domenica 18 dicembre 2011

Undicesimo Mese del Secondo Anno dopo il Decreto


1#NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO...
No.
Non posso.
Non voglio.
Non devo...
NON DEVO!
Ma chi voglio prendere in giro?
Ieri ero in spiaggia con Guido ad allenarmi quando sono arrivati prima Aivod, poi Shandar...
Niente: ero tranquilla, serena e dedita al mio addestramento. Al posto di Montagna è subentrato Shandar. Di nuovo un allenamento non solo per me, ma anche per lui, con gli occhi bendati. Per fortuna non eravamo soli, ero abbastanza concentrata e lui sì è impegnato abbastanza così io ho dato il meglio di me. Ero davvero su di giri, ma controllata, come se tutti questi mesi passati a faticare dessero i loro frutti in un pugno, in un calcio, in gomitata, in una ginocchiata in combinazione o semplici.
Poi che è successo?
Poi non lo so: una spazzata di Shan, una spallata mia, una reazione eccessiva e io che gli manco di rispetto, mi mostro insubordinata. Dall'essere capace improvvisamente ero divenuta ingovernabile. Ero tornata indietro.
Sono andata via con un'amarezza che mi ha portato ad una serata passata a cercare di sbollire una rabbia che non passava, non sbiadiva, anzi si ingigantiva e poi rimaneva lì e poi rigonfiava sempre più.
Quando in serata eccolo che entra dalla mia vetrata, con qualla faccia da cane bastonato non perchè si sentisse in colpa, ma perchè portava i segni di un malessere fisico.
Abbiamo cominciato da dove avevamo lasciato: io ero arrabbiata, lui voleva spiegazioni e non se ne sarebbe andato senza averle.
Come gli avrei voluto spaccare la faccia!!!
E lui lì che mi diceva che potevo farlo!
Per Nauru, Shandar!!!
Ho inveito e sbraitato anche dopo aver saputo che dorme poco e niente, sono peggio di una valanga in piena quando sono infuriata.
E poi quel suo atteggiamento remissivo, così placido, così inerme.
Cavolo, quanto volentieri lo avrei colpito con tutta la forza che avevo, invece ho fatto peggio, ho attaccato sì, ma dove ho scoperto in questi giorni, essere il suo punto più debole: la mia vicinanza.
Ero troppo furiosa, perchè lui ignorava quello che aveva davanti e soprattutto mi mostrava una cosa e poi ne faceva un'altra, insomma ero più confusa che incazzata.
Dovevo chiarire, dovevamo spiegarci...
E così ho iniziato a parlare, a dirgli che cosa sentivo.
Invece le cose sono precipitate: volevo baciarlo e quel non bacio che aleggiava tra di noi ha reso l'aria rovente.
Si, talmente scottante che Shandar ha ceduto nel vero senso della parola. Il suo fisico non ha retto ed è collassato.
Bell'effetto faccio agli uomini!
Forse ho scoperto un nuovo potere datomi da Nauru.
Gli uomini da me non scappano, svengono!
Mi sento davvero uno schifo al pensiero..
Quindi lui ha dormito da me.. o meglio è svenuto nel mio letto.
Che dovevo fare?
Ho dormito anche io, ma tanto è durato poco..
Mi sono svegliata e l'ho visto lì accanto a me. Devo ammetterlo che mi è piaciuto averlo lì con me sentire il suo odore, il suo lento respiro, il suo muoversi accanto a me, ma di certo sapere che non era stata una sua libera scelta, mi ha fatto storcere la bocca. E poi di nuovo quel senso di irrequietezza quando i miei occhi si sono abituati alla luce e ho visto il suo viso che si voltava verso di me. Ho trattenuto il respiro per un momento e poi... poi non ho pensato altro che a quel viso che conoscevo così bene, ma non avevo mai visto così rilassato. Shandar sembrava solo un mio coetaneo, un ragazzo bellissimo che dormiva nel mio letto.
Mi sono alzata e ho preso a sistemare, piano, senza fare rumore, ma tornavo a guardare il letto di quando in quando. Mi dicevo per controllare che non si svegliasse, ma era una bugia, perchè alla fine non ho più resistito e mi sono sdraiata di nuovo a fianco a lui, prona e sollevata sui gomiti.
Mi ha mozzato il fiato più volte guardarlo così inerme e sereno.
Non ho resistito e mi sono avvicinata al suo viso con una lentezza che mi pareva che il tempo si dilatasse all'infinito.
L'ho baciato.
All'inizio era tutto fermo, poi lui ha schiuso le labbra e io non ho resistito. Sapevo che era sbagliato, perchè non era cosciente, ma ho sentito il calore del suo respiro, l'aroma forte e sensuale, e allora la mia lingua ha cercato la sua. Tocchi fugaci ricambiati e quindi quel piccolo e breve gemito. Il nome di Fiamma.
Mi sono ritratta andando quasi a cadere dal letto.
Ero impietrita.
Non potevo
Non volevo.
Non dovevo.
Mi sono raggomitolata in un angolo del letto e ho pianto, perchè sono una sciocca e ho reagito troppo d'istinto. Sono tornata alle mie occupazioni con una lentezza che indicava solo pesantezza d'animo e alla fine mi sono sdraiata qui a scrivere il mio diario.
Ecco ora si sta svegliando, ne vedo i segni, muove gli occhi sotto le palpebre e il respiro non è più lento e pesante.
Non so che fare.
Gli dico questa cosa o è meglio lasciar stare?
Lo guardo e la voglia di baciarlo torna...
NON POSSO.
NON VOGLIO.
NON DEVO....

2#AMICI PER SEMPRE
E' bello sapere che non tutto si riduce all'istinto.
Si d'accordo, è piacevole sentirsi inebriati da certe passioni, non lo nego nemmeno un po', ma se poi devo perdere il rispetto di me stessa e far soffrire chi non se lo merita, direi proprio che non vale la candela.
Dopo il suo risveglio c'è stato l'atteso confronto.
Se la notte prima Shandar si è mostrato titubante, la mattina la musica è cambiata.
Era determinato perchè l'amore che lo lega a Fiamma è profondo e immenso. L'ho visto e se pensavo che mi facesse male, non è stato così.
Ho pensato che deve essere bello essere ricambiati, passare del tempo con la persona che ti guarda come se fossi la creatura più sublime su questa terra, vivere per un suo sorriso, proteggerla da ciò che può farla soffrire, anche se spesso non ci si riesce, codividere se stessi con lei, lasciare che ti entri nel cuore e nell'anima senza alcuna paura, perchè non ti devasterà e non ti lascerà mai quel senso di vuoto che ho provato io.
Ho ricordato lo sguardo che si scambiarano sul pontile del Lago di Chivia: uno Shandar innamorato, una Fiamma che lo ama da morire.
E io ero fuggita perchè Phemt non mi aveva mai guardata a quel modo: ecco cosa mi aveva fatta soffrire. Non loro due, ma lui, Phemt.
Ho compreso che non rappresento nient'altro che una buona amica, una guerriera di cui Shandar vuole fidarsi e con cui condividere le sue ansie e paure per l'Arcipelago.
Non ho potuto essere più insinuante e abbassarmi a sedurlo per avere che? un momento che poi avremmo rimpianto in due?
No, l'attrazione non basta e ora posso liberarmi di queso peso.
E' stato bello chiarirsi, parlare finalmente con il cuore in mano, senza filtri, tornare a scherzare e a stuzzicarsi, ma non con quella tensione che mi ha portata ad essere sempre irrequieta. Ammetto che mi fa un certo effetto ancora ora, ma non prevedo altro tra noi che quello stupido bacio incosciente.
E poi quello che è successo il giorno dopo al lago mi ha fatto comprendere ancor di più che possiamo ignorarci caldamente sotto quel profilo.
Cavolo se ho avuto freddo!
Quel matto mi ha messo dentro l'acqua fino al petto per riuscire ad allenarmi come dice lui. Ammetto che le sfide mi piacciono, ma devo imparare a riconoscere i miei limiti e l'acqua gelata di notte del lago di Chivia non è certo un piccolo ostacolo. Sentivo così freddo che mi si è gelata la fiamma quasi. Mi sono dovuta accartociare su me stessa per cercare di non annegare in quel freddo intenso.
"Richiama un pensiero che ti scaldi" dice lui.
E io che vado a pensare?
Al sole che splende alle 2 del pomeriggio con 35 gradi?
No. Penso a quello scemo di Artigiano che mi bacia. Vanadiel.
Però cavolo se mi ha scaldata!
E senza nemmeno accorgermene Shandar mi ha detto che ho anche sospirato un paio di volte. Per come conosco il mio maestro avrà alzato gli occhi al cielo pronto a rimproverarmi appena fossi uscita di lì.
Invece non è andata proprio tutto liscio come l'olio.
Come mi ha detto di uscire, mi sono mossa e dei crampi micidiali mi hanno spezzata. Sono finita con immergermi completamente incapace di far altro che scivolare nel buio tetro e freddo dell'acqua e quando ho sentito Shandar che mi afferrava e mi portava fuori mi sono sentita come se tutto il mio calore si fosse dileguato, lasciato sul fondo del lago.
Per fortuna avevamo il fuoco e il mantello di Shandar: non l'ho mai visto tanto preoccupato.
Abbiamo parlato ancora un po' dopo un primo momento in cui io non stavo per niente bene, tanto che articolavo male le parole e non mi sentivo più i piedi. Poi per fortuna mi sono scaldata e un nuovo confronto ha ribadito le stesse cose. Nessuna provocazione da parte mia e Shandar è stato incredibile: non ha modificato il suo atteggiamento o meglio è cambiato, ma siamo più vicini, più confidenziali, e più schietti.
Si, ora posso dire di aver trovato un fratello, magari biologicamente siamo come il giorno e la notte.. o meglio il ghiaccio e il fuoco.. ma c'è fiducia, c'è affetto incondizionato e stima reciproca.
Per me è tanto.
Per me è tutto.
Dar è mio fratello.

Ah si, Shandar è diventato Dar.. gli darà così fastidio che ci marcerò sopra a lungo..

3#UN ARCO O QUALCOSA DI PIù
Eppure deve farmi solo un arco.
Lo ricordo ancora quando lo incontrai con Shandar alla taverna. Era il peggiore periodo della mia vita e una cosa non la scorderò mai: volevo prenderlo a sberle. Lui che si siede al nostro tavolo con una faccia da schiaffi che la mia a confronto è da dilettante. Lui che si mette a guardarmi come fossi una bella preda. Lui che fa lo spavaldo ammiccando come se non potessi desiderare di meglio. Lui talmente arrogante e saccente da sentirsi il miglior artigiano sulla piazza.
Vanadiel Bunansa, dell'isola di Morchien.
Certa gente mi fa venire il prurito alle mani: una voglia insana di prenderlo a schiaffi, di strappargli quel sorrisino dalla faccia a suon di calci...
Ma all'epoca era per via di quello che era successo con Phemt. L'essere rifiutata da un uomo che in modo arrogante mi aveva sbattuto in faccia il suo fantatismo mettendo Male al primo posto, la mia gravidanza talmente indesiderata che lui non avrebbe mai riconosciuto questo figlio e poi il mio aborto poco dopo. Sfido chiunque a non volersela prendere con uno come Vanadiel. Ho anche sognato ad occhi aperti di scaraventarlo in mezzo al recinto di qualche animale, come i maiali, lui e le sue camicie candide e perfette, quel gilet così elegante e i capelli mai fuori posto.
Un desiderio puerile, si, ma che immensa soddisfazione!
E poi quella serata in taverna con Kymber in cui lei mi sorprende come non mai: mi vuole acquistare un arco!
Dopo che quell'artigiano da strapazzo mi mostra un arco in pino appena terminato, molto bello a dire la verità, io stavo per andarmene con la coda tra le gambe, visto che il mio debito con Night mi impedisce di acquistare nient'altro che da mangiare e qualche vestito, quando quei due cominciano a trattare sul prezzo dell'arco che avevo esaminato.
Alla fine si pattuisce che Vanadiel mi costruirà un arco su misura!!!!
Volevo volare, volevo davvero che queste mie ali tatuate si staccassero dalla mia pelle per farmi librare in volo.
Da lì ho provato quell'arco, e ci sono stati diversi incontri con Vanadiel.
Non so cosa mi ha preso, ma la mia irrequietezza con Shandar mi ha portato a fare la cretina proprio con quell'imbusto.
Ero andata alle Officine di Corte, visto che molti artigiani le usano, e l'ho trovato lì, per restituirgli l'arco che voleva che provassi.
Non so perchè, ma stavolta non ho lasciato scivolar via le sue stupide provocazioni maliziose. Mi sono ritrovata a parlare di incentivi e a baciarlo.
Lo ammetto, ho stupito me stessa per la mia stupidità, e lui lo ha fatto per l'intensità dei suoi baci. Pensavo fosse solo un lavoratore che non potesse certamente rivaleggiare con uno guerriero o un mago come il Falco.
Mi sono fatta male i miei conti.
A Nardean è iniziato qualcosa che non sospettavo potesse incominciare.
Ero andata lì stando attenta a non inoltrarmi troppo nella foresta per non imbattermi in qualche Lampo Nero, per allenarmi un po', forse per respirare un'aria diversa, o forse perchè sapere che sia Kymber che Phemt ci hanno passato del tempo, mi aveva incuriosita.
E lì ho trovato lui.. Vanadiel.
Mi ha insegnato ad usare la scure, ci siamo stuzzicati a vicenda e dopo il mio incontro con Dyna e Kymber, i nostri discorsi e tutto il resto mi sono detta, perchè no?
L'ho sfidato convinta di poter fare come mi pareva: mi ripetevo, io sono un tiratore scelto dell'Esercito di Corte, sono allenata, sono più forte, gli sono sicuramente superiore.
Prendimi, gli ho detto.
E lui lo ha fatto!
La mia fuga tra gli alberi è durata davvero poco e senza che potessi fare molto mi ha placcata dicendomi trionfante: presa, giusto?
Ero talmente sbarlodita che lui ha creduto che volessi tirarmi indietro.
Invece ero amareggiata perchè mi stavo chiedendo come una donna allenata e forte come me avesse perso una sfida così semplice.
Il fatto che lui avesse deciso di stare al mio stupido gioco, mi ha portato a pensare che forse ci teneva un po'.
Non è stato pagare un debito o un mantenere la parola data.
Era voluto fin dall'inizio.
Eppure al dunque non ho potuto.
Ho ripensato alle parole di Dyna a quelle di Shandar e così semplicemente non ho potuto.
E' come ho detto allo stesso Vanadiel: sono una che ci mette il cuore, non voglio più essere il giocattolino di qualcun altro e se sono io la prima a permettere una cosa del genere, perchè poi dovrei pretendere di essere trattata diversamente?
Certo non sono stata tenera con Vanadiel, ma non potevo...
Cosa però del tutto incredibile, mentre mi aspettavo che lui inveisse contro di me, quell'uomo prima ha cercato di capire il motivo, poi si è infuriato e io dietro a lui, figurati se un'Igneis come me si tira indietro di fronte ad un semplice schermaglia verbale!
E poi di nuovo la passione ci ha preso, ma diversa, meno aggressiva, meno sensuale, meno... triviale eppure ugualmente forte e prepotente. La dolcezza che avvertivo in lui era quella con cui io stessa lo baciavo.
Solo un bacio e poi sono fuggita con l'ennesimo no a ribadire un concetto semplice:
Voglio essere amata, niente di più, niente di meno.
Non so cosa mi riserva il futuro, ma per ora so cosa non voglio.
E questo per me fa la differenza.

4#SUL FILO
Che vuol dire "mi dispiace"?
E poi perchè ora?
Perchè mi sento boccheggiare in un vortice di emozioni diverse?
L'altra sera sono andata al Tempio a pregare Fuoco e lì ho incontrato Phemt, con l'Aspirante Mago di Corte, Liserlee. Pensavo che tra noi sarebbe stato tutto estremamente distante e indifferente e così era fino a quando l'Acquean non è andata via.
Io e Phemt ci eravamo detti tutto quello che dovevamo, e più volte.
Invece mi sbagliavo, perchè lui mi ha di nuovo destabilizzata.
Io avevo dei dubbi sulla faccenda di Ulmetor, di come Shandar mi avesse estromessa con la scusa che chi avrebbero affrontato era troppo più forte di me. Ma io non so stare con le mani in mano ed essendo soli ho palesato un dubbio che ho sempre avuto. Non ho dimenticato che su Ulmetor quei tre avevano cercato la lite e caso strano corrispondevano alla descrizione in parte di Lluren, il Supremo Sacerdote delle Anime, anche se potevano essere solo un uomo pessimo con le sue due puttane.
Ai miei dubbi lui che fa?
Mi dice che quella notte aveva avuto paura per me.
Sono rimasta di sale.
Perchè dirmi una cosa del genere?
Ero incerta e lui ha proseguito.
Non voleva che mi facessero del male, non poteva permetterlo.
Di nuovo in silenzio.
E Phemt ha rincarato la dose. Mi chiedeva scusa per non essere stato per me un uomo migliore, il giusto compagno che merito, ma non rimpiageva niente di quello vissuto con me.
E io lì muta a dirmi che non poteva essere: lui mi diceva esattamente quello che volevo sentirmi dire quando gli dissi che aspettavo nostro figlio.
Mi sono ritrovata prima ad indietreggiare, poi a pregarlo di non farlo...
E poi una parte di me ha ceduto a quel balsamo velenoso: era passato e dovevamo guardare avanti, no?
Il Falco e la Fiamma non erano più assieme, mi ripetevo, eppure quando l'ho toccato il mio corpo mi diceva che gli mancava quel contatto, che forse nulla era cambiato tra noi.
Mi sono sentita sul baratro, in equilibrio su una fune e sapevo che potevo cader giù.
La mia fortuna è stata non muovermi e la pressione è stata allentata.
Sono andata via da Gloria sconvolta.
Ho passato la notte a girovagare, a meditare sulla mia terrazza, a  pregare alla stele sul picco del Serpente.
E dunque all'alba mi sono allenata e infine a palazzo.
Lì ho incontrato Shandar: è sempre più il mio punto di riferimento, mi fido di lui, perchè so che non vuole altro da me che il mio bene.
Gli ho raccontato del mio incontro con Phemt e allora ho capito che non potevo credergli, che non erano reali quelle parole perchè il ricordo di lui che mi dice che ama Deva, che se avesse potuto avrebbe amato solo lei, che il mio amore era puerile, che per nostro figlio lui non sentiva nulla.. tutto mi ha travolta di nuovo, ma stavolta senza dolore. Ho solo capito che non mi fido più della sua parola.
E allora perchè dirmi quelle cose?
Ho palesato questo dubbio a Dar e proprio in quel momento mi è venuta l'idea di tenerlo sotto controllo. Per fortuna non mi ha negato almeno questo.
So una cosa però: non sopporterei di essere toccata da lui, non più.
Riuscirò a non mostrare i miei reali sentimenti?
Per ora mi tengo alla larga, come ho detto a Dar, poi vedremo lui che farà...
Cavolo, mi scoppia la testa!
Non riesco davvero a comprendere perchè Phemt si comporti così..

5# FIDATI DI ME
Chiudo gli occhi e lo vedo.
Ho meno sonno degli altri giorni, perchè durante le ronde, gli allenamenti o i semplici gesti quotidiani come andare alla Stele a pregare, c'è un brivido che mi percorre lungo la schiena fino alla nuca, strappandomi un immancabile sorriso.
I suoi occhi color cioccolata che così irriverenti mi stuzzicano davanti al camino nell'atrio del Palazzo di Corte.
La sua arroganza che in un gesto mi fa sorridere e mi tenta davanti ad un camino della Sala Comune nelle Officine di Corte.
La sua tristezza improvvisa che mi intenerisce quando mi parla semplicemente su un divano.
Il suo egoncentrismo che diviene una maschera quando siamo in mezzo agli altri...
Vanadiel.
Quell'uomo è entrato nella mia vita portando un'infinita dolcezza mescolata alla passione più selvaggia a cui oramai non posso più resistere. Avevo deciso di tenerlo a distanza, conoscerlo prima di lanciarmi come avevo fatto con Phemt, e c'ero anche riuscita: invece è bastato vedere per un momento oltre la maschera dietro cui si trincera tutti i giorni, e ho capito che dovevo essere me stessa, con tutti i miei pregi e i miei difetti e ho fatto quanto mi chiedeva. Gli ho dato una possibilità e mi sono fidata.
E' stato come lanciarsi da un dirupo, un salto nel buio, gettarsi a braccia spalancate non vedendo cosa mi attendesse al di sotto, sentendo l'oscurità che mi solletica la pelle e mi eccita la mente.
Quanta similitudine con quello che avevo già fatto con il Falco?
Tanta, persino il sentirmi dire che ero bella.
E io non volevo quella sensazione di dejavu, volevo un percorso nuovo, un volo verso l'alto e non verso il basso, sentendomi annientare ancor prima dello schianto.
La mia paura era tale da fermare il mio cuore.
Ennesima fuga?
No, per Nauru, non ne potevo più. Dovevo solo essere me stessa, mi ripetevo: rischiare o non affrontare mai quel volo.
In amore credo non si giochi mai sul sicuro, anzi.. sono più le volte che si corre il rischio di cader giù che quelle di percorrere il viaggio incolumi.
Mi sono fidata.
Mi sono lanciata.
Ho concesso la possibilità e ora mi trovo con l'animo che vibra e si apre ad un volo in cabrata, dopo una picchiata che mi pareva non finisse mai.
Sono una donna che ci mette il cuore.
Sono una donna che merita di più.
Si, io merito tutto quello che di meglio la vita mi può offrire e per ora ho solo voglia di provare intense emozioni.
E l'uomo che sa accendere in me Fuoco è qualcuno che la magia non la conosce, qualcuno che vive semplicemente con la passione per il suo lavoro, qualcuno così diverso da me che non mi vuole cambiare, eppure mi completa.
Vanadiel.
Non so dove ci porteranno questi attimi intensi di passione che ci fanno avvicinare con estrema tenerezza, ma ha importanza? E' davvero così importante chiedersi è lui, l'uomo giusto per me?
So solo che quando siamo assieme sappiamo ridere e scherzare, sappiamo guardare nel dolore l'uno dell'altro e ritrovarci per poi volerci proteggere a vicenda. Non è solo mescolanza di passione e desiderio, non è solo una voglia infinita.
E' solo il mio momento di stare bene.
Non mi chiedo quanto durerà, non mi chiedo cosa aspettarmi dal futuro, non voglio sapere se a qualcuno non piacerà la cosa.
Ho solo bisogno di sapere che Vanadiel mi guarda con occhi diversi da quelli di Phemt, e forse... forse.. per me il futuro non è poi così vuoto.
Ho già tanto, lo so: ho Dyna, Dar, Kym, Arya e Deva. Ma a volte non bastano: per quanto la mia vita sia piena di affetto, un uomo riempie quella parte di letto e quotidiano, come una Sorella o un Fratello non possono fare.
Per ora accanto a me c'è Vanadiel...

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