martedì 6 dicembre 2011

Ottavo mese del Secondo Anno Dopo il Decreto


#1 IL DUBBIO
Quante volte mi fermo in spiaggia per cercare tra le stelle le risposte alle mie domande.
Per osservare gli astri mi sdraio sulla sabbia fresca, inumidita dalla notte, con un fastidio crescente, perchè io la adoro quando il sole è allo zenit e il calore surriscalda l'aria avvolgendo il mio corpo in un abbraccio afoso e sonnolento.
So di avere una strada tracciata, ma sapere intraprendere la via giusta al momento opportuno è arduo e ora ho i miei dubbi.
Ho incontrato di nuovo Vespro in spiaggia. Phemt ha parlato con lei nella speranza di avere la soluzione a quelle parole enigmatiche. Potrei raccontare di quanto mi abbiano sorpresa le parole del Falco sulla devozione agli Spiriti, invece ho solo avuto la riprova del suo credere indefessamente e ciecamente. Ho provato una sorta di esaltazione nel sentire a cosa sarebbe disposto ad arrivare a fare pur di compiacere gli Spiriti che lui venera.
Io sarei disposta a tanto?
Sì, perchè comprendo bene cosa intende Phemt, comprendo bene cosa significa non avere mezze misure e questa è un'altra cosa che mi accomuna a lui.
Purtroppo io a differenza del Rapace spesso vacillo nello mio essere imperfetto.
Ieri notte mi ha chiesto sul picco del Serpente a Isheant se sarei disposta a sacrificare tutto qualora Nauru me lo chiedesse.
Ho detto sì, e alla luce del sole e senza il suo sguardo indagatore, non cambierei risposta, per quanto Phemt conti molto per me, io darei tutta me stessa a Fuoco.
Eppure di fronte a Vespro le parole di Deva mi sono tornate in mente e mi sono sentita a disagio come se stessi ignorando la chiamata del mio Spirito Elementale.
E per cosa? Per la mia vendetta su Elemo?
Si, dannazione, lui risveglia in me il mio lato buio, il mio essere torva, la mia fiamma nera. Finora solo a Phemt ho mostrato quella piccola fiammella che brucia in modo smodato e anomalo in me, sebbene, a mio parere, lui non ne ha mai capito la portata distruttrice.
Shandar invece sì, e se n'è subito preoccupato.
Lo ammetto, ho fatto di tutto per tranquillizzarlo, per nascondergli invece che non rinuncerò mai alla mia vendetta, che se non affronto Elemo, sarei capace di qualunque cosa, persino di rivolgermi a Fuoco e chiedergli di darmi la forza solo per distruggerlo e con lui anche  me stessa se devo. Una parte di me è combattuta tra luce e tenebre, ma quella fiamma nera, che tutti pensano essere una piccola vampa di candela è subdola e inquietante. Non so perchè, ma so che può divenire immensa e può portarmi al punto di non ritorno.
Dunque per ora la mia strada è l'arco, non posso fare altrimenti e la Via di Fuoco mi è preclusa. Ma non del tutto. Niente mi fermerà, niente e nessuno. Nauru cammina con me, forte , orgoglioso e audace, Fiamma sacra e devastante. Io sono una delle sue figlie e un giorno porterò il suo bacio, a perenne segno dell'amore reciproco.
Nessuno capisce il motivo del mio piccolo tatuaggio sotto l'occhio. Un cuore, rosso, vicino al mio occhio destro.
Nemmeno io all'epoca lo compresi, ma ora so che Nauru mi parla dalla nascita e ho cominciato ad ascoltarlo con coscienza solo da quando Phemt mi ha spinta a farlo. Quel cuore indica nel suo colore e nella sua posizione il nostro immenso amore. Lui veglia su di me e io sono i suoi occhi (ecco perchè è così vicino all'occhio). Lui brucia per me esattamente come io mi infiammo per lui (ecco perchè così intensamente rosso). E' chiaro per me e non mi voglio sottrarre. Lui sa, lui mi benedice perchè chiede a gran voce di punire colui che mi ha deturpata. Nauru mi aspetterà come nessun uomo potrà mai fare, ascolta i miei pensieri, mi guarda con indulgenza di fronte ai miei peccati e alle mie debolezze, mi benedice con i suoi doni.
Perchè non dovrei amarlo?
Un'altra certezza è che lui non mi abbandonerà mai...
Phemt mi ha detto che la strada per il sacerdozio è impervia e sacrificante: forse non lo ha detto per mortificarmi, ma una sottile ira nel sentirmelo dire si è insinuata nel tono della mia voce. Invece sapere che Deva è riuscita e lui non ha dubbi sulla mia riuscita, ha fatto si che la mia forza interiore si forticasse.
Mi rendo conto che il suo parere conta, che sapere che la strada che prenderò prima o poi, indurrà me ad allontanarmi da lui invece mi toglie il respiro, ma se c'è una cosa che so di me, è che la determinazione e la caparbietà sono parte della mia natura.
Ho tanti dubbi, ma la mia strada è tracciata e sebbene io la segua con fiducia, non sono così inerme e passiva da non pormi domande. Anche io ho paura, come qualsiasi creatura, ma cerco di non mostrare mai questa mia debolezza. Non mi arrenderò mai.
E questo mi condurrà alla morte, lo so. L'ho detto anche ad Arya qualche notte fa: io ed Elemo ci incontreremo e lui mi ucciderà. Perchè ho questa certezza? Perchè non sono così sciocca da non vedere il divario che c'è tra noi, perchè lui con me ha solo giocato, non avendo la presunzione di pensare che quel giorno solo la fortuna o gli Spiriti mi abbiano graziata. E se Elemo decidesse di completare l'opera? Chi lo fermerà? Io no davvero, non ho la maestria, le mie capacità sono minime, ma se lui può spezzarmi il corpo, non piegherà mai il mio animo. E' l'unica cosa che ho...

#2 IMPLACABILE DOMATA
Mi ha piegata, addomesticata, ammansita... dominata
Non posso far altro che constatare questa innegabile verità anche se stento ancora a crederci. Erano mie le parole: "sarò tutto ciò che vorrai", no? Sì, dannazione.. e la gioia che ho provato nel dirle, spiega quanto potere ha su di me.
Phemt mi sta facendo scoprire il rovescio della medaglia che superbamente credevo di poter trascurare o in questo caso pensavo proprio di non avere.
Nessuno può dirmi quello che devo fare, nessuno mi può dare ordini, nessuno può permettersi certe libertà di pensiero e di parola...che poi diviene azione. Nessuno...
Solo lui, solo Phemt può.
Se mi fermo a pensare al perchè, tremo per le implicazioni perchè provo paura, un'irrazionale terrore di scivolare in qualcosa che mi rifiuto di concedermi, e nello stesso tempo sono brividi di puro piacere.
Compiacerlo mi dà una soddisfazione immensa, il mio cuore accelera i battiti, il mio corpo si ammorbidisce e diviene languido, il mio sguardo si carica di emozionalità e desiderio.
E non è solo questo.
Fosse solo per un tono più perentorio o deciso sarebbe il meno. No, è quello che è seguito a quel semplice primo comando, "spogliati", per cui mi sono resa conto solo dopo che avevo indossato delle catene.
Le posso spezzare?
Una parte di me si ribella a quel pensiero, ma di fatto la stessa non batte ciglio, non mette mai in dubbio che sia lui a comandare. L'altra in aggiunta aspetta impaziente ed entusiasta quel comando e tutto quello che viene dopo.
Il dopo è simile ad uno scontro duro e brutale, una battaglia dove Phemt è padrone assoluto del terreno e delle armi e io invece di essere la guerriera che affronterà con valore il suo nemico, non solo rimango inerme, ma alzo bandiera bianca e mi arrendo.
L'impeto feroce e bestiale con cui ci siamo uniti ieri notte mi ha fatto comprendere che dentro di me c'è un abisso oscuro fatto di sensualità e perversione che ogni volta mi sorprenderà e forse infine mi deluderà.
E' l'ignoto che mi destabilizza, ma nello stesso tempo mi eccita e mi fa divenire vorace.
Innegabilmente ci apparteniamo io e Phemt, la Fiamma e il Falco, in modo anomalo, primordiale e selvaggio.
Mi ha detto che il piacere e il dolore si mescolano per enfatizzarsi a vicenda ed io ho provato sulla mia pelle queste nuove sensazioni godendo di un momento estatico e nello stesso tempo di una perla rara.
La serenità e la dolcezza sono arrivate alla fine del combattimento e addomentarmi tra le sue braccia è stato un lento e tenero scivolare nell'inconscienza al tamburellare, non tanto della pioggia, quanto del cuore di questo uomo che mi suscita tante emozioni diverse.
Ma il nostro rapporto è fatto solo di carnalità appassionata e provocante?
Non nego che sarebbe più semplice, più comodo e meno impegnativo, ma non posso privarmi di certe esperienze perchè non dipende dalla mia mente, ma dalla mia anima e dal mio cuore.
Ed ora che sono davanti alla mia amata e odiata spiaggia comprendo qualcosa in più di me: devo solo percorrere la mia strada senza paura e con tanta fiducia che comunque vada ne uscirò più forte e più matura.

#3 FINALMENTE ARCIERA
Ho una gran voglia di mettermi a urlare per la contentezza che se lo facessi davvero forse mi setirebbero fin dall'Oltretomba e Gloria tremerebbe, disapprovandomi.. ma chissene, io stanotte in spiaggia ho urlato, eccome. Il miliziano oramai mi conosce e urlo più urlo meno, non mi ha nemmeno cagata più di tanto.
D'accordo, non è molto signorile usare questo linguaggio, ma non ho voglia di mantenere l'etichetta.. Uhhmmmm a dire il vero non la uso mai, ma cribbio sotto santo spirito, finalmente sono Arciera o meglio, sono Tiratore Scelto dell'Esercito di Corte. Non credevo ai miei occhi e, ancora adesso dopo averla cucita sulla fascia di pelle, la guardo come se fosse un sogno che diviene realtà.
Oggi osservavo le nuove insegne e il mio arco: mi identificano pienamente anche se non posso abbandonare la spada, perchè in un corpo a corpo non posso avere la meglio con l'arco, ma mi sento più motivata e decisa che mai.
Questo è il primo traguardo, non voglio adagiarmi sugli allori.
Nossignore.
Ora voglio diventare formidabile con questa arma e divenire Tiratore Veterano Scelto.. Sono ambiziosa talmente tanto da sognare il titolo di Comandante dei Tiratori Scelti..
Ci riuscirò?
Se Nauru non mi chiama a sè prima, sì.
La mia via dunque è tracciata. In questi giorni i dubbi spesso mi assalivano e io stavo crollando sotto la tensione di mille pensieri. Era un vero e proprio assedio. Shandar non sa cosa ha fatto per me ieri: mi ha dato una boccata di aria buona, mi ha letteralmente acciuffata per i capelli e con quella fascetta mi ha motivata, confemando che la scelta fatta a suo tempo era quella giusta. Sono nell'Esercito e ci rimango.
Questa non è la strada più facile, non è un binario deciso e fatto, e non è nemmeno la via più sicura. Sono comunque un armato e continuerò ad essere il bersaglio dei Grigi e di altri che come loro vorranno per motivi diversi e situazioni differenti la mia vita.
Il sacerdozio non è nemmeno la strada che fa per me. Ora sarei sempre a guardare l'angolo in cui quando sono a casa ripongo il mio arco lungo, vicino alla panca di legno di cedro dentro cui c'è la cotta per la battaglia, tra lo scudo e la spada corta. Il mio Equipaggiamento è tutto qui, ma presto forse potrò permettermi altro.
Sono così fiera di ciò che ho conseguito che mi sembra di volare...
Strana espressione. Ultimamente la uso spesso. E volo sia metafisicamente che letteralmente.
Lo ammetto, il primo pensiero è stato di dirlo a Phemt. Con lui condivido molti dei miei pensieri e questo sarà l'ennesimo.
Sarà contento per me?
Con il Falco non si può dire: forse quando saremo soli avrò la sua reazione più sincera. Sa quali erano i miei pensieri degli ultimi giorni, mi ha consigliato come poteva e soprattutto ha fatto molto di più. Mi lascia libera di fare anche i miei errori. Ecco perchè non mi sento in gabbia, ecco perchè mi sento sempre librata in cielo, ecco perchè lo cerco sempre e voglio condividere tutto di me con lui.
Stanotte vorrei festeggiare con Dyna, vorrei avere accanto anche Kym, ma lei ormai non la si vede più in giro e sono sempre in pensiero. Ma che posso fare? Io non posso nulla e questo senso di impotenza starà facendo impazzire anche lei. Ecco l'unica nota stonata.
Per il resto avrò accanto sia Dyna, sia Shandar che Guido.
Sono proprio gasata, per gli Spiriti!

#4 ISTINTO A PROTEGGERE
Non può chiedermi sempre di essere controllata!
Shandar certe volte pretende troppo, certe volte mi chiede l'impossibile e mi domando perchè si ostina a volermi cambiare. Sa che non potrò mai mostrarmi indifferente di fronte a determinate cose.
Come fa lui?
Come?
Per fortuna Lilah sta bene, ma sentire che quei tre l'hanno derubata e presa a calci, mi ha mandato letteralmente il sangue al cervello. Fremevo come una fiamma pronta a divorare tutto. Se solo avessi potuto averli di fronte, che Fuoco me li togliesse da sotto le mani.
Come si può??
Come mi chiedo.. E qui sbaglio, non devo chiedere perchè e come, ma andare a cercare quei rifiuti umani e fargli asseggiare la loro stessa medicina.
Mi sento come se mi avessero toccata personalmente.
Perchè?
Il motivo è molto semplice, quando ho conosciuto Lil, ero ancora in convalescenza o meglio la mia cicatrice era ancora fresca e vedere le sue deturpazioni mi ha fatto capire che ero stata ferita nel profondo,  nell'orgoglio di aver  permesso ad Elemo di marchiarmi con il fuoco, quando ho sempre pensato che lo avrebbe fatto solo Nauru. Invece eccomi lì, di fronte ad una parte di me stessa che avevo espressamente ignorato. Se io guardavo con compassione quella creatura così deturpata come mi avrebbero guardata gli altri, quelle stesse persone che mi avevano conosciuto integra?
Mi sono sentita sprofondare, perdere, e soprattutto mi sono sentita "mutilata".
Così sono andata a casa e ho cambiato i miei vestiti, cercavo in tutti i modi di coprirmi, di non far ricordare cosa mi era successo, pensando: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ero sempre io, seppur con il petto e il collo coperto e poi non avevo nessun uomo a cui mostrarmi, quindi avevo bellamente infilato la testa sotto la sabbia.
Ma quando Phemt mi ha chiesto di mostrargli il mio tatuaggio ho compreso che la mia cicatrice era un problema. Ho pensato a Lilah a come si era sentita, quando le avevo visto il volto: ecco perchè non lo mostra mai tanto volentieri.
Io ho avuto Phemt, lui mi fa sentire come se questa deturpazione fosse solo l'ennesima stigmate di Fuoco, come se ne dovessi andare fiera, e il suo baciarla ogni volta mi rende sicura e bella ai suoi occhi.
Ora io voglio la stessa cosa per quella creaturina che nella sua età infantile ha già consociuto troppo brutture per subire lo schifo e il degrado degli uomini.
Ho un caratteraccio, sono impulsiva, sono tremendamente testarda, ho sempre voglia di dire la mia.
Sono una Igneis no?
Se a qualcuno non sta bene non so che farci...

#5 IO SONO FURIOSA!
Fremo, ruggisco, inveisco e urlo al mondo.
Io sono furiosa..
Io sono furiosa..
Io sono furiosa..
IO SONO FURIOSA!
Non voglio mettermi a ragionare, c'ho provato e a cosa è servito? Eccomi qui a voler far tremare la terra nel suo epicentro.
Sono successe troppe cose in questi giorni e mi sento una fiamma soffocata, una fiera chiusa in gabbia, un ciclone in una scatola, un lampo in una bottiglia.
Sto per esplodere e forse stavolta non sarà un urlo contro il mare.
Da dove inizio?
Dalla serataccia su Ulmetor?
Dalla seratina in taverna su Ulmafor?
Dalla seratona in spiaggia su Ulmafor?
Non ne imbrocco una.
O meglio non me ne va una giusta.
Nella prima ho incontrato quel trio disgraziato: un ciccione schifoso pelato, dalla cui bocca ho solo sentito ingiurie, e due sciacquette che sghignazzavano ad ogni suo bofonchiamento.
Nella seconda a causa della precedente non avevo voglia di pensare, dunque mi sono recata in taverna per una birra, ma lì un altro trio ha deciso di farmi passare l'alterazione alcolica ferendo l'ostessa Varja.
Nella terza il trio è divenuto un quartetto e voleva incendiare il bosco per dare la caccia ad un ombra.
IO SONO FURIOSA.
Per la vita che conduco?
No.
Per la gente che è pazza?
Anche.
Per la fatica che faccio?
Non proprio.
Perchè semplicemente mi sento come se mi avessero messo alla prova e io avessi fallito.
La sera ad Ulmetor è stata quella che più mi ha pesato, le altre due sono diretta conseguenza dello stato d'animo di quella singola notte.
Ho permesso che quel laido pelato mi trattasse come se fossi spazzatura, come se non valessi nulla, come se potesse dimostrarmi che era in grado di schiacciarmi come e quando voleva.
E quelle due.. Non tanto il loro modo di vestirsi, che poi per me potevano essere pure come mamma le aveva fatte, le cose non cambiavano, ma quel loro ridere come due scemette a cui è stata raccontata una storiella cretina,  mi ha alterato notevolmente.
Ho pensato di dar retta a Shandar.
Risultato hanno continuato, e io stavo per perdere le staffe quando è letteralmente piovuto dal cielo Phemt.
Non so da dove sia sbucato, ma non mi aspettavo di vederlo lì, tra loro e me.
Sapete cosa accade ad una fiamma quando le mettete sopra un bicchiere di vetro?
Questa si spegne perchè esaurisce l'ossigeno.
Lo sguardo di Phemt è stato questo per me quando, all'ennesimo insulto rivolto al mio essere Igneis e di conseguenza legata a Fuoco, io stavo per lasciar scorgare il mio fuoco.
Sapevo chi avevamo davanti o meglio lo sospettavo e da come mi guardava lo aveva intuito anche il Falco.
Un uomo e due donne, un'Aurean e un'Acquean.. Tre anime che hanno abbandonato il mondo dei morti in clandestinità, così ha detto il Sommo Guardiano dell'Oltretomba, Lluren.
E così sono ammutolita, ho messo da parte l'orgoglio ho lasciato che Phemt andasse con loro, ma dentro di me sentivo Nauru che ruggiva tutto il suo sdegno, tutta la sua furia e la frustrazione per essermi messa in requie. Ho dovuto combattere contro la mia natura e forse ho riportato una vittoria, ma a che prezzo?
Lo sguardo verde smeraldo mi ha acquietato tanto da essere stata notata la cosa da Camilla. Sono così cristallina? Forse.. Sebbene ora non mi interessa perchè ripenso al gran desiderio che avevo di spaccare la faccia a quelle due.
Così mi sono allenata tutta la notte sotto l'acqua (odiandola fino a saturarmi il cuore di rancore), rimuginando se abbia fatto bene a voltarmi e lasciare che Phemt se ne andasse come se nulla fosse.
So cosa sia il senso del dovere, ma ora sento questo serpente nero che si agita nelle profondità del mio essere e non mi lascia un secondo. Non posso ignorarlo perchè il suo sibilare è sempre qualcosa di latente e sottile e quando meno me lo aspetto mi azzanna il cuore.
Ed ecco la furia che ha guidato il mio braccio sotto la fredda pioggia tutta la notte sfininendomi come non mai.
Quando mi sono lasciata andare sulla sabbia per vedere un'alba grigia e cupa ho capito che il mio umore era ancora nero e devastatore.
La verità è che non sono come Shandar, ma non posso essere nemmeno una fiamma a briglia sciolta, pertanto devo trovare la via di mezzo: un'esplesione controllata e mirata, massimo risultato con il minimo sforzo.

#6 ALEA IACTA EST
Il dado è tratto.
Inutile negare la mia ambizione, vano nascondere il mio odio, superfluo dire che la decisione l'avevo già presa dopo essermi sentita negare la mia strada da Deva.
Così ho seplicemente preso atto di quello che voglio, di quello che sono e di ciò che sarà la mia strada.
Phemt mi ha sorpresa l'altra sera in Biblioteca mentre passavo all'azione: io apprenderò la Magia di Fuoco da sola e nessuno mi fermerà, perchè come ho detto a lui, NIENTE E NESSUNO può dirmi quello che POSSO o NON POSSO fare. E Deva mi ha messa davanti ad una strada che anche lei definisce prematura. E allora mi chiedo: perchè?
Ha ragione Phemt? Vuole o tutto o niente?
Mi sento stordita in questi giorni.
So che ora non posso tornare indietro perchè Elemo è là fuori e non posso permettermi di perdere tempo con sciocchezze come cercare le motivazioni della Sarcedotessa prediletta da Nauru o cosa c'è ancora tra lei e Phemt.
Non mi riguarda, non ho il tempo di pensare a loro due, ai loro desideri e a questa sorta di triangolo.
Ho cose ben più importanti.
Ha ragione il Falco, non devo dare nomi a ciò che ci unisce perchè è perfettamente inutile legare la Fiamma o il Falco, in quanto sono essenze libere e indomabili.
Eppure quando Deva, al Picco del Serpente mi ha guardato, tenuto la mano, sfiorato la pelle con le sue labbra avrei voluto di più e nello stesso tempo volevo fuggire da lei. Sentivo che voleva tutto da me, persino la mia anima legata a Nauru. Comprendo le parola dette da Phemt solo ora, e comunque sento che lui ha tentato anche di spiegarmi cosa li lega. Ho paura di perdermi in quei due,  in Deva e Phemt.
Sono entrambi fuochi che devastano la mia pelle, la mia mente e il mio cuore.
Deva però... Lei vuole la mia anima e la plasmerebbe come e meglio di Phemt.
Si, sarei totalmente di quella donna che alla fine crerebbe cosa?
Mi ingabbierebbe? O mi libererebbe?
Mi porterebbe alla follia? O acquisirei una saggezza senza pari?
Mi trascinerebbe nei Campi Elisi? O negli Inferi?
E Phemt?
Non vuole obbligarmi a niente, non vuole che sia vincolata a lui, non vuole far altro che starmi accanto e con lui compio molte delle mie prime esperienze.
Sono ancora più convinta di non volere un compagno, di avere una vita solitaria perchè devo pensare lucidamente e non ritrovarmi imbrigliata con debolezze di cui il mio nemico ne approfitterebbe senza esitare, e allora sarei un'Arciera morta.
Quindi non posso che dare ragione a lui quando dice di non porci davanti ad un bivio, di non fare promesse che non potremmo mantenere, di non vincolarci a legami che inevitabilmente uno dei due potrebbe spezzare o per senso del dovere o per continuare il proprio percorso.
So una cosa: nel mio presente c'è un percorso con Phemt sotto la pelle a farmi da guida, nel mio futuro ci sono gli occhi cenere di Deva.
Per il resto tutto è aperto...

#7 PECCATO D'ORGOGLIO
Maledetto stupido orgoglio!
Mi rendo perfettamente conto che e' il mio limite più grande, ma ho preso una decisione e andarci contro significherebbe che non ho spina dorsale.
Quando ho visto quelle tre in piazza la prima cosa che ho pensato e' stato che fosse uno scherzo: una profusione di veli, di colori e suoni. E come parlavano! Sembravano uscite da una di quelle fiabe che mi raccontava Jaja nelle lugubri serate invernali, quando mi sentivo prigioniera del mio stesso corpo. Se ripenso a quel tempo passato sento un disagio crescente, un pezzo di me che non vuole riemergere, un oscuro passato fatto di silenzi e di buio.
3 monete d'oro per un desiderio...
Per Nauru! Ho detto NO! Ho trovato una banale scusa, quella di avere un grosso debito con l'Oscuro Night, per non accettare e una delle fanciulle vestite da odalisca lo ha capito.
Cit. [Il bimbo non cresce se una donna non lo cura, in assoluta solitune nulla insegna la natura. Se con la mente pensi a ciò hai avuto, ti accorgerai che qualcuno ti ha dato un aiuto; e se con impegno qualcosa hai imparato, misura l'impegno di chi ti ha insegnato.]
Ma come ho detto a Phemt non voglio piu aiuto, perché ho bisogno di non dire grazie, perché quando mi confronterò con Elemo, se mai ne uscirò vittoriosa, la mia esultanza sarà impareggiabile.
Così mi sono negata un prezioso dono che forse la mano del destino voleva elargirmi.
Che dirà il Falco quando glielo dirò?
Forse mi darà della sciocca e allora il mio spirito indomito si ribellerà come non riesce a fare quando mi domina con un solo comando.
Quale sarebbe stato il mio desiderio?
Un arco di ombrolegno incantato per non essere spezzato da nessun arma che questa sia fatta di ferro o acciaio o di pura magia.
Ecco il mio desiderio.
Un oggetto che materializzi il mio essere Arciera, che nasce dal mio desiderio di vendetta e si alimenta con le suadenti spirali dell'odio. So che il mio arco di quercia e' più che sufficiente per vendicarmi di Elemo. Quello che fa la differenza e' la mia abilita' di Tiratore, troppo acerba, fin troppo approssimativa, evidentemente insufficiente.
Quando cerco di capire cosa provo, il sentimento iniziale e' paura, un terrore infido e sordo che mi sbatte in un angolo. Non sono così incosciente da fregarmene se vivrò o morirò. Poi affondo le dita del mio essere nel coraggio e allora mi dico che se quello e' il prezzo per la mia vendetta, che sia, io non mi tiro indietro, sebbene la paura rimanga e ora temo che abbia un volto.
Phemt.
Ma e' proprio per lui e anche per Deva e Kym che voglio uccidere Elemo, nel modo più atroce e doloroso che le poche forze mi concederanno. Potessi farlo darei libero sfogo alla mia natura e allora forse chissà come mi guarderebbero Guido, Dyna e lo stesso Shandar.
E quindi mi chiedo, sarei migliore di Aivod Aurenes?
Lui viene giustificato da un qualcosa che ha dentro, io dico che pur di non essere punito e di non trattenersi ha trovato un'ottima e valida scusa. Forse dovrei anche io accampare una spiegazione simile. Perché non dire, e' stato Nauru a  dominarmi e a prendersi la sua sacra vendetta? Chi lo contesterebbe?
Ma io non sono così codarda da nascondermi, non così insulsa da cercare una giustificazione come la Bestia per celare la mia vera natura. Dunque Phemt ha perfettamente ragione quando mostra indignazione e scetticismo.
Uno così era principe degli Aurenes, voce importante tra le Casate, considerato uomo d'onore e guerriero leale.
Perché?
Non riesco a vedere quello che mi dice Shandar, non comprendo l'ammirazione di Dyna, e rimango perplessa anche per il senso di gratitudine degli altri. Giustifico Arya solo per l'amore di una figlia che non le permette di essere imparziale, per la sua eta' e per il suo vivere l'assenza paterna: lei non può che amarlo incondizionatamente .
E così ora devo fare i conti con la Fiamma che brucia libera, ma che per mancanza di discernimento potrebbe estinguersi.
Sono proprio come dice Jaja: cocciuta come un mulo, irremovibile come un muro e solida come una roccia.
Mi chiedo quando pagherò il conto...

#8 LA CHIAVE DEI RICORDI
Chi sono?
Chi diavolo sono?
Da dove vengo?
Chi erano i miei genitori?
Dove sono nata?
Tutte queste domande nascono dall'incontro dell'altra sera con Guido e Phemt. Ero stanca, graffiata e irrequieta... Ma ultimamente lo sono sempre. Ho addirittura fatto un bagno, il che da la portata della mia insofferenza.
Un bagno..
Eh sì che pensavo che per un bel pezzo avrei visto l'acqua solo per un rapido incontro ravvicinato, quello per l'igiene personale. Invece ne sentivo il profondo bisogno, come se dovessi immergermi, avvolgermi in quell'elemento tanto fastidioso. Sentire il mare sopra di me e tutto intorno era soffocante e devastante. Per un momento ho pensato che mi sarei spenta, la mia fiamma inestinguibile si sarebbe dileguata e allora sono emersa vivace e sfolgorante, con Nauru che mi ruggiva nel cuore.
Brucia!
E il tormento si e' trasformato in delizia quando l'aria calda della notte ha riempito i miei polmoni.
Peccato che quel piccolo piacere sia durato così poco. Speravo che vedere il Falco fosse la degna conclusione di una giornata di fatica.
Invece ha lanciato una vera bordata: Aivod Aurenes ha  proposto lo scioglimento delle casate.
A me cosa cambia?
E a Phemt?
Il suo umore ha tinto di nero il mio. A volte mi rendo conto di essere più in simbiosi con lui di quanto non voglia. La mia fiamma si e' offuscata e lui se ne e' accorto, ma con la presenza di Guido non potevo certo avvicinarmi.
L'ho visto accigliarsi e io con lui, ma per motivi diversi.
Sentir dire a Guido che lui non era mai appartenuto ad una casata, mi ha fatto dire di slancio, "neanche io". E poi ecco che si e' affacciato il dubbio: davvero io non sono mai appartenuta ad una casata?
Non so come, ma ho capito che tutta la mia irrequietezza delle ultime settimane non e' da attribuirsi solo al risveglio di Nauru in me.
Il mio passato mancante e frammentato mi pesa e mi dilania ogni singolo giorno per cui mi anniento fisicamente con allenamenti allucinanti e con un lavoro estenuante. Se mi fermo il disagio mi raggiunge, mi avvolge, mi toglie il respiro e poi mi schiaccia a terra fino a risvegliare Fuoco. Il mio Spirito non mi risparmia e mi trascina in spirali folli e devastanti fino a sentirmi selvaggia e insoddisfatta. Ed e' qui che cerco Phemt. O meglio sento il bisogno che lui mi plachi, ma per orgoglio non vado da lui , quasi non volessi che mi veda in questo stato di prostrazione e frustrazione.
Maledetto il mio orgoglio, no?
Mi rendo anche conto che è un atteggiamento masochistico che ho preso da lui, controllare le mie emozioni, ritardare l'inevitabile, privarmi in modo deciso e crudele della sua vicinanza solo per poi desiderarlo ancora di più, e più intensamente, senza freni, senza limiti, fuori dalle regole per poi perdermi in lui e forse in me, in mezzo alle fiamme.
E' bastato così poco a farmi vacillare ieri notte che ora mi sento come se ci fosse stato uno terremoto emotivo che mi ha lasciata devastata e desolata.
Di nuovo devo raccogliere le macerie, scandagliare quello che si salva di me e cercare di ricostruire il mio equilibrio e tutto per una frase detta in modo premuroso e gentile da un pelle blu.

Cit. [Eri così piccola quando ti hanno rapita! Non puoi ricordarti il tuo nome, ricorderai di sicuro quello che ti hanno dato loro...]

Mi ha sbattuta in un angolo, mi ha lasciata senza fiato, mi ha letteralmente tolto l'aria dai polmoni per poi privarmi in men che non si dica di tutta la quiete che avevo raggiunto.
Mi sono sentita persa, debole e di nuovo a miei diciassette anni quando il mio corpo era solo un involucro mezzo vuoto, la cui inquilina viveva una prigionia profonda e solitaria.
Ho cercato per anni di farmene una ragione e quando ci ero riuscita ho conosciuto Dyna e Shandar: sono tornata alla vita e ora Simon, l'uomo che dice di conoscermi e mi chiama "Favilla", mi ritrascina nel mio inferno personale.
Non è possibile, non voglio, non ci credo!!!!
E' un incubo..
Il tormento che si riaffaccia stavolta potrebbe non lasciarmi più, perchè c'ho messo anni a non sentirmi solo un niente, solo un qualcosa di cui sbarazzarsi, solo un vuoto a perdere. Sono diventata la Randagia solo per sopravvivenza e ora quello sguardo compassionevole e altruista  per il solo fatto di vedermi in salute, mi ha letteralmente messo in crisi.
Sento quella belva che avevo cacciato nel profondo del mio essere ridere di me, della mia debolezza perchè si rende conto che ha di nuovo la gabbia aperta.
Ora ho davvero bisogno di sentirmi qualcuno, devo scoprire la verità perchè ho capito che il passato mi perseguiterà per sempre. Devo sapere chi ero.. DEVO!
Fosse l'ultima cosa che faccio compreso uccidere Elemo.
Ancor più di allora ne va della mia vita.
Stavolta non sono la piccola Haze.
Io sono Haze, Tiratore Scelto dell'Esercito di Corte.

#9 FAVILLA
Ho camminato tutta la notte e parte del giorno...
Mi fanno male le gambe e se muovo un solo altro passo penso che mi si staccheranno dalle anche.
Non potevo rimanere in spiaggia, non dopo le parole di quei pescatori. E non potevo nemmeno andare a casa, perché li ci sarebbe stata Jaja e affrontarla dopo quello che avevo saputo sarebbe stato troppo per entrambe. Il tempo e' passato lento e ha sanato le mie ferite, ma ha debilitato lei. Ora e' vecchia, stanca, e troppo fragile, e forse il mio modo per ripagarla di tutto quello che ha fatto per me, e' affrontare questo momento da sola.
Sapere da quei due pescatori che l'uomo che ho incontrato in piazza ad Ulmafor e' forse mio padre, mi ha così destabilizzata che ho sentito quel baratro che mi segue da anni, aprirsi sotto i miei piedi.
Volevo solo mettermi a urlare che non era vero, che non era possibile, che mi stavano mentendo...
Simon, mio padre..
C'ho parlato, mi ha accarezzato con lo sguardo, non come fa il mio amante quando mi desidera, ma quello che pensavo fosse solo sollievo ora lo interpreto come amore paterno: era di una dolcezza infinita, di una comprensione totale, di un dolore misto a gioia così radicati da spingermi ad ascoltare le sue farniticazioni innocue.
E' vero all'inizio l'ho fatto perché pensavo mi avesse scambiato per un'altra, che fosse solo impazzito per il dolore di aver perso sua figlia.
L'altra notte non gli avevo creduto, oggi ho solo il dubbio che forse e' come dicono quei due pescatori.
Perché non sono caduta nel baratro?
Perché l'abisso dei ricordi sofferti e ferocemente crudeli non mi ha inghiottito?
Perché Deva era con me.
Mi ha teso la sua mano, mi ha sostenuta in quel mare nero che minacciava di sommergermi, e se questo fosse accaduto io mi sarei persa irrimediabilmente. Ne sono convinta. La mia fiamma che solo sporadicamente si tinge di nero, sarebbe divenuta oscura, fredda e malevola. Haze così com'è sarebbe sparita e la parte più demoniaca di me sarebbe sorta e allora avrebbe celebrato quella nascita con il sangue.
Chiudo gli occhi e sento la lava scorrere nelle mie vene, ramificandosi e andando a riempire ogni singolo anfratto del mio essere. Ma mista a quel fuoco puro c'è altro. Un odio sordo, una rabbia cieca, un'ira muta che mi divora, per poi ricostruire una me stessa nuova e perversamente forte.
Ho detto a Guido che andavo a cercare una persona. Montagna e' una vera roccia: guardandolo in forma rocciosa ho desiderato con tutte le mie forze essere un pietra dura, insensibile, immutabile e aliena a tutto ciò che la circonda.
Cosa cambia ad una roccia se piove o se c'è il sole, se e' accanto ad un fiume o sotto un albero, se qualcuno l'accarezza o la lancia in mare?
Ecco avrei voluto essere così, dura e insensibile, invece mi sentivo come un bambina smarrita, disperata e fragile e quando ho visto la porta di casa di Phemt non ho potuto bussare. Sono stata due ore a guardare l'uscio immobile e inerte più pietra di quanto non mi auspicassi.
Ironia della sorte avevo tanto desiderato essere come Montagna e lo ero diventata, ma dentro di me ero persa dentro un inferno di pura sofferenza. Quando ho capito che non lo avrei mai cercato, che di nuovo il mio orgoglio mi teneva lontana da lui, mi sono voltata e sono andata via, dopo aver cercato un'ultima volta le finestre della sua camera con lo sguardo.
Ora mi sento sola come non mai.
Forse ho un padre, forse ho un nome, forse ho un passato.
Ma è spezzato, di nuovo, in modo crudele e perverso.
Che gioco è?

#10 LA LORO FIAMMA
Non so da dove iniziare.
Io non so cosa mi prende.
O forse ho solo paura ad ammetterlo persino con me stessa. L'altra sera camminavo per Ishaent e pur non avendo una meta mi sono ritrovata al Picco del Serpente. Speravo tanto di trovarla lì e infatti appena arrivata l'ho notata con le mani sulla stele mentre pregava Nauru.
Deva.
E' assolutamente perfetta ai miei occhi. Nessuna donna mi suscita tali sentimenti, così irrefrenabili, passionali, intensi e audaci. Il suo profumo e' inebriante e persistente: sa di foglie secche autunnali, con una nota umida di muschio, una punta appena accennata e legnosa che mentre brucia colpisce i sensi e permane nella mente.
E' qualcosa che mi sorprende e mi attrae inevitabilmente come se non potessi farne a meno.
A ciò si accompagna la sua pelle, liscia vellutata, calda come una candela dalla fiamma guizzante e sensuale.
E' devastante scoprire che bramo perdermi in quei suoi occhi che forse per il colore tanto differente dal mio, appaiono freddi, distanti e quasi inumani, e invece bruciano e non sommessamente, ma sfolgoranti e guizzanti.
La osservavo da così vicino che mi pareva di entrarle sotto la pelle, quando era lei a scorrermi nelle vene, assecondando ogni mio movimento, mescolando i nostri respiri, intrecciando i nostri sguardi come due amanti, come una maestra e un'allieva, come due fiamme diverse e uguali.
Non potevo rimanerle lontana, non c'ho nemmeno provato, perchè mi sembrava così stupido e forse ne  sarei totalmente incapace, quindi ho fatto ciò che sentivo, ho circondato la sua vita con le braccia stringendola a me, con desiderio e possesso. E' stato il primo passo per scorrerle addosso e cercare le sue labbra.
Come le volevo!
Ma la presenza di Phemt, improvvisa e imprevista, mi ha tolto l'attimo e alzando lo sguardo su di lui ho visto un Falco che non mi aspettavo. Era inselvatichito, graffiato e macchiato dalla salsedine. Non so perchè, ma quello che osservavo mi piaceva e mi ha esaltato. E' così che preferisco Phemt, privato della ragione e del suo distacco freddo e composto, sebbene nello stesso tempo rimanga una creatura senziente e non si lasci dominare dall'irrazionalità. Ed è così che è con me quando mi ha nel suo letto: in un estatico momento è puro istinto. Quando Deva ha annunciato che doveva lasciarmi, non ha mancato di cercare il mio sguardo, di attendere che fossi io a liberarla da quei viticci che erano le mie braccia ed io ho l'ho lasciata andare seppur con la morte nel cuore, perchè tra noi c'era stata la scintilla e un battito d'ali l'aveva sopita.
"MIA Fiamma".
Così mi hanno definita in due ed è così che mi sento: sono una creatura che guizza nello sguardo, nelle mani e nel respiro di entrambi, senza che io possa o voglia sottrarmi, senza che mi soffochino o mi opprimano, perchè entrambi vogliono solo che io cresca nel mio fuoco assolutamente grande e fiera.
Rimanere senza Deva, non ha significato perderla, perchè la sua presenza è sempre dentro di me, attraverso Nauru e questo mi conforta come nessuno, ma a quel punto ero in fiamme e precipitarmi tra le braccia del Falco con un balzo è stato inevitabile. Ora erano le sue braccia a fare da culla e ad avvincere il mio corpo. Dopo il profumo di Deva venivo inebriata di quello intenso e virile di Phemt, mescolato alla salsedine e al sangue. Un miscuglio che ha destato i miei sensi, con le sue note fresche di eucalipto e thè nero, scaldate appena da un pizzico di noce moscata.
Eravamo entrambi provati da quello che ci è successo in questi giorni che siamo stati separati e parlare di ciò che ci tormenta ci unisce come lo fanno sempre i nostri sguardi, le nostre mani, mescolando i pensieri e le voci.
Se Deva è il balsamo lenitivo alle mie ferite, che con salda dolcezza mi protegge, Phemt mi sferza e mi scuote ricordando la mia natura e il mio carattere indomito. Può sembrare crudele non avermi dato una sola parola di conforto, ma non è così, lui da me si aspetta coraggio e intraprendenza, non vittimismo e autocompassione. Mi ha solo ricordato chi sono, di cosa sono capace e ha riposto tutta la sua fiducia in me.
Dunque la fiamma, dopo la pioggia, ha ripreso vigore e ha sprigionato la sua calda e intensa luce, rispondendo agli stimoli senza paura e senza incertezze.
Ho ritrovato i miei passi e ho compreso che grazie a Deva non sono affogata, mentre grazie a Phemt ho ripreso a bruciare divampando furiosa.
Così quando ci siamo guardati sapevo che Phemt mi avrebbe chiesto di spiegargli cosa avesse visto poco prima.
Non mi nascondo dietro parole sciocche perchè non voglio, perchè essere me stessa con il Falco è come un volo inebriante sopra le nuvole.
Così sono stata assolutamente sincera.
Ho ribadito che Deva non mi avrebbe insegnato la Via, che non eravamo altro che un desiderio ancora inespresso. Forse ho anche pensato che se era tale era a causa sua, della sua intrusione, ma in quel momento non era importante, perchè mentre io bruciavo trovando Nauru, dopo giorni che non sentivo la sua voce a cui è legata sempre la sua presenza, lui si ammantava della sua Aura. Questo ci porta sempre all'istinto irrefrenabile  di unirci carnalmente.
Di nuovo Phemt si è lasciato guidare dal suo istinto, e prendendo possesso delle mie labbra mi ha assaggiata con passione implacabile, pertanto senza una parola ho rilasciato il mio dono nelle mani accarezzando le sua schiena potente e maschile, facendogli percepire il calore della fiamma a distanza. E' divenuto Rapace e mi ha   ghermito predatorio per portarmi a casa sua, dove la notte ci ha visti di nuovo amanti in quella mescolanza di corpi e fiamme.

 #11 UNA PROMESSA DI FUOCO
Deva...
Il suo nome e' breve, ma intenso, deciso, ma dalla fragilità unica, affonda nella pelle come un marchio e nel cuore alberga come una sovrana indiscutibile.
Deva...
Non posso smettere di pensare a lei, di desiderarla con tutta l'anima, di sognare ad occhi aperti la sua voce che accompagna le sue labbra, un frutto proibito che assaggerei pur sapendo di incorrere nella morte o forse peggio... Nella collera di Nauru.
Oggi l'ho incontrata al picco.. Ha ragione quando dice che quel posto e' il nostro posto, esattamente come la spiaggia lo e' per me e Phemt.
Deva...
Vederla così languida appoggiata all'albero cavo mi ha scatenato una serie di emozioni infinite: non c'era spazio per le domande o per i dubbi, niente che non fosse lei...
Deva...
Ancora adesso sfioro le mie labbra con le dita e ho la sensazione che la morbidezza delle sue permanga facendomi rabbrividire.
Deva...
Quanto ho desiderato che il tempo si dilatasse all'infinito?
Invece non potevo... Non poteva. Nei nostri incontri gli sguardi si allacciano, i corpi si incastrano, i respiri si mescolano come se l'intorno non esistesse, come se il tempo si fermasse.
Deva...
Mi sento bruciare in sua presenza e quando non c'è basta che pronunci il suo nome e mi sento rimescolare l'anima come se due fiamme distinte si mischiassero in una lotta d'amore.
Una volta mi ha detto che io non posso distinguere lei da Nauru.. Una parte di me riconosce ad istinto che quelle parole nascondono due innegabili verità: la saggezza della sacerdotessa e la paura della donna di essere ignorata. Non potrei mai e poi MAI, perché io vedo entrambe, legate indissolubilmente, ma non per questo meno accessibili.
Sono folle a pensarla così?
Io desidero entrambe proprio perché non accetterei l'una senza l'altra.
Deva...
Forse e' questo che spera di vedere in me?
Forse la sua paura di essere vista solo come una delle due la frena. Questo e' il senso delle sue parole di oggi al picco. Nessun uomo l'ha avuta dopo Phemt, perché lei ha voluto così. Si e' chiusa in una castità volontaria di cui io perdo certamente le sfumature, ma che ho ben capito la sta logorando, rendendola debole. Non so perchè ma so che teme di sparire agli occhi di chi la guarda, sebbene per me sia facile distinguere quelle due parti . E' sconcertante vedere come la donna si nasconda dietro le Fiamma Suprema, in un gioco lento e crudele di vedo e non vedo, di sguardi crudeli e sofferti, di sorrisi esaltanti e placidi.
Sono presuntuosa nel credere che possa afferrarla a due mani e trascinarla a me senza per questo ustionarmi e perdere il suo sguardo?
No, io posso.
Deva...
Ho compreso in un soffio quanto le e' costato il suo rifugiarsi in Nauru. I suoi bisogni sono umani, la sua volontà e' disumana,  la sua anima e' ispiratamente divina. Io vedo tutto questo in lei e proprio perché comprendo, lo accetto e non pretendo da lei altro che quello che può concedermi e se sarà niente, niente avrò.
Deva...
Le sue parole scritte invece mi trascinano in un estasi di pensieri e speranze, facendomi battere il cuore come se questo dovesse esplodermi nel petto.
Vorrei condividere tutto questo con il Falco, ma ho paura che invece di essere capita, sarei osteggiata... O forse questa e' solo la paura di un'amante inesperta, di una donna acerba, di una guerriera devota a Nauru...
E ora attendo la notte, il momento in cui come mi ha promesso ci vedremo per scoprire cosa si celano dietro tanti sguardi e sospiri carichi di desiderio. Può sembrare fin troppo scontato, ma e' come aver scoperto un lago, all'inizio pensavo fosse freddo, insidioso, ostile e crudele, poi ne ho saggiato la superficie in punta di piedi e a fior di labbra ho compreso quanto bruciante fosse in realtà. La sua profondità non mi spaventa, ma mi lascia senza fiato in un miscuglio di terrore e delizia.
Deva...
Stanotte ho invocato il suo nome sulla spiaggia e Shandar avrà capito che era un richiamo e non qualcosa di innocente come una guida morale?
Deva...
Il suo nome mi brucia le labbra, mi infiamma lo sguardo, mi incendia l'anima...
In tutto questo pero' non smetto di desiderare Phemt.
Non sarei Haze se non amassi la mia vita complicata!

#12 CUORE SPEZZATO
Fa così male...
Un dolore sordo e cieco, ma che urla dilaniando e straziando.
Non ce la faccio...
Io tento in tutti i modi di nascondermi, di sfuggirgli, ma e' come una belva assetata della mia sofferenza, ogni volta che mi trova ghigna procurandomi altro strazio.
Verso lacrime che si tingono di rosso e non e' un eufemismo. Sono piena di graffi che bruciano e si aprono esponendo tutta la mia anima.
Il gioco e' lungo e ripetitivo: con estrema fatica io mi ritiro, mi occulto e quella belva torna in agguato. Ha una pazienza infinita e sembra gongolare alla caccia che pregusta con estrema soddisfazione.
Più io soffro e più lei giubila.
E quando ci ritroviamo faccia a faccia mi sussurra quanto più dolore possibile con la sua voce, guardandomi crudele con i suoi occhi, sbeffeggiandomi con quel sorriso che conosco fin troppo bene.
Mi sento chiusa in una scatola e soffoco.
Perché Phemt?
Perché...?
Sto nel mio piccolo rifugio su Ishaent, manca ancora il tetto e un mobilio decente.. Questa stanza ha ancora delle macerie qua e la', con diversi materiali da costruzione ricavati da ciò che ho trovato in giro...
Quanto somiglia al mio cuore in questo momento?
Che cosa ho costruito?
Un castello di sabbia che alla prima folata di vento e' scivolato nell'acqua divenendo niente.
Ed io con lui..
Mi sento così niente che la mia fiamma la sento appena.
Ho preteso tanto?
No, già la sola parola indica che questa conclusione era inevitabile.
Non mi ama.
Lui non mi ama.
E non mi amerà MAI!
Mi ha mentito?
No, ma questo non mitiga la mia sofferenza, non placa quella belva con le sue fattezze, che in modo masochistico spero mi trovi per essere solo di nuovo con lui in un modo perverso e osceno.
Vorrei odiarlo, vorrei tanto non amarlo più.
Solo ora mi rendo conto che tra noi due quella che ha mentito sono io!
Maledetta me e il mio stupido e insensato orgoglio.
E soprattutto sono stata infinitamente presuntuosa. Ho fatto l'errore io e ora ne pago tutte le conseguenze.
Non e' mai stata mia abitudine nascondermi o mentire ed ora scopri di averlo fatto. C'è una prima volta per tutto dunque.
Non ho voluto ammettere con me stessa che già la prima volta che Phemt mi ha avuto, per me era amore. Non era solo il bisogno di soddisfare un basso istinto, io facevo l'amore con lui...
Sto così male da sentire un dolore fisico all'altezza del petto. Il mio cuore e' distrutto: ironia della sorte il Falco ha fatto quello che non e' riuscito ad Elemo. Mi ha marchiata e poi mi ha incenerito il cuore.
Ieri notte ero raggomitolata talmente su me stessa che le mie ferite erano le uniche a darmi la sensazione di essere viva.
Come avrei voluto essere morta.
Come avrei voluto dissolvermi come una fiamma bagnata dalla rugiada alle prime luci dell'alba.
Come avrei voluto volar via come ceneri al vento.
Come avrei voluto non aver mai conosciuto Phemt!
Cosa mi trattiene dal gettarmi nelle fiamme di questo fuoco che oggi non mi da nessun piacere?
Lo guardo e tra le spire delle vampe vedo due occhi del raro colore della cenere.
Non posso sparire nell'oblio senza averla vista e dirle addio.
Sto versando altre lacrime, sto lasciando che quello che rimane del mio cuore si distrugga anche per lei.
Anche lei non mi amerà?
Anche lei mi dirà che non può amarmi?
Perché nessuno mi ama abbastanza da volermi accanto?

#13 FERITA
E' un disastro o semplicemente un rito di passaggio?
Stanotte Deva e' venuta a cercarmi. In quale stato mi ha trovata: nuda, graffiata, martoriata nel corpo e nell'anima, abbattuta nello spirito, semplicemente annientata.
Dunque l'amore porta a questo?
Non e' un sentimento che porta alla felicita'?
Non e' la ragione di vita per cui ci si eleva ai massimi livelli?
Non e' la marcia in più che ci fa abbattere ostacoli insormontabili?
No.
Mi guardo e vedo solo un corpo spossato, martoriato e fiaccato da un dolore che io stessa mi sono inflitta per poter ignorare quello ben più profondo.
Mi sono strappata il cuore dal petto quando lui mi ha detto "non posso".
Volevo urlargli non puoi o non VUOI?
La so già la risposta e mi fa ancora più male perché vuol dire che non ho voluto vedere.
Ieri notte avevo pensieri lugubri, devastanti e annientanti. E proprio mentre la disperazione era più cupa e' apparsa lei, Deva.
Mi ha letteralmente raccolto da terra come fossi un mucchietto sudicio e informe. Ha fatto l'unica cosa di cui avessi bisogno: mi ha abbracciata e mi ha dato quel calore appena in tempo, poco prima che la mia fiamma si gelasse.
Abbiamo parlato a lungo e il suo sguardo mi ha colpita più di quanto non abbia mai fatto. Era deciso e duro, incalzante e indagatore, ma anche tremendamente tenero e premuroso. Mi diceva cose che non volevo sentire, ma di cui avevo assoluto bisogno. Una sferzata alla mia anima provata, una carezza al mio fisico martoriato, un riparo al mio cuore moribondo..
Ha ragione lei.
Posso piangere, annientarmi, gridare tutto il mio dolore, ma poi devo essere Igneis fino in fondo e rialzarmi.
A parole e' facile.
Con il pensiero un po' meno.
Con le azioni e' un ostacolo duro e insormontabile.
Stamattina mi sono ripulita per bene, dopo che Deva e' andata via. Ha vegliato il mio sonno, ma ero ancora inquieta e ho avuto incubi orribili.
A lei non l'ho detto.
Per me già e' tanto che sia rimasta qui accanto a me.
Invece di allenarmi mi sono data alla meditazione. Ho ripensato alle sue parole: se amo Phemt non posso amare lei.
Chi ha ragione?
Ha importanza ora?
No, perché per me in questo momento già e' difficile respirare, darmi una motivazione per vivere, affrontare la battaglia di stanotte.
Pertanto per ora chiudo il mio cuore in fondo alla mia anima e penso solo a sopravvivere.
Di più non posso fare.
Come ho detto a Deva, un passo alla volta e forse un giorno capirò davvero quello che voglio.
Stanotte rivedrò anche Phemt.
So già che sarà dura, durissima, ma non deve essere impossibile.
Shandar conta su di me.
Finalmente sarò l'arciera di cui l'esercito ha bisogno. Spero di non fallire miseramente.. Perché questo potrebbe comportare un danno per qualcun altro.
Non sopporterei un simile peso. Stavolta non ci sarebbe davvero nulla per cui valesse la pena di vivere.

#14 ORRORE E FRUSTRAZIONE.
E' finita.
Anche questa battaglia e' passata. Ma a che prezzo?
Un mago e' morto, una luminosa, il Saggio Supremo dei maghi e un Non Morto, ed il Supremo Guardiano dell'Oltretomba sono stati feriti. E tutto a causa di due stupidi arcieri che come cecchini ci hanno bersagliati dalla boscaglia.
Perché mi sento così in colpa e inutile?
Perché mi sento come se avessi fallito?
Perché se fossi stata più abile forse Luc Esel sarebbe ancora in vita e Jadea Shyneress non avrebbe rischiato la sua vita. Quanto a Lluren lui forse non ha rischiato tanto. Oppure sono io a vederlo invincibile solo per i suoi poteri legati agli Spiriti di Vita e di Morte.
Invece abbiamo subito delle perdite durante lo scontro annunciato in questi giorni contro la Grigia Armata: un comandante e due armati.
Sono arrivata su Nardean con un grosso peso sul cuore. Cercavo solo di respirare, di mettere un piede davanti all'altro chiedendomi come sarei sopravvissuta in quello stato.
Non ho mai guardato in cielo volutamente e dopo perché me ne sono dimenticata vista la mia frustrazione.
Il motivo e' ovvio, non volevo vederlo arrivare.
Per fortuna ho visto Deva. La sua presenza mi rasserena, anche se saperla in un campo di battaglia mi mette ansia e... orgoglio. Si, sono così fiera che la Sacerdotessa combatta e saperla al mio fianco mi dà una marcia in più, sebbene ieri notte ero ancora sconvolta e decisamente deconcentrata.
Ho combattuto usando l'arco e Shandar mi ha dato un ordine che fossi stata meno a pezzi e più avvezza avrei eseguito più correttamente invece di rimanere piantata sulle gambe come una statua e indecisa al mio primo tiro. L'armato pesante che avevo preso di mira si agitava parecchio... Che sciocca! E' come chiedere ad una fiamma di non guizzare o alla luna di non sorgere. E poi ci siamo fraintesi io e Luc. Tutto tempo perso ed ero troppo indecisa. Alla fine Dyna ha atterrato i due armati tutta da sola, e Shandar si è occupato del comandante assieme a Guido per proteggere Lluren e il suo rituale.
E io???
Io ero un palo.
Io che volevo fare la differenza dato che eravamo pochi, ho fatto la bella statuina, tutta graffiata e sconvolta.
La rabbia, quella stessa che infiamma molti noi Igneis ha bruciato, forse pallidamente, ma lo ha fatto e mi ha scosso. Non potevo lasciare che l'armato leggero raggiungesse Jadea,così senza tante cerimonie ho scoccato la mia prima freccia contro il nemico. Non pretendevo di trafiggerlo o impersierirlo, piuttosto avevo bisogno che lui distogliesse la sua lurida attenzione dal Saggio. E così i due maghi, Jadea a Luc lo hanno colpito in pieno petto con due incantesimi.
Ma il mio compito non era finito, ero solo all'inizio. Non poteva essere tutto lì.
Di fatti dopo l'ennesimo scoccare di frecce ho trovato il mio secondo bersaglio: Roy, un mago, mi ha vagamente indicato la via e solo l'ultima freccia quella indirizzata proprio verso di lui mi ha mostrato il bersaglio esatto.
Senza indugiare ho di nuovo fatto quello per cui mi sono allenata tanto e ho tirato la mia freccia. Anche qui sebbene stavolta avessi fatto tutto con estrema calma e precisione, non è andata a segno come speravo. Non ho ferito l'arciere, ma lui ha perso l'attimo e ha perso l'equilibrio cadendo a terra. Purtroppo Dyna e Guido non hanno fatto in tempo a raggiungerlo.
La mia battaglia personale dunque è terminata con la sua fuga. Quell'arciere è l'unico sopravvissuto fuggito.
Mi sono resa conto che non posso combattere in queste condizioni, che ero deconcentrata, poco lucida e soprattutto manco di esperienza. Quella me la farò sui campi di battaglia, ma per il resto...
E per fortuna Phemt non si è visto.
O almeno io non l'ho visto.
Temevo tanto quel confronto che poi al dunque non c'è stato.
Alla fine ho cercato Deva: ringrazio Nauru di non averla vista a terra come Luc perchè... non posso nemmeno pensarci a cosa avrei fatto, la disperazione che ho udito nella voce del Saggio sarebbe stata poca cosa, o forse parlo con l'arroganza di chi pensa che i propri sentimenti siano più profondi di quelli degli altri..
Devo assolutamente sapere perchè Deva non era lì con noi, non credo si sia ritirata senza salutarmi, o prima che finisse la battaglia, se la conosco un poco, non farebbe mai una cosa del genere.
Questo mi mette la morte nel cuore: e se fosse stata ferita?
Devo andare dai Guaritori su Gloria a chiedere..

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