primo Mese e Secondo del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#...D'ACCORDO
Basta poco.
Basta una semplice parola e mi sento come distesa sopra un manto di nuvole, morbido e caldo, dove non ci sono correnti fredde ma talmente calde che arroventano l'aria e incredibilmente la paura di cadere è così inebriante che la agogno.
"D'accordo".
La parola che ha liberato il mio cuore con un sussulto quando credevo di precipitare in un baratro così profondo da sapere che non ne sarei più uscita. Invece no: Vanadiel mi ha guardata negli occhi e ieri notte mi ha amata.
Sento come un solletico nello stomaco, come qualcosa che mi serra lo stomaco, ma mi fa sorridere come una sciocca. Stringermi a lui è come lasciarsi trascinare in un vortice caldo e irriverente. Eppure nell'occhio del ciclone c'è solo tepore e calma. I suoi occhi castani sono come una calamita che mi lasciano senza fiato, eppure mi rilassano come la sua voce che mi dice "d'accordo".
Quell'unica parola mi risuona nelle orecchie, mi avvolge e mi infiamma il corpo, mi brucia l'anima, mi fa battere all'impazzata il cuore e mi illumina la mente.
"D'accordo".
La ripeterei all'infinito.
Non userei parola migliore per dire si, per dire tutto quello che c'è tra noi.
Eppure non è cambiato nulla: percorriamo assieme la stessa strada e se tra noi c'è qualcosa, se noi siamo sempre l'uno nelle braccia dell'altro, è perchè intorno a noi il mondo cambia, mentre noi siamo sempre lì a guardarci con entusiasmo, a respirare l'uno nei baci dell'altro.
Come sono sdolcinata!
Ma che ci devo fare se sento svolazzare tante piccole farfalle nello stomaco che con le loro ali lo solleticano, e spingono il cuore a battere talmente forte che sembra dare il tempo alla musicalità del mondo?
Oggi mentre andavo in giro per la ronda pensavo che tutti si accorgessero di quanto avessi la testa tra le nuvole, o un perenne sorriso sulle labbra, che se da una parte non mi dispiace, dall'altra mi darà sicuramente un'aria da idiota.
"D'accordo".
Se la ripeto di nuovo mi suona ulteriormente differente.
Come se avesse mille significati nascosti, come se nascondesse una marea di sensazioni incredibili, come se alla fine fosse tutto quello che mi aspettavo da lui e... de me!
Si, per me è stato importante, "d'accordo".

2#IN GABBBIA
Forse avevo deciso di non scrivere più per non essere così tanto un libro aperto, forse avevo solo tanta paura di mettere nero su bianco cosa mi stava accandendo su più fronti, forse semplicemente non mi era più amico il mio diario e ciò che scrivevo mi metteva di cattivo umore, perchè poi alla fine la mia coscenza mi rimordeva. Dico sempre che faccio le mie scelte in totale libertà, ma quando queste mi portano a conseguenze che mai avrei voluto, penso di essere proprio una testa di... Fiamma!
Non so nememno da dove riprendere per aggiornare ciò che è successo in tante settimane..
Inizio forse dalla cattura di Phemt?
Dalla fine prossima di un'amicizia?
Dalla rottura di un equilibrio che mai avrei creduto possibile si spezzasse?
Oppure parlo di ciò che fa quello sfarfallio che continua a solleticarmi lo stomaco e che mi rapisce l'anima?
Beh, inizio da quello che mi tormenta e non poco, tanto le prime domande a quanto pare sono legate assieme.
Phemt si è consegnato senza colpo ferire: una mattina nel Tempio ha compiuto un rituale che apparentemente non ha fatto altro che liberare le anime di Mawan ed Hermughnen dal loro tormento in Oltretomba, e poi si è consegnato a Kymber, davanti ai Guardiani.
La mia domanda è: tu passi mesi a scappare, a non farti trovare ad eludere la nostra sorveglianza (d'accordo non serrata, ma siamo pochi) scappando ogni volta che ti vediamo e poi, così, senza un perchè, senza altra motivazione che la stanchezza di una vita raminga e da fuggiasco, tu ti fai imprigionare?
D'accordo la risposta è plausibile, ma come si fa a rinunciare a tutto, e per tutto parlo di affetti, onore e tutto ciò che possiedi, per la causa, poi siccome non c'è più una ragione per farlo ritorni sui tuoi passi dicendo: io ho solo seguito il mio Spirito.
"Tu non puoi capire, Haze".
Queste sono state le sue parole.
E io cosa volevo rispondere?
Ringrazio Nauru e bacio a terra che non capisco!
Perchè io mi rifiuto di comprendere che per uno Spirito debba rinunciare alla mia umanità, che non mi ponga domande e dimentichi la mia morale se mai l'ho avuta, che non esista altro che quello Spirito, neanche fosse una divinità da idolatrare.
E Phemt che si dichiarava libero.
E' uno schiavo, nè più nè meno.
Perchè se lui non si domanda il fine dello Spirito che segue e fa ogni cosa gli venga chiesta, questo significa essere un servo.
Seguire uno Spirito come Male inoltre significa godere della propria immoralità, procurare sofferenza altrui, far scivolare nella crudeltà tutto il nostro mondo. Lo sterminio diventa un'arma, il terrore un mezzo attraverso cui piegare chi non vuole sottostare a certe leggi, l'agonia la punizione per chi non si adegua al volere dell'Essenza, la morte viene vista come una liberazione...
Che mondo è?
Un mondo in cui io non vorrei mai vivere, questo è sicuro.
Phemt reputa normale i sacrifici umani, perchè quelle "vite hanno avuto infine la loro utilità".
Eggià.
Lui non pensa che quegli uomini e quelle donne avevano una vita, degli amici, dei parenti, dei sogni e delle aspirazioni proprio come lui. Lui ha scelto di sacrificare i propri allo Spirito di Male, quelle persone immolate su un altare a cui non credevano, no. Ma chissene, questa è una guerra, finchè fa comodo, poi alza bandiera bianca perchè Male ha altri progetti e lui in difinitiva che ha fatto?
Lui disprezza la vita e la libertà, e per questo bisognerebbe lasciarlo libero, perchè la sua mano non ha mosso colpo (pur volendolo fare eccome! Ashra avrebbe resistito al suo colpo? io questo non lo so, ma di certo non immagino Phemt così scarso da farle una carezza)?
Si, davvero non comprendo e non mi voglio nemmeno sforzare perchè ogni volta che tento mi irrito. Cosa c'è da capire mi chiedo?
Forse sono prevenuta, come dice Arya, o forse vedo fin troppo bene quello che è realmente Phemt.
Non provo rancore per come sono andate le cose tra noi, e non perchè sia così generosa, ma perchè ho incontrato Vanadiel e non mi sono lasciata il tempo di amareggiarmi. E' come gli ho detto quando l'ho visto in prigione: non godo nel vederlo chiuso in una gabbia, ma non mi dispiaccio più di tanto. E perchè dovrei?
Ma arrivare a dire che lo voglio morto, questo no.
Sembra che io gli abbia dato una caccia assetata del suo sangue e questo mi fa infuriare, perchè nella sua infinita presunzione non vede quanto io mi sia astenuta dall'infierire.
E' anche vero che quando un giorno mi sono confrontata con Shandar per allenarmi era lui che avevo in mente di prendere a calci, ma poi mi sono resa conto che era con me stessa che ce l'avevo a morte, perchè un tempo lui mi aveva mostrato un lato di me che ora detesto con tutta me stessa: una donna più fredda e cinica, e piuttosto ambiziosa. Ricordo ancora la mia determinazione nel non voler lasciarmi fermare da Deva che mi aveva negato gli insegnamenti della via di Fuoco. Avrei spazzato via chiunque si fosse messo sul mio cammino, questo lo ricordo piuttosto bene e questo mi esaltava. Sentivo quell'odio nato da un futile motivo che distorceva la mia capacità di giudizio e Phemt non faceva altro che fomentarla.
Cosa sarei diventata se fossi rimasta accanto a lui?
Se mai avessi chiesto di più da lui, ma gli fossi rimasta accanto come diceva, "come due uccelli dello stesso stormo, senza bisogno di uno sguardo, avremmo saputo sempre dov'era l'altro", cosa sarei divenuta?
Questo mi ha spaventata.
Questo mi rende poco fiera di me.
Questo mi bracca certe volte quando perdo il controllo.
Per fortuna ho compreso anche che tutti abbiamo un lato oscuro, e che non va mai guardato troppo a lungo perchè altrimenti ti seduce inevitabilmente. L'abisso lo abbiamo tutti e nessuno torna indietro per raccontarlo, ma solo per nascondere che questo ci ha irrimediabilmente alterati.
No, io non odio Phemt.
E' fatica sprecata e soprattutto non ne ho motivo.
Si, io non lo capisco più perchè abbiamo preso due strade che irrimediabilmente ci portano a scontrarci.
Lui dice che ha tentato di comunicare con me chiedendomi scusa. Lo ha fattto, ma quando? quando era troppo tardi, e poi è stato lontano dimostrando così che a quelle scuse non ci teneva affatto. Quindi non posso e non voglio credere che lui si sia pentito di come sono andate le cose tra noi.
Alla fine però tutto questo mi ha portato comunque via tanto.
Ma io gli ho mai dato contro? Gli ho mai detto: "è tutta colpa tua"? E anche se fosse, a cosa sarebbe servito?
Ad un bel niente.
Meglio per una volta essere soldato e non pensare quale sarà la sua sorte.
Io accetterò qualunque verdetto.
Non mi interessa più...

3#SOGNI DI SANGUE
Guardo il mio bersaglio, gli do il fianco, rilasso le spalle, prendo la freccia da dietro la spalla sinistra con una lentezza che mi pare di essere sottacqua. Gli occhi mi bruciano, ma io mi ostino a non sbattere le ciglia, mentre con l'arco rivolto in basso stringo con la destra la curva del legno per incoccare il proiettile. Non so perchè, ma quell'arnese ha la punta in mithril. Sollevando l'arco sento l'eccitazione data dalla scarica di adrenalina purissima: una vera frustrata perchè nel tendere la corda sento la resistenza del legno che scricchiola, come un rumore appena udibile. Il mio bersaglio una sagoma scura indefinibile che incarna la pura malvagità: ha occhi rossi, poi dorati, poi verdi, poi color nocciola, poi azzurri. Sono gli occhi di una bestia che divora tutto ciò che di bene c'è a questo mondo. Eppure sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, velare la mia vista, appannare la mia mira, spezzare la mia certezza. Devo colpirlo, lo so, ma quella sagoma nera è così informe che non so chi sia, sento solo che ad essa sono legata e questa mia unica e preziosissima freccia potrebbe imprigionarmi in un abisso invece che liberarmi.
Come sono ostina!
Non batto le palpebre e le lacrime ora scendono inesorabili sulle gote. Ma piango per una sofferenza dell'anima o del corpo?
E' una mescolanza, perchè ora che ho acquisto il bersaglio so che posso fare due cose: o abbasso l'arco e rinuncio, o scocco la freccia e vedo che succede.
Incredibilmente apro le dita della mancina nel momento stesso in cui chiudo gli occhi. Non si fa, mi ripete l'arciera che è in me: si guarda l'obiettivo fino in fondo. Invece la parte più fragile di me prova un dolore intenso nel lasciar partire la freccia, mentre la soldatessa che è nata dalle ceneri della Randagia sente che deve obbedire all'ordine imperativo di difendere ciò che ama.
Ma vale la pena?
Il sacrificio è proporzionato al risultato?
Quando riapro gli occhi ho lo sguardo basso e vedo le mie mani lorde di sangue. Un'arciera non ha mai tanto sangue addosso, mi ripeto. Eppure le sento appiccicose, umide e le osservo con un orrore crescente. Cos'ho colpito?
Sollevo di scatto la mia visuale e ciò che vedo mi manda in frantumi.
Arya.
C'è lei in quel mare di orrendo rosso.
Che cos'ho fatto?
Come ho potuto?
Come?
Mi sveglio di soprassalto urlando.
Sono un'Igneis, non dormo praticamente mai, ma in questi giorni sono così stanca, così vagamente depressa e angosciata che se mi capita di farlo anche per pochi minuti, ho questo incubo.
Ieri notte ho pregato Nauru: mi manca da morire Deva, come vorrei poter parlare con lei. Mi ha aiutata in un momento tremendo e forse, mi dico, forse potrebbe farmi capire che mi succede. Non voglio provare rancore, non voglio sfiorare nemmeno l'odio, ma non posso continuare a far finta che niente mi tocchi, perchè il demone ora mi bracca, ha fiutato la mia debolezza e prima o poi mi avrà.
Arya ama Phemt come un padre e io a mia volta amo lei come una sorella, eppure non mi da retta, non vuole sentir parlare di lui se non nel modo in cui lo vede lei.
Potrei dire che è ostinata e sciocca, immatura e presuntuosa visto che all'età sua io avrei meno certezze. Invece no, lei ha quel suo modo così "leggero" di porti le cose che spesso mi chiedo se la voglio prendere a schiaffi o abbracciarla. Da una parte non me la sento di demolire l'immagine che ha di Phemt, dall'altra come vorrei farle vedere quello che vedo io o Shandar.
Ma una cosa è certa: io non voglio vederla soffrire, non a causa del Falco e soprattutto non a causa mia.
Lo so, è egoistico, ma non ho mai avuto una famiglia e vederla vacillare in questi giorni mi sta portando ad accettare un compromesso.
Ho deciso che non posso chiedere ad Arya di rinunciare all'affetto per Phemt, non è giusto per lei e poi si ama a prescindere dalle colpe. Vorrei solo che quell'uomo capisse quanto è fortunato ad avere tanto.
Preferisco mandar giù un boccone amaro, che pentirmi di averla lasciata sola come ha dovuto fare Deva per il suo pellegrinaggio o altro.
No, mi asterrò dal tentare ancora di convincerla a cambiare idea: un po' perchè è lecito sbagliare, un po' perchè forse lei è davvero l'unica che possa tirar fuori del buono dal Falco, se ancora ce n'è.
Non sarò io a distruggere niente. Forse ci penserà proprio lui,o forse Arya, o forse ancora gli eventi.
Una cosa la so: la proteggerò finchè potrò, volente o nolente.

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