giovedì 29 dicembre 2011

Settimo Mese del Terzo Anno Dopo il Decreto

1#CATENE SPEZZATE
Lascio dei buchi incolmabili in questo periodo, perchè ho lasciato il diario nel luogo più sicuro che conosco: da Vanadiel. Vado poco a casa sua in questi ultimi giorni e non ho ancora colto l'occasione di mostrargli questo quaderno. Lo voglio fare, voglio che lui possa sapere ogni mio pensiero.
Lo amo.
Non c'è nessuna altra ragione per celargli i miei pensieri, i quali vengono letti facilmente dal mio uomo con una facilità che a volte mi sorprende. A volte mi manca il fiato quando mi guarda e mi fa dimenticare il mondo che ci circonda, come l'altro giorno quando è venuto a trovarmi a Palazzo dopo aver trovato la mia lettera. Non mi importa perchè c'ha messo un po': lo conosco, avrà avuto il suo lavoro a cui badare. Van è come me: perde davvero la cognizione di tutto il resto quando lavora. Lo adoro anche per questo.
Eppure lui è venuto e io ne avevo un bisogno disperato.
Ho conosciuto Zeah, la Terran che mi era venuta a cercare dicendo di conoscermi. Non assomiglia a Valadya, eppure ha quella stessa monumentalità da cui spesso traggo enorme tranquillità. Abbiamo parlato e quello che è uscito fuori mi ha lasciata senza fiato.
Schiava.
Io ero una schiava.
Invenduta perchè ferivo ripetutamente i miei probabili padroni.
Le mie mani mi hanna salvata tante di quelle volte, quanto mi hanno messa in enormi guai, come quando ho bruciato la gonna di quella donna snob e spocchiosa che era venuta da Jaja per degli abiti. Un tempo così lontano che mi pare una vita fa e io non sono più quella ragazza che articolava male le parole e si arrabbiava per un nonnulla.
Ero distrutta allora e lo ero anche dopo quello che mi ha detto Zeah. Mi sono sentita sporca, perchè ho visto come trattano le schiave di recente in quella retata su Morchien, e mi ha fatto venire il voltastomaco. Volevo fare come facevo allora, dare fuoco a tutto e veder sparire tutto questo schifo trasformandolo in cenere. Invece ho resistito all'impulso e quando ho visto Vanadiel volevo solo essere abbracciata, solo che lui non mi guardasse come se fossi diversa, come se fossi merce avariata.
Perchè mi sono venuti tutti questi dubbi?
In un momento mi sono chiesta se non fossi destinata a compiacere qualche uomo, com'è probabile, e quindi qualcuno mi abbia "istruito". Ero davvero fuori di me, ma è bastata la presenza di Van e il suo solito modo di punzecchiarmi a farmi capire che niente è cambiato. Lui poi alterna quel suo modo di fare, graffiante e arrogante, con uno avvolgente e sicuro che mi fa sentire sempre protetta.
No, io non sono cambiata: sono quel che sono, con pregi e difetti, costruendomi pezzo per pezzo fino a diventare la donna che sono oggi. Ho  una famiglia, amici che mi danno tutto il calore che torno loro indietro e il mio futuro è incerto solo perchè qualcuno ha deciso che la mia vita da una parte è priva di valore, dall'altra può fare la differenza.
Ho una paura tremenda di lasciare che il mio nemico distrugga tutto quello che mi sono faticosamente costruita intorno o possa far soffrire le persone che amo di più al mondo.
Eppure guardo Vanadiel addormentato al mio fianco e penso che sarà sempre così la mia vita. Non sono nata per essere una docile donna di casa: sono pessima in cucina, pessima nelle faccende domestiche, e pessima come padrona di casa. Per me tutto ha un senso quando impugno Furia di Fuoco, il mio arco. Vanadiel me lo ha dato e ora ho uno strumento perfetto, solo la mia arte deve migliorare fino ai confini e poi oltre. Non importa chi o cosa ero in passato: ho sempre detto che volevo un futuro, mentre ora mi rendo conto che ho un presente tutto da vivere.

2#IL BALLO DELLA MORTE
È successo quello che più temeva Dar.
Mi hanno teso un agguato e se sono viva, forse lo devo a lui e alla mia buona stella.
È successo tutto rapidamente. Come quando si mette nel fuoco un piccolo ramoscello di legno: all'inizio sembra quasi che la fiamma non possa toccarlo, poi inizia la combustione, quasi casuale ed è in un attimo che brucia come se niente potesse e dovesse più arrestarla.
Ero al lago di Chivia dopo aver ricevuto una strana lettera che mi diceva di presentarmi da sola, se volevo delle informazioni necessarie contro il Culto. Il parlare dei monaci di Morchien poi mi ha indotta ad andarci, ma sia io che Dar sapevamo che era una trappola.
Mi aspettavo di tutto, ma non che usassero il kernal allo stato volatile. L'ho respirato anche se per poco e mi sono subito sentita intorpidita e spossata. Una sensazione strana per me, che solitamente sono molto attiva.
Ed è lì che è scattato l'agguato.
Dal lago è sbucata una donna che è atterrata alle mie spalle e io l'unica cosa che le ho chiesto era chi fosse.
La mia morte, mi annunciava. Ma io finchè potrò dire la mia, non mi lascerò mai andare alle (poco) lusinghiere parole della Morte.
Ed ecco che la mia visione mandata da Fuoco il pomeriggio si è concretizzata. Sapevo chi era e la domanda che avevo posto, alla fine era pura retorica.
Due lame per essere agile e sicura, potente e chirurgica, ma io stentavo a tenermi in piedi e mi sembrava solo di annaspare.
Mi ha graffiata il petto con un fendente, con l'altro mirato alla gola, mi ha squarciato dalla mandibola al labbro prima che io cadessi seduta sul pontile, ma il dolore non mi ha tolto del tutto la lucidità quando l'Aquean è andata in affondo per colpirmi al ventre e al cuore, io essendomi distesa ho rotolato sul fianco sinistro. Non pensavo di essere così lenta tanto da essere presa alla spalla e al fianco destro, arrivando a danneggiarmi un rene. Non ricordo di aver provato mai un dolore così intenso, nemmeno quando mi ferì Elemo, visto che svenni nell'impatto della sua freccia.
Queste sono le mie prime vere ferite e ho scoperto che il dolore non rende più forti, ti fa solo capire che diventi sempre più debole se lo lasci agire. Sono mortale, sono vulnerabile, sono inferiore ai miei nemici, ma non sono sconfitta, non ancora. E finche avrò fiato io lotterò.
Arriveranno ancora colpi bassi come il kernal?
Può darsi, Male agisce subdolamente, vuole ottenere il suo vantaggio e non importa a che prezzo. Forse sono ingenua, forse alla fine non ho imparato niente, ma la storia con Phemt, il Culto, la sua morte e poi Kymber.. tutto mi fa capire che avere integrità per me è fondamentale. Non esiste il fine giustifica i mezzi. Io non scenderò mai a loro livello.
Vincerà il Culto?
Può darsi, ma io non avrò perso la stima di me stessa e quella di chi mi ama.
A volte nella vita c'è qualcosa di più importante di se stessi, persino della propria vita.
Sono pronta a morire?
No, non lo sarò mai. Perchè io voglio vivere: il mio futuro è arrivato e porta con sè i miei affetti. La Morte è una possibilità. La Morte viaggia con me sempre. La Morte è quella signora che mi dice che tutto può finire da un momento all'altro.
La paura non è mancanza di coraggio, e quella cosa che ti tiene allerta e non ti fa sottovalutare mai il tuo nemico.

3#L'OMBRA DELLA FIAMMA
Ho freddo..
La mia fiamma brucia, ma è strano, è come se non fosse più interna e non mi scalda.
Vedo tutto nero, sento solo il vuoto attorno a me e un tocco gelido di cose striscianti, ma eteree mi fa sussultare ogni volta. Eppure so di avere gli occhi chiusi, non sento il mio corpo, ma c'è. Non sento niente eppure avverto cose che prima mi erano sconosciute.
Mi raggomitolo su me stessa e allora mi sento vagare come se fossi immersa in un liguido caldo, non avvertendo il mio peso per intero. Eppure so che l'acqua non c'è. Non mi piace, è troppo scuro, è troppo glaciale io voglio il calore, cerco l'intensità del sole, l'impentuosità del fuoco.
Dove sono?
Che mi succede?
Le mie ferite si sono aggravate?
Di nuovo sono caduta preda della mia mente?
Ti prego, no. Non posso di nuovo subire la prigionia. Ma stavolta sento che è peggio. Non avverto il mondo che mi circonda, quando ci provo sento il nulla freddo e scuro, pertanto mi richiudo in me stessa.
Quanto tempo è passato?... Minuti? Giorni? oppure sono ore? Perdo la nozione del tempo, non riesco a capire quanto tempo trascorre.. Mi sento male...
Fuoco aiutami!
Mi sento così sconclusionata che tra poco mi metto ad urlare.
Ho cercato di nuovo di uscire da questo gelo, e mi sono sentita sollevare fino a percepire la luce e così cercavo.. cercavo.. cercavo..
Cosa mi sta succedendo?
Faccio fatica a raccogliere i miei pensieri, li sento sempre un po' troppo lontani per essere avvicinati rapidamente.
Chi sono, mi ha chiesto quell'ombra nera dalla forma vagamente femminile.
Io ho detto di essere una fiamma.. è corretto, lo so, eppure mi sentivo come se mi sfuggisse un concetto semplice.
Ha detto che sono.. un'anima... Un'anima?? Sono morta dunque? Le anime sono negli Inferi.. Io sono negli Inferi? No, io sono viva, sono solo rinchiusa nel mio corpo, devo essermi aggravata. Dar non doveva portarmi a palazzo. Era troppo presto e il priore aveva una faccia preoccupata.
Ma ha parlato di due anime...
Sì, due, erano due.. Ma di che parla???
Come voglio vedere Vanadiel... Mi manca la sua voce...
Mi sento così stanca...
L'oblio mi sta avvolgendo...
la fiamma si sopisce.......

4#NON NE POSSO PIù...
Tutto intorno a me è freddo e scuro.
Sono un'anima tormentata, ecco cosa sono.
La mia agonia ha un nome: Nawam. Quell'Oscura mi è sempre addosso, pare una divinità in questo limbo umido e freddo.
Sono morta.
Sono un'anima.
Non ci sono più...
E poi con me dovrebbe esserci Dyna, l'ho cercata di continuo, ma non l'ho trovata. E ora sono stanca di girare questo non luogo da sola e infreddolita. Sento che la mia fiamma sta gelando, che non riesco più a sentire il calore della vita e questo mi fa paura.
Mi manca così tanto Vanadiel, che a volte mi pare di impazzire. Voglio uscire, voglio tornare ai miei affetti, voglio sentire il sole che mi bacia con calore, che mi accarezza il corpo mentre mi alleno; mi manca ridere con Dyna e ubriacarmi come una bambina con un solo bicchiere, o le chiacchiere seduta per terra davanti al camino con Fiamma, o i miei allenamenti con Arya, le lezioni di vita e sulla spada con Dar; mi manca quel lento movimento roccioso e pesante di Guido o la granitica serenità di Valadya; mi manca il valore della fiamma prediletta, lo sguardo color cenere della mia anima, Deva; sento la mancanza persino di quel sacco di pulci Radis, lui e il suo modo assurdo di rispondere.
E sono stanca di cercare l'uscita e non trovarla. Cerco il Supremo Guardiano e non lo scorgo, al suo posto c'è quella strega di Nawam, uno dei suoi Guardiani.
E' sadica, mi dice cose allucinanti e soprattutto gode del mio strazio, mentre lei si trova perfettamente nel suo elemento. Oggi mi ha chiusa in se stessa, credo... era tutto nero, soffocante e opprimente. Ha amplificato il mio desiderio di uscire tanto da farmi sentire claustrofobica. Per fortuna sono riuscita a liberarmi, ma è come se lei lo sapesse che non poteva far altro. Io non ci capisco nulla: non comprendo perchè devo rimanere qui, che mi è successo. Una battaglia mi ha detto quella lingua velenosa, se c'è Dyna con me, ma non ho idea da quanto manco, e i miei cari? Perchè non sono venuti a farmi visita? Mi sento vorticare sempre più, a volte mi pare di sentirmi sbiadire troppo, come se qualcosa non tornasse indietro quando mi lascio andare in profondità.
Oniceu... mi mancano le nostre chiacchiere, i nostri progetti, il nostro sfidarci.. Mi manca la sua voce, che mi scaldava come la fiamma più intensa.
Oggi avrei tanto voluto il mio arco.. Non ci vedevo più dalla rabbia, continuava a provocarmi con quella sua voce così sinistra. Prima o poi faccio qualcosa di inconsulto...
Voglio uscire..
Voglio tornare..
La mia vita mi manca...

5#INCONTRI TRA LE NEBBIE...
Sono venuti.
Le persone che più contavano nella mia vita mi hanno cercato qui, nelle nebbie eterne dove io mi sto estinguendo piano piano. So che è così, il freddo e la crudeltà della morte mi stanno cancellando e io non posso farci niente... Niente di niente. Qualsiasi cosa dica quel Guardiano dal volto arcigno e così distaccato dall'essere vivente quale egli è, pregare Fuoco non mi aiuta a non lasciare che alcuni ricordi diventino così pallidi fino a scomparire.
...
Lì ho visti tutti lì davanti a me, con quell'aria così affranta e sofferente. Il senso di colpa e la frustrazione per come sono morta è quello che mi ha più colpita. Ma io non ricordo nulla, il mio ultimo istante è la sera prima a palazzo, seduta sulla mia poltrona accanto al camino spento. Il gelo che ricordo è quello solito, prima di una battaglia: la tensione di non sapere cosa ci aspetta davvero e poi la voglia di dire o fare tutto quello che vorresti come un condannato a morte. E io stavolta non sono tornata a guardare la mia stanza a palazzo per dirmi: "Anche questa è andata".
...
Una freccia.
Una sola singola freccia mi ha colpito al cuore e sono morta.
Beh, da una parte è una morte obbligata per un'arciera, dall'altra una vera beffa...
...
L'unica cosa che ho pensato mentre tutti erano venuti a salutarmi per l'ultima volta, è stato: Van non c'è. Lui non è venuto. Ma lo sapevo, non mi sono mai illusa. Nella mia lettera che scrissi.. non mi ricordo... anni? giorni?... beh, gli avevo detto tante cose, tra cui addio, soprattutto quello. Ma in cuor mio speravo di vederlo lì.
...
Non è venuto.
Eppure lo capisco, lo conosco e so che non sarebbe stato da lui.
Finchè penso questo sono forte.
...
Poi accade che sento in me svanire qualcosa, lo cerco e non capisco cos'era, e mi chiedo: e se lo dimentico? No, l'ho già dimenticato e poi lo riagguanto... E se non ricorderò niente di quello che ho vissuto? Mi sono disperata tanto che sono arrivata a pensare che se dimenticherò, vuol dire che non è destino che io torni. Non possono volere che io ricominci sempre da capo, perdersi di nuovo, è la più grande punizione che possa capitarmi. Eppure non posso non pensare che sia volere di Fuoco, che lui voglia mettermi alla prova, che io sia destinata alla sofferenza della Rinascita, una delle sue vie del Suo Culto...
...
Rivedo i loro volti, rigati di lacrime in alcuni casi, velati di profonda tristezza, o semplicemente avvolti dal senso di colpa. Eppure pur non essendoci in me beatitudine, non provo nemmeno rancore. Vorrei aver potuto lasciarmi avvolgere dalle possenti braccia di Guido o sprofondare in Valadya, con la sua calma monumentale, oppure volare nei ghiacci degli occhi di Shandar, o addirittura essere cullata dalla dolcezza infinita di Fiamma, a cui solo ora posso dire davvero di volerle bene dal profondo.
...
Sono così stanca.. infinitamente stanca...
...
Ora torno all'oblio.. e mi lascio sempre più andare in esso.
...
Sono stanca.. tanto stanca..
...

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